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DAKAR 2021 – Un’edizione segnata da polemiche e accuse

È stata una Dakar insolitamente piena di recriminazioni e qualche dichiarazione avvelenata

La Dakar 2021 si è appena conclusa, decretando la quattordicesima vittoria di Peterhansel davanti a Al-Attiyah. Mini davanti a Hilux, buggy davanti a 4wd. Purtroppo però, temiamo che questa edizione sarà ricordata più per le polemiche e i botta e risposta a distanza, piuttosto che per il risultato sul campo.

Certo, in una gara così lunga e faticosa, è normale che i nervi possano saltare, ma stavolta siamo andati oltre e le accuse reciproche si sono sprecate. Sicuramente la querelle Al-Attiyah e X-Raid è quella che ha avuto risonanza maggiore: solo 2 giorni fa Nasser Al-Attiyah aveva rilasciato una lunga dichiarazione ad Autosport.com (qui trovate l’intervista completa in inglese), nella quale lamentava un regolamento troppo favorevole ai buggy

Sono un po’ demoralizzato, questa non è una battaglia tra me e Stéphane, non ho problemi a confrontarmi con lui come pilota, abbiamo visto che con Stéphane e il suo compagno di team Carlos [Sainz], siamo sempre lì.

Ma per me è una battaglia persa in partenza tra 4wd e buggy. Le regole sono troppo a favore dei buggyLa mia velocità e l’eccellente lavoro fatto dal mio navigatore Matthieu non sono sufficienti per colmare il distacco tra queste auto.

Non solo gli errori di navigazione ma anche le forature hanno determinato la gara. Dalla partenza del rally a oggi, il nostro team ha collezionato 60 forature [16 per Al-Attiyah] contro le 14 delle Mini X-Raid. Questo dato parla da solo. I buggy hanno ruote più grandi e in questo modo possono cavarsela meglio sulle rocce, dove per noi è un incubo.

 

Il ragionamento effettivamente non fa una piega ma, come spesso succede, andando a leggere tutti i numeri, la situazione non è poi così drammatica come il forte pilota del Qatar la dipinge. Anzi, su 12 tappe, ben 8 sono state vinte da una Toyota Hilux e solo 4 da una Mini X-Raid. Per la precisione, il solo Nasser ha vinto 5 tappe, più di quante ne abbiano vinte Peterhansel e Sainz insieme… i numeri non mentono mai.

Questa però è solo una parte della polemica perché, il 3 gennaio, era uscito su motorsport.com un altro pezzo (qui trovate l’originale in inglese) dove stavolta a polemizzare a distanza erano stati i team principal di Toyota GR South Africa Glyn Hall e quello di X-Raid Sven Quandt. 

In questo caso la pietra dello scandalo era la limitazione della velocità massima delle vetture. Questo tipo di limitazione, che già era in vigore per le moto e per i camion, è stata introdotta quest’anno per le auto di classe T1 e T2 e fissata a 180km/h (mentre per gli SSV e i camion è 130km/h). La limitazione, secondo X-Raid è stata voluta, per limitare lo strapotere dei buggy sul veloce dove l’anno scorso Sainz faceva il vuoto e d’altra parte  Glyn Hall non lo nasconde nell’intervista:

La FIA ha ridotto la velocità a 180km/h; ci aspettavamo che scendesse fino a 170, o anche 175 sarebbe stato meglio. Ma è stato deciso così.

Questo farà si che loro non scappino via nelle prove veloci e ricordate anche che Nasser per stare davanti a loro [Sainz e Peterhansel] doveva prendere molti più rischi dei buggy Mini.

Da parte sua, Sven Quandt ovviamente affronta la questione da un punto di vista diverso: 

Toyota ha spinto molto per questo. Temevano che le auto a 2 ruote motrici fossero più veloci, ma attenzione, le 2wd sono più veloci sulle parti veloci della gara, ma non su quelle lente. Che questo sia sportivo o no è discutibile, ma sicuramente è un qualcosa che è stato fatto perché Toyota ha voluto così. Non era una nostra idea.

Noi siamo un pochino più veloci con i buggy, è vero, ma Glyn non è mai contento nemmeno quando vince la Dakar. Pensa sempre che noi siamo troppo veloci. Non è mai contento di questo e si lamenta sempre, e io gliel’ho detto nelle riunioni, ma comunque dobbiamo accettarlo.

Certo questa non è stata l’unica polemica: Loeb si è lamentato per una ingiusta penalità (per eccesso di velocità in una zona controllata) mentre Sainz alla fine della quinta tappa era molto scontento per l’eccessiva difficoltà di navigazione; tuttavia il grosso dei “veleni” di questa edizione si sono concentrati su quanto è successo durante la sosta tra le due parti della tappa marathon e in generale sulle assistenze.

Come molti di voi sapranno già, la tappa marathon consiste nell’unione delle tappe di 2 giorni consecutivi, tra i quali, a differenza del solito, solo l’equipaggio può fare assistenza. Sembrerebbe però, stando a quanto dichiarato da alcuni piloti, che questa regola non valesse proprio per tutti e che qualcuno sia stato aiutato non poco. Il pilota russo Kariakin, in un video su Fb, che trovate qui in russo, dice di essere rimasto molto male quando ha visto che alcuni concorrenti venivano aiutati in maniera illegale

In un altro pezzo del media baltico Delfi (che trovate qui) viene mostrato un video dove un’altra vecchia conoscenza dei rally, Martin Prokop, viene trainato illegalmente da un veicolo “civile”. Una violazione che, da regolamento, sarebbe dovuta costare diverse ore al pilota ceco ma che è stata ignorata dall’organizzazione. In una nota, sempre nello stesso articolo, c’è anche la risposta dell’organizzazione che asserisce che tutto si sia svolto secondo regolamento. 

Ovviamente non sappiamo quanto di quello che è stato riportato da queste e altre fonti sia vero, ma ciò che è abbastanza evidente è che si tratta di una Dakar eccessivamente polemica e che queste discussioni dovrebbero stare lontane da questa mitica gara, perché se c’è una cosa di cui siamo sicuri, è che non è questo lo spirito della Dakar!

Photocredit: A.S.O_DPPI_E.Vargiolu – A.S.O._F.Gooden – Delfi.lt

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