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Stephane Peterhansel vince la Dakar 2021! Sainz è terzo

Il francese suona la quattordicesima, entrando sempre più nella storia della grande corsa

Ci sono storie che lasciano il segno, gesta e imprese che rimangono scritte nell’esistenza di ognuno di noi, momenti della vita che la determinano e la segnano in maniera indelebile.

L‘edizione 2021 del Dakar Rally, rimarrà per tanto tempo nella memoria di molti: per chi l’ha vissuta in prima persona, per chi ci ha lavorato intensamente, per chi ha contribuito al suo esito, per chi ne è stato parte integrante. Per tutti questi comunque, rimarrà il ricordo di una gara indimenticabile.

Eh si, perché nel 2021 organizzare un evento di tale caratura e importanza, è stato decisamente arduo, complesso e lodevole. Nonostante una possibile prima cancellazione, poi spostamento, poi coi problemi del Governo Arabo sui casi COVID, l’organizzazione di Amaury Sport Organisation è stata impeccabile.

Dodici le tappe, Arabia Saudita, una vera odissea, per tutte le categorie. Nonostante le battaglie disseminate in tutte le porzioni di classifica, per la testa delle auto di storia ce n’è sempre stata poca.
Fin dalla terza tappa, infatti, è stato un affare a due, coi due alfieri di Mini X-Raid e Toyota Overdrive che hanno inscenato un duello davvero eterno. Alla fine a spuntarla, per la quattordicesima volta in carriera, nona tra le auto, è stato il pilota di Échenoz-la-Méline Stephane Peterhansel, con la sua Mini JCW Buggy coadiuvato da Edouard Boulanger.

Sfruttando anche le doti della sua tipologia di vettura, superiore alle 4×4 su determinati terreni, ha sempre e solo tenuto dietro di sé il triplice volte vincitore Nasser Al-Attiyah.
Il qatariano, a bordo della sua Hilux, ha provato di tutto, ma insieme al francese Mathieu Baumel si deve accontentare dell’argento, tornando a sperare nella cima del podio per il 2022, dove i buggy non potranno più essere utilizzati dai piloti prioritari.
Il distacco finale è stato comunque minimo, ammontando a 13’51, davvero poco in una gara del genere, determinato anche dalle oltre sedici forature patite dal driver mediorientale.

Dopo la vittoria 2020 era il favorito, ma ha tradito le aspettative.
Il pluricampione Carlos Sainz infatti, non è mai stato pienamente in gioco per la vittoria.
Nonostante il performante mezzo di X-Raid, la Mini JCW Buggy, la navigazione estremamente complessa di questa edizione l’ha messo palesemente in difficoltà, come affermato dallo stesso qualche giorno orsono. In questa Dakar contava molto più la navigazione che la guida, a suo dire, e per ciò nonostante Lucas Cruz non è riuscito a rendere al meglio.
La testimonianza primaria di tutto ciò è rappresentata dal distacco pagato a fine corsa, ben 1h, decisamente troppo. Ora le sue ambizioni sono puntate al 2022, sperando di trovare un percorso che gli si addica maggiormente.

Medaglia di legno per Jakub Przygonski e Timo Gottschalk. Il duo Toyota Hilux Orlen/Overdrive, infatti, non è mai stato in gioco per il podio, ma ha disputato una gara costante e con pochi errori. Specialmente nelle ultime tappe, infatti, si sono risparmiati, e hanno chiuso a 2h36′.

Molto positivo il debutto di Nani Roma ed Alex Vinocq a bordo della BRX Hunter. Alla prima gara in assoluto per il nuovo 4×4 di Prodrive, infatti, il duo ispanico ha disputato una gara costante, mirata allo sviluppo della vettura stessa, la quale ha dimostrato un ottimo potenziale, anche grazie alle prestazioni del compagno di squadra Loeb.
Nonostante le 3h22 di ritardo, l’obbiettivo per il 2022 sarà sicuramente il gradino più alto.

Sesto, più che meritato in virtù di una ottima seconda settimana, lo sceicco Khalid Al Quassimi, il quale a bordo della sua Peugeot 3008 DKR privata ha chiuso con 3h29 di ritardo, supportato da Abu Dhabi Racing.

Settima piazza finale per il russo Vladimir Vasilyev. Niente male per lui, che con la sua privata Mini Countryman ALL4Racing di precedente generatore è comunque stato sotto le 3h30 di ritardo, primo al traguardo tra le suv della casa inglese.

Ottavo invece il sudafricano Giniel De Villiers. Vincitore della Dakar 2009, quest’anno ha fatto una gara con molti alti e bassi, portando comunque il suo Hilux nella top ten.

Non ha eguagliato il suo sesto posto 2019, migliore posizione nella sua carriera dakariana, ma Martin Prokop, volto conosciuto dei rally, ha portato il suo “Shrek” Ford F150EVO nei dieci, in nona piazza, con anche un podio di tappa. La determinazione è tanta, ma nel frattempo sarà una R5 rally a tenerlo impegnato…

Ha chiuso la top10, invece, Cyril Despres. L’ex vincitore tra le moto, infatti, ha migliorato giorno per giorno portando la sua Peugeot 3008 DKR anche nei cinque assoluti di tappa, sempre coadiuvato dall’esploratore svizzero Mike Horn.

Non avendo italiani al via nella Dakar auto “tradizionale”, sicuramente degni di nota all’interno della regolarità Dakar Classic Luciano Carcheri e Roberto Musi, settimi con la loro Nissan Patrol e l’equipaggio composto da Roberto Camporese ed Umberto Fiori, davvero eroici a “farcela” a solcare il palco di arrivo a bordo di una Peugeot 504 preparata per l’occasione.

Con la Dakar l’appuntamento è per il 2022, per la quale tra non molto scopriremo la location…restate sintonizzati.

Ecco la classifica top10 al termine dell’Odissea Saudita:

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