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Ibrido, stagione 2020 e molto altro: la nostra intervista a Rich Millener, team principal M-Sport

Dalla fattoria dello zio alla guida di un team nel mondiale rally

Questa settimana ho avuto la possibilità e il privilegio di parlare con una delle figure più in vista del rallysmo mondiale. No, non sto parlando di un pilota ma di Rich Millener, team principal di M-Sport, una delle squadre più amate di sempre nel mondo dei rally.

Ciao Rich, grazie per aver dato la tua disponibilità a Rallyssimo! Vorrei prima di tutto parlare di te: sono molto curioso di sapere come è iniziata la tua avventura con M-Sport e come si è evoluta. So che hai iniziato a lavorare a Cockermouth come venditore, come si è sviluppata la tua carriera all’interno dell’azienda e quale è il tuo background?

Ciao Federico! Prima di lavorare in M-Sport lavoravo nella fattoria di mio zio. Volevo provare qualcosa di diverso e il mio interesse principale erano i rally, ma onestamente non avrei mai pensato di poter lavorare nel mondo dei rally. 

La mia famiglia vive nel sud dell’Inghilterra a circa 5 ore dalla Cumbria, la regione dove c’è la sede di M-Sport ma ho visto che c’era una posizione aperta nella divisione commerciale e mi sono candidato. Mi è stata data la possibilità di venire a lavorare per una o due settimane per vedere come va e come è il lavoro. Dopodiché mi è stato offerto il posto e per me è stata una scelta importante perché comunque si trattava di spostarsi da una parte all’altra della nazione, ma avrei lavorato nel mondo dei rally e questo era fantastico. Malcolm Wilson è poi molto bravo nell’offrire, alle persone all’interno di M-Sport, opportunità di sviluppo personale e di crescita se queste lo desiderano e hanno voglia di lavorare duramente per quell’obiettivo.

Sono molto fortunato a fare quello che faccio adesso e buona parte di questo è stato grazie al fatto che sono un grande appassionato di rally e ho sempre voluto essere coinvolto in questo mondo. È stato un bellissimo viaggio e sono molto fortunato anche ad avere la fiducia di Malcolm che mi permette di ricoprire questo ruolo! Lui comunque viene sempre alle gare e ogni giorno posso imparare qualcosa!

Parliamo del 2022, secondo la Federazione Internazionale ci sarà un’adozione della tecnologia hybrid sulle WRC (le Rally1). Tuttavia non si sente in giro di nessun test e voci di corridoio parlano di un possibile rinvio di un anno. Tu da team principal nel  WRC sicuramente puoi chiarire questo argomento meglio di chiunque altro: con quali auto si correrà il WRC 2022?

Conosceremo il regolamento abbastanza tardi, ma onestamente è normale perché questo è un grande cambiamento, una grande evoluzione delle macchine. Se ci pensi, quando siamo passati dal 2016 al 2017, le macchine erano comunque basate sulla generazione precedente. Certo, con più aerodinamica, un po’ più di potenza e altre cose, ma la base era quella. Adesso invece ci sarà tutto un nuovo set di norme: ci saranno modifiche negli chassis, la rimozione di alcune parti come il differenziale centrale e la diminuzione della componente aerodinamica, ma allo stesso tempo c’è anche l’introduzione del sistema ibrido e questo non è mai stato fatto prima. Questa è una grande sfida perché se vai a vedere dentro alle nuove macchine troverai una grande batteria per il motore elettrico, con il suo sistema di raffreddamento e con questo anche delle nuove norme di sicurezza dettate dalla FIA in termini di posizionamento degli equipaggi, rollbar, etc. In pratica è un grande foglio bianco da cui partire e quindi ci vuole un sacco di tempo per finalizzare tutto e per mettere i costrutti d’accordo. C’è anche il problema del dimensionamento del telaio perché poi dopo ci devi mettere sopra la carrozzeria dell’auto di serie, le cui dimensioni sono diverse da costruttore a costruttore. Infine c’è anche un ritardo nella consegna dei moduli ibridi, che d’altra parte è comprensibile vista l’attuale situazione mondiale. In ogni caso tutti i costruttori stanno sviluppando le loro auto e ci aspettiamo di vederle tutte entro i prossimi mesi.

