DAKAR 2021 e non solo – