Rally1, tra la suggestione dell’ibrido e l’utopia delle R5 Plus
Proviamo a dare una spiegazione logica a quello che accadrà tra pochi mesi
Oramai è deciso: nel 2022 si correrà il WRC con le vetture Rally1 e la configurazione di queste ultime, comprenderà l’utilizzo di un sistema ibrido plug che fornirà circa 100kw di potenza aggiuntiva.
Non saranno auto elettriche, saranno auto in cui la maggior parte della potenza sarà fornita dal motore termico, salvo poi, in determinate circostanze, avere la possibilità di attingere potenza dalla parte elettrica della power unit per avere maggiori prestazioni o per avanzare in maniera totalmente elettrica (ipotesi caldeggiata dalla Federazione per l’attraversamento dei centri urbani durante i trasferimenti).
Le altre modifiche principali, rispetto alle attuali WRC+ sono la diminuzione del numero dei rapporti del cambio da 6 a 5, l’eliminazione del differenziale centrale attivo, una generale semplificazione dell’aerodinamica e delle sospensioni.
In generale tutte le modifiche sopra elencate e altre di impatto minore, sono andate nella direzione della riduzione dei costi (a parte l’introduzione dell’ibrido… ovviamente) perché il coso delle attuali WRC plus stava diventando un parametro di spesa troppo pesante per i team che partecipano al campionato, almeno secondo le parole degli alti papaveri della FIA.
Quindi, ve lo devo dire subito: niente R5 o “R5plus”, le Rally1 sono macchine diverse, se non nell’estetica, sicuramente nella sostanza. Certo molti, compreso il sottoscritto, mugugneranno che alla fine per ridurre i costi bastava “pompare” le R5, ma su questo argomento ci torneremo dopo, per ora concentriamoci sulle attuali WRC e sulle Rally1.
IL PROBLEMA DEI COSTI
Allora, intanto si parla della problematica del prezzo delle WRC attuali e sul fatto che siano veloci e care come astronavi non ci piove. Ma è anche vero che si tratta di mezzi progettati nel 2016 e che hanno esordito nel 2017 e da allora nessun costruttore ha fatto uscire un secondo modello di WRC plus, per cui i costi di progettazione sono stati spalmati in 5 anni di gare. Le nuove Rally1 dovrebbero avere un ciclo di 3 anni (a dichiararlo non è “ammiocuggino” bensì Yves Matton), per cui i costi di sviluppo dovranno essere ammortizzati in un periodo molto più breve.
Senza contare che le WRC Plus erano direttamente derivate dalle precedenti WRC, mentre per le Rally1 sono dovuti partire da un foglio bianco (come confermatomi da Rich Millener in una recente chiacchierata che trovate qua), per cui, da questo punto di vista di risparmio non ne vedo.
Certo la semplificazione meccanica e elettronica aiuterà ad abbassare i costi di costruzione e di rialzo di ogni vettura (le trasmissioni, per esempio, saranno limitate ad un massimo di 6 per stagione/pilota), ma dall’altra parte vanno messe in conto tutte le spese relative al sistema ibrido e al sistema di ricarica veloce, compresa la formazione per i tecnici e i necessari dispositivi di sicurezza. Insomma… anche qua di grossi risparmi non se ne vedono.
Volendo andare in questa direzione in ogni modo, l’unica vera soluzione sarebbe stata quella di consentire l’utilizzo delle Rally1 nei campionati nazionali, come era anche in Italia nel CIR, se non mi sbaglio, fino al 2002. In questo modo ci sarebbe stata una seconda vita per le Rally1 nei vari campionati nazionali, ci sarebbero stati più esemplari costruiti e venduti e chiaramente questo avrebbe portato maggiori entrate ai team etc etc..
Certo, questo avrebbe anche voluto dire che, in ogni campionato nazionale, i piloti “equipaggiati” con vetture in grado di competere per la vittoria sarebbero stati molto pochi. Perché di soldi in giro non ce ne sono tanti per il mondiale, figuriamoci per i campionati nazionali!
L’AFFASCINANTE IPOTESI DELLE R5 PLUS
Quindi, una volta scartata la possibilità di ridurre i costi in maniera fattiva con le Rally1, possiamo tornare alle R5/Rally2. In molti vorrebbero che queste auto fossero promosse al rango di classe regina e, onestamente, non è un’idea che trovo sbagliata. Soprattutto se si tratta di R5 “plus” con una flangia del turbo più generosa e un kit aerodinamico aggiuntivo da installare e disinstallare a piacimento sull’auto, come ci diceva Kris Meeke in una intervista.
I vantaggi sarebbero chiari e immediati: forte abbattimento dei costi, molti costruttori già presenti e molti altri che potrebbero essere attratti, molti privati che, tramite il kit, potrebbero concedersi di tanto in tanto il lusso di fare a sportellate (virtuali… ovviamente) con i big del mondiale. Avremmo probabilmente un Monte-Carlo con 100 auto che potenzialmente lottano per la vittoria (potenzialmente… perché poi vincerebbe lo stesso Ogier!).
Tutto-molto-bello.
LA DURA REALTA’ ECOLOGICA
Tutto molto bello, peccato che tutto questo possa essere solo un sogno, per ora. Già, perché le linee guida della Federazione Internazionale sono ben precise e vanno in netto contrasto con quasi tutto quello che ho scritto nel paragrafo precedente.
Prima di tutto la federazione e i costruttori vogliono l’elettrico e, visto che la tecnologia EV non è ancora matura (forse) per il WRC, allora vada per l’ibrido. In questo senso possiamo farci poco: il tema della eco-sostenibilità ormai emerge in ogni aspetto della vita, anche al di fuori del mondo dell’auto, e non c’è nessuna azienda che oggi come oggi può dichiararsi insensibile al problema. Ovviamente per i costruttori di automobili questo tema è ancora più caldo visto che, a torto, le auto vengono considerate come tante piccole Chernobyl viaggianti! Tutte le persone coinvolte nel circus con cui ho parlato mi hanno detto la stessa cosa: rinviare la partenza dell’ibrido non è pensabile, affiancare una propulsione “green” ai motori a combustione interna è necessario per la sopravvivenza del campionato stesso.
Su questo, volenti o nolenti non c’è più niente da discutere.
LE RALLY1 COME UN NUOVO PROGETTO
A questo punto però, visto che le WRC attuali non vanno bene e che vogliono per forza l’ibrido, qualcuno di voi starà pensando “allora perché non fanno un kit ibrido per le R5/Rally2 e poi via con quelle?” Sembrerebbe l’uovo di Colombo: la semplicità e la diffusione delle R5/Rally2 , con un bel kit aero che fa anche figo e con quei 100kw (136 cavalli) di boost elettrico che fanno tanto piacere anche a Greta Thunberg… ecco pronte le Rally1.
Bravi, è una buona idea, ma anche questa irrealizzabile. Lo so, ve le casso tutte (casso.. con la “S”), ma ora vi spiego perché: come prima cosa vi ricordo che Matton non vuole che i privati possano “infastidire” le squadre ufficiali e quindi già questo stride con l’idea, ma soprattutto il motivo ostativo è che le Rally1, per poter ospitare l’ibrido plug in, devono essere progettate da zero.
Si tratta di inserire nell’auto un apparato complesso e questo richiede un nuovo chassis dedicato, nuovi sistemi di sicurezza, probabilmente ci saranno anche delle modifiche sostanziali nell’abitacolo, insomma… niente da fare: quello che abbiamo adesso non si può usare!
Sulle vetture di classe Rally2/3/4/5 si può pensare solo alla installazione di un sistema mild hybrid, ibrido leggero, che però potrebbe dare un contributo in termini di cavalleria quasi ininfluente e, soprattutto, non sarebbe capace di far viaggiare le auto in modalità elettrica (cosa che invece fa andare in estasi tutti i “risvoltini” degli dipartimenti di Marketing). A dirla tutta la Federazione ha già un piano per il passaggio di tutte le classi sotto la Rally1 all’ibrido leggero e non tarderà molto a presentarlo!
CONCLUDENDO…
Tutto questo per dirvi come stanno le cose e dirvi che per 3 anni a partire dal 2022, queste saranno le auto che vedremo nel WRC, con praticamente nessuna speranza che qualche nuovo costruttore arrivi; perché se già è sicuro che nessuno arriverà nel 2022, chi mai volete che si sobbarchi tutto lo sviluppo per un’auto che dopo 2 anni butterà nel cesso?
Alla fine del 2024, se nessun virus mortale avrà ucciso tutti noi o tutta l’economia mondiale, se ne riparlerà, sperando di poter dire che ci siamo sbagliati e che sono stati i 3 anni più belli del WRC!