Quindi andiamo avanti con il discorso ibrido: il Monte-Carlo 2022 partirà con le WRC ibride?

Si assolutamente, per noi rimandare di un anno in questo momento sarebbe una cosa molto molto negativa, anche perché tutti abbiamo già stanziato degli investimenti in questo senso. Sarà anche interessante perché al Monte 2022 le prestazioni delle auto dipenderanno da quanto hai saputo lavorare bene nei 12 mesi precedenti. In questo noi siamo molto forti, intendo nel creare auto all’ultimo minuto. Lo abbiamo fatto nel 2017 e abbiamo vinto due mondiali di seguito! Se invece ci fossero altri 12 mesi di sviluppo, dopo il 2022, prima di uscire con le nuove macchine, probabilmente altri costruttori sarebbero in grado di investire maggiori risorse di quelle che possiamo investire noi. Ma rimandare non è un’opzione per nessuno, a partire dai costruttori.

Cambiamo argomento, e andiamo al presente. Abbiamo visto una grande prestazione nel WRC2 da parte della Fiesta Rally2 guidata da Fourmaux. La macchina in gara aveva qualche nuovo sviluppo?

No, e penso che questo sia positivo! Ci sono un sacco di persone che pensano che abbiamo auto differenti o che in generale i team ufficiali hanno auto differenti per alcuni piloti. Quella macchina era la stessa usata al Rally delle Canarie ed è anche già stata venduta. Per dirla tutta era stata venduta prima del Monte-Carlo, quindi ha corso il Monte e ora è in preparazione per il suo nuovo proprietario. 

Effettivamente la macchina è stata molto competitiva durante l’evento alle Canarie.

Sapevamo fin dall’inizio che la macchina era competitiva, a parte forse il setup che non era perfetto per i piloti all’inizio. Questo problema ci è costato molto all’inizio con molti clienti che sono passati dalla Fiesta ad altri marchi. Siamo molto fortunati ora ad avere Adrien che è capace di mostrare la reale competitività della macchina. Costantemente facciamo degli sviluppi in termini di set up, ammortizzatori e altre piccole cose che comunque passiamo a tutti i clienti per cui tutti hanno lo stesso livello di evoluzione della macchina. Per questo è davvero importante avere Adrien Fourmaux con noi, non solo per il suo sviluppo come pilota ma anche perché è bastato che corresse qualche evento con la Fiesta l’anno scorso in Italia [il Rally di Como], in Portogallo e alle Canarie, perché l’interesse per la macchina crescesse esponenzialmente!

Come si suol dire “La domenica vinci, il lunedì vendi” (Win on Sunday, sell on Monday). È vero: se la macchina non vince, la gente non la vede come una macchina vincente. Poi è chiaro quando esce un nuovo modello, molti sono attratti anche da questo e tra le R5 c’è veramente tanta competizione, ma alla fine, come ho detto, se vinci le gare, poi vendi le auto.

Rimaniamo sul Monte-Carlo appena concluso. Ricordo molto bene le arrabbiature di Malcolm Wilson con Ott Tanak quando quest’ultimo ne combinava qualcuna delle sue. Come l’ha presa questa volta dopo l’incidente di Suninen?

A dire la verità, penso che stavolta io sia stato più arrabbiato di lui! [sorride

È molto importante il contributo di Malcolm alla squadra perché porta sempre un sacco di entusiasmo, consigli e motivazione. Io comunque dirigo il team, ma a lui piace venire perché comunque prima di tutto è un appassionato di rally e non se ne perderebbe uno. Certo è stata una delusione per lui, ma è una situazione che gli è già capitata per cui è in grado di controllare il suo disappunto.

Prima della partenza ci siamo seduti intorno ad un tavolo con i piloti, spiegandogli che i distacchi a Monte-Carlo sono sempre notevoli alla fine della gara, anche tra i primi 5. Che non dovevamo dimostrare niente il giovedì, visto che erano solo 2 prove e che il nostro obiettivo era portare entrambe le auto al traguardo. Se poi una delle due fosse arrivata nei primi 5, sarebbe stato un grande risultato, un grande inizio della stagione. Quindi quello che è successo è stato molto triste. da un lato l’auto stava andando bene ed era bello vedere Teemo battere Tanak sugli split ma allo stesso tempo il Monte è un rally di 4 giorni, non di 20km.

