Curiosità | Stellantis ri-LANCIA?
La riorganizzazione delle Governance all'interno del nuovo colosso dell'auto fa sognare gli appassionati del marchio torinese
“Anno nuovo, vita nuova”. Da gennaio 2021 Stellantis, nuovo colosso mondiale nato dalla fusione fra i gruppi PSA ed FCA, ha iniziato a muovere i primi passi nell’intricato mondo del settore automobilistico. L’unione di due gruppi già di per se colossi del settore, non poteva che creare una potenza mondiale con possibilità di espansione ancora più marcate, date le diverse frecce a disposizione nella propria faretra.
Sono infatti ben quattordici i marchi che sono confluiti sotto la guida dell’ex amministratore delegato di PSA Carlos Tavares, e fra questi molti spiccano per la loro storia e tradizione nel mondo dell’auto. Fin dalla annunciata fusione però, avvenuta ormai a fine del 2019, non si sono certo sprecate le teorie e le supposizioni sul destino di questi brand, più o meno famosi, che si sarebbero ritrovati sotto lo stesso tetto.
La convivenza fra Peugeot e Fiat, piuttosto che fra Alfa Romeo e DS, con Jeep e Citroen di certo non sacrificabili, è sempre sembrata più un problema, che un vantaggio. E se Maserati è sempre stata (forse) in una posizione privilegiata dato il suo rango, un marchio su tutti è (quasi) sempre stato escluso dalle conversazioni: la Lancia.
Lancia: 2021, anno zero
Il destino della casa fondata da Vincenzo Lancia, d’altronde, sembrava essere già stato segnato dall’infelice condotta del brand negli ultimi vent’anni da parte di FCA. Il tutto culminato con la produzione limitata ad un solo modello, la Ypsilon, per un solo mercato, l’Italia, ed umiliato da queste pesantissime parole:
Abbiamo constatato che il marchio Lancia non ha capacità attrattiva al di fuori dell’Italia. La Lancia non ha storia né in Europa né negli Usa. Noi crediamo che Alfa Romeo superi di molto la Lancia.
Con queste parole Sergio Marchionne, allora amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobile, chiudeva di fatto la storia del marchio rappresentante del rallysmo a livello mondiale, ma non solo. Lancia infatti non è solo il costruttore che ancora oggi, a quasi 30 anni esatti dal ritiro ufficiale dalle competizioni, detiene ancora il record di campionati del mondo marche conquistati (11) e di quello di campionati vinti consecutivamente (6), ma è anche il marchio che forse più di tutti ha contribuito all’innovazione del mondo dell’automobile. Innovazione, appunto, e tecnologie all’avanguardia, sono sempre state il marchio di fabbrica della casa torinese fondata nel lontano novembre 1906, il tutto sempre unito ad un esclusivo design e ad una maniacale attenzione verso il cliente.
Il fatto poi che Lancia non sia conosciuta all’estero viene probabilmente smentito dai seguenti numeri: nel 1926, primo anno dove è stata registrata la percentuale di vetture vendute all’estero rispetto a quelle vendute in Italia, il valore dell’export in casa Lancia fu del 51,5%. Per i due anni successivi non scenderà sotto al 40%, e nel 1969, anno del passaggio della società alla Fiat, il valore fu del 16%, con una percentuale di fatturato dall’estero del 15,5%. Nel 1925, anno di nascita della Chrysler, Lancia vendeva più di 2600 unità all’anno ed era già presente negli Stati Uniti.
A tutto questo sono da aggiungere gli incredibili traguardi raggiunti nel campo delle competizioni. Oltre alle vittorie nei rally sono infatti da ricordare anche le affermazioni alla Mille Miglia, alla Targa Florio, alla Carrera Panamericana, le affermazioni di classe alla 24 ore di Daytona, oltre che le vittorie di diversi campionati Endurance. C’è poi il breve capitolo legato alla Formula 1: anche se nell’albo d’oro Lancia non compare, il mondiale 1965 vinto da Fangio con la Ferrari grida vendetta. La vettura utilizzata dalla Ferrari fu infatti la Lancia D50, fiore all’occhiello del Reparto Corse di Gianni Lancia, e regalata alla Ferrari alla chiusura delle attività e alla vendita della società a Carlo Pesenti.
Arriva Stellantis, Lancia sarà marchio Premium
Con la creazione di Stellantis è stata ultimata anche la riorganizzazione della struttura dirigenziale del gruppo con le più alte cariche che sono state smistate, pendendo più verso Parigi a dir la verità, fra il top management già presente all’interno dei due gruppi. Il manager portoghese Tavares, come detto, si è accaparrato il ruolo di amministratore delegato: il principale attore della rinascita di Renault, e del rilancio di PSA in tempi più recenti, ha tutte le carte in regola per fare bene essendo, ancora prima che un ottimo dirigente, un profondo appassionato del mondo dell’automobile.
Sembra, tra le altre cose, che Tavares sia anche un grande appassionato di motorsport e che non disdegni affatto di mettersi al volante delle più svariate auto da corsa nel tempo libero. Il 62enne portoghese avrebbe anche dovuto partecipare, prima della cancellazione dell’evento, al Rallye Monte-Carlo Historique edizione 2021 al volante di una delle auto che più ricordano e rappresentano la corsa monegasca: la Lancia Stratos.
Fa sorridere, ma anche piacere, immaginare che possa essere stato proprio Taveres a spingere per quello che potrebbe essere uno dei ritorni più clamorosi sulla scena del mercato dell’auto: quello della Lancia, appunto. Scorrendo infatti l’organigramma di Stellantis fino alla pagina dedicata alle governance (come sono suddivisi e gestiti i brand), si nota infatti l’inserimento del marchio torinese sotto la sezione “Premium”, in compagnia di Alfa Romeo e DS. Se Maserati continua a fare storia a se come unico brand inserito nella sezione “Luxury”, Fiat/Abarth farà invece compagnia a Citroen nella sezione “Core”, mentre Peugeot si legherà a Opel sotto “Upper Mainstream”.
Anche se vale sempre la semplice regola del “fino a che non vedo, non ci credo”, il fatto che Lancia sia stata inserita nella lista dei brand che comporranno l’alta gamma del gruppo, non può che indicare una forte idea di rilancio. Viene definito infatti premium quel segmento di vetture composto da berline, SUV, e sportive, non necessariamente di estremo lusso, ma che offrono al cliente una grande varietà di contenuti e di opzioni. Per intenderci, è il segmento in cui spadroneggiano attualmente i marchi tedeschi.
Uno sguardo al futuro
Le possibilità sono infinite, basta volerlo. Di sicuro un marchio “Premium” non potrà prevedere nella propria gamma solo la piccola Ypsilon, seppur aggiornata e progettata su una piattaforma di provenienza PSA invece che sulla attuale piattaforma della Fiat Panda. La nuova convivenza con Alfa Romeo potrebbe portare all’utilizzo della piattaforma Giorgio, quella delle attuali Giulia, Stelvio e della futura Gracale (Maserati), per intenderci.
L’architettura Giorgio è probabilmente la miglior architettura a livello mondiale in termini di prestazioni e di maneggevolezza per questo tipo di vetture: la trazione posteriore o integrale, unita ad una ottima distribuzione dei pesi hanno portato Giulia e Stelvio al vertice della categoria sotto questi aspetti. Quello che è mancato per impensierire veramente le “made in Germany”, è stata sicuramente una maggiore attenzione per il dettaglio e la cura degli interni, giudicati spesso troppo poveri a livello di materiali rispetto alle concorrenti teutoniche.
Su questo Lancia potrebbe, ma attenzione agli investimenti, fare quel passo in più, rinunciando magari alle caratteristiche più sportive delle attuali vetture del biscione, ma puntando forte sull’utilizzo di materiali di alta gamma e sullo stile che l’ha sempre distinta, non disdegnando anche un approccio, perchè no, all’elettrico. Una vettura dalle caratteristiche puramente sportive tuttavia non sfigurerebbe di certo in un catalogo Lancia, che come sappiamo vanta, anche in questo campo, una certa tradizione. Chi infatti non vorrebbe rivedere, proposte in chiave moderna, le varie Fulvia, Beta, Stratos, 037, Delta? Anche il mercato dei SUV, sempre più florido e preso in considerazione dalle case, non sarebbe di certo indigesto al marchio Lancia, e su questo settore la collaborazione invece con DS, potrebbe portare ad ottimi risultati.
Guardando invece la questione lato motorsport le notizie positive arrivano dalle attività che il gruppo PSA ha portato avanti negli ultimi decenni. Attività che sono state sicuramente superiori agli impegni presi invece nel settore da parte di FCA. Peugeot proverà ad interrompere il dominio di Toyota alla 24 ore di Le Mans, con il progetto Hypercar che dovrebbe decollare a breve. Qualche mese fa anche Davide Grasso, CEO di Maserati, ha manifestato l’intenzione di riaprire il Reparto Corse della casa del Tridente, ma in questo caso gli impegni non sono chiari, e attività concrete non sono ancora venute alla luce. La speranza è che il nuovo gruppo possa anche intraprendere una concreta attività nel mondo delle corse, differenziando magari l’impegno e coprendo più categorie possibile con i suoi brand caratteristici. Lancia, anche in questo caso, di certo non sfigurerebbe.
Ci vorrà sicuramente molto tempo e non è ovviamente detto che tutte le aspettative verranno soddisfatte. Ma se guardiamo al recente passato e all’abisso in cui Lancia era sprofondata, questo nuovo inizio non poteva sicuramente essere migliore. Bentornata Lancia.
4 Comments
Enrico
Secondo me la Lancia comprese le cugine Fiat ed Alfa Romeo si sveglieranno davanti al cospetto di San Pietro. Si avranno la loro nuova vita, in paradiso.
Andrea Carraro
Io sono sempre stato molto pessimista riguardo al futuro di Lancia in particolare. Rimango titubante, ma questo spiraglio è sicuramente qualcosa di più che una semplice intenzione campata in aria secondo me….Tavares di sicuro non è una da mettere il marchio Lancia su una Citroen senza cambiare manco la calandra, giusto per ricordare cosa invece fece qualcun’altro. Comunque sia verso marzo dovrebbero uscire alcune indicazioni sui piani industriali, e avremo quindi qualche altra indicazione
Tonino
I marchi italiani hanno fatto la storia e potrebbero offuscare il futuro di molti brand stranieri, se solo mettessero in cantiere le storiche idee innovative. Ma a volte sembra che non vi sia l’intento è questo fa male. Speriamo bene…
Andrea Carraro
Assolutamente d’accordo! Le potenzialità sono spaventose. Purtroppo per rimediare all’immobilismo degli ultimi 30 anni il lavoro da fare è tanto e soprattutto dispendioso. Confido che PSA non abbia acquistato FCA per poi chiudere o lasciare nella polvere i suoi marchi più blasonati