Conta quel che ne resta…
Una separazione dopo 23 anni meravigliosi non cancelli l'immortalità di una coppia insuperabile
É la notizia delle notizie di questo periodo, inutile negarlo. Un po’ per come è nata, un po’ perché neanche nel più lontano dei pensieri di qualunque appassionato poteva essere presa in considerazione l’ipotesi di un giorno in cui Sebastien Loeb e Daniel Elena non avrebbe più corso insieme. Ed invece tutto pare essersi avverato al netto di presunte telefonate, annunci ufficiali affidati ai social, repliche sui giornali ed infine appelli radiofonici. Tutto in poco più di un giorno, nella confusione tipica della fine di un amore lungo ben ventitre anni.
Rumore fastidioso che è difficile associare a quei due nomi che hanno sempre portato la mente ben altre immagini.
Istantanee che raccontano alla perfezione un mix di professionalità, mentalità vincente ed amicizia in un fusione perfetta tradotta in ben centottanta gare nel campionato del mondo rally. Settantanove vinte, centodiciannove concluse sul podio per nove titoli mondiali consecutivi. Il Cannibale e il suo fido scudiero. Il gelido fuoriclasse ed il mattacchione professionale e professionista. Perfettamente fusi anche nel modo di essere, nel modo di vivere una popolarità universale ed un ruolo di leggende conquistato un metro di prova speciale alla volta.
E poi la sensazione che la pancia fosse abbastanza piena, col bisogno di provare nuove emozioni e cercare nuovi stimoli da ritrovare nella sabbia della Dakar. Ed emozioni vere son state fin da subito, con le vittorie di tappa all’esordio, i ritiri sofferti e dolorosi (ricordate quando Danos si ruppe il coccige per l’atterraggio pesante da un salto? Qui l’articolo) e quella costante sensazione di essere sempre ad un passo dal portare a casa anche questa sfida.
Ma se mamma Citroen chiama a gran voce i suoi figli come si può resistere al richiamo? Ed è probabilmente qui che si assapora la vera essenza del binomio Loeb – Elena, precisamente in Spagna al RallyRACC Catalunya – Costa Daurada 2018. Hanno già corso due gare in quella stagione ma con risultati tutt’altro che esaltanti e la sensazione è che averli richiamati sia più un’operazione simpatia che altro. Fino al sabato a ora di pranzo.
Scorrendo la classifica comandata da Latvala – Anttila si leggono quei due nomi magici in quarta posizione, a soli 14,4 secondi dalla testa. Ridono e scherzano al service park e ai riordino ma in speciale martellano come se non avessero mai lasciato il WRC. La sera parcheggiano la Citroen C3 virtualmente sul podio e potrebbe già bastare così per la gran parte delle persone. Non per loro. SS15 Riudecanyes 1 vinta. SS16 Santa Marina 1 vinta anche quella quei due nomi sono davanti a tutti e ci resteranno fino a fine giornata. Di nuovo sul tetto del mondo, di nuovo davanti a tutti e senza smetter di ridere nemmeno per un secondo.
Attorno a loro si crea come un’aura magica di cui beneficia Hyundai Motorsport che li ingaggia part-time per rinforzare il team nella corsa al titolo costruttori. La casa koreana si ritrova un duo che mette a disposizione esperienza e professionalità, unita ad una serenità invidiabile che alleggerisce la pressione sul team e catalizza l’attenzione dei media. Ne usciranno due podi nel mondiale, diverse vittorie e apparizioni nei principali campionati nazionali ed la pandemia a negare una bella uscita di scena tra gli applausi della gente che ha dispensato amore vero ad una coppia troppo speciale per uscire di scena in questo modo.
E poi c’è il rapporto personale. Un’amicizia che conosciamo grazie ai social e a quell’espansività da parte di Elena che ha sempre giocato con il proprio compagno, riuscendo a mitigarne una certa timidezza. Risate, pastis e sigari con il gusto di prendersi sempre un po’ in giro ogni volta aperto lo sportello della vettura di turno.
Qualcosa di unico, magico, che ha catturato l’amore della gente ancora di più dei nove titoli mondiali ed ha aumentato esponenzialmente il fascino di una coppia tanto vincente quanto coinvolgente. Un esempio unico nella storia dei rally che i brutti botta e risposta di questi giorni rischiano di pasticciare, nel nome di contratti e di dinamiche lavorative che poco hanno a che fare con il “romanticisimo” di una bella storia lunga ventitre anni.
Una storia appassionante di cui diventa sempre meno importante conoscere il futuro. Perché nelle più belle storie d’amore conta sempre quel che ne resta…