Poi tutte le emozioni sono state ingigantite dallo stress e da tutto quello che abbiamo affrontato per essere lì, dai problemi relativi al Covid a quelli derivanti dalla Brexit. Tutti hanno lavorato veramente duro per essere al Rally Monte-Carlo e poi, improvvisamente, non puoi che sentirti triste per i meccanici e gli ingegneri. Perché sono venuti per 4 giorni di test, poi hanno preparato la macchina e sono stati via dalle loro famiglie per una settimana e mezzo e in tutto questo la ricompensa è stata una macchina distrutta nella prima prova. Non è certo questo il modo in cui vorresti iniziare un campionato del mondo!

Un paio di settimane fa ho sentito Hayden Paddon e lui mi ha detto che stava parlando con una squadra per fare qualche gara del WRC. Non ha nominato direttamente M-Sport, ma non è necessario essere Sherlock Holmes per arrivarci.

Abbiamo parlato con molti piloti prima dell’inizio della stagione e ho visto che, quando abbiamo annunciato i nostri piloti, molti hanno commentato qualcosa tipo “come mai non avete parlato con questo o quello”. Ma noi, appunto, abbiamo passato molto tempo parlando con molti piloti e alla fine siamo molto soddisfatti della nostra scelta… nonostante Monte-Carlo [sorride]. Abbiamo investito molto tempo e sforzi sui due piloti che abbiamo, Malcolm ha investito molti soldi su di loro e pensiamo realmente che abbiano molto potenziale. Se così non fosse, davvero, non andremmo avanti con loro.

Certo, sarebbe bello avere una terza vettura al via, almeno in certi eventi, ma in questo momento non siamo nella posizione di poter supportare finanziariamente una terza auto.  Abbiamo parlato con alcune persone ma al momento sono solo conversazioni. A proposito di Hayden, sappiamo che cerca in tutti i modi di tornare nel WRC e ci ho parlato qualche settimana fa, ma al momento, dal mio lato, non c’è niente di concreto sul quale poter parlare.

D’altra parte tutti sanno che M-Sport è molto veloce nel preparare un’auto e metterla a disposizione dei piloti. Auto capaci di vincere o comunque di finire nelle prime posizioni di ogni gara. Certamente continueremo ad andare avanti in questa direzione durante la stagione ma, onestamente, con tutta la situazione del COVID e l’impatto che ha avuto sul business, non siamo adesso in grado di aiutare finanziariamente altri piloti ad essere al via delle gare come facevamo prima.  Abbiamo investito nei tre piloti che abbiamo portato al Monte, questo è il nostro obiettivo per la stagione. 

A proposito della prossima gara, l’Artic Rally: è la sostituzione del Rally di Svezia, ma sembra che sarà una gara diversa dal Rally di Svezia che abbiamo visto negli ultimi anni. Quali sono i programmi di M-Sport a questo proposito?

Si sarà un evento molto diverso rispetto al Rally di Svezia degli ultimi 7-8 anni. Dovremmo infatti avere finalmente delle buone condizioni per un rally su neve e ghiaccio. Avere l’occasione di andare ancora più a nord è molto interessante. Sarà molto interessante acnhe per i giovani piloti perché, a parte gli scandinavi, molti non hanno mai guidato in queste condizioni.

Faremo dei test prima dell’evento, con tutti e tre i piloti, per prepararci ad una gara particolare, basata solo su 3 giorni, e con 220/230 km di prove cronometrate. Non è certo quello che ti aspetti in un evento del WRC, ma in questo momento il fatto di riuscire ad avere un rally invernale a febbraio è già un qualcosa per cui essere grati!

È molto triste quando vedi persone che sono sempre negative mentre altre lavorano duro per far si che gli eventi si svolgano. Voglio dire, anche questo Monte-Carlo è stato un grande evento pur con tutte le limitazioni in atto e sono sicuro che anche l’Artic sarà un grande evento. Il livello dei piloti e delle auto è così vicino che se hai un evento più corto, vuol dire che i piloti spingeranno forte fin dall’inizio, a tutto vantaggio dello spettacolo!

Non possiamo a questo punto che ringraziare Rich per il tempo che ci ha dedicato a augurare a tutto il suo team un Artic Rally di successo, come sperano tutti i supporter di M-Sport nel mondo.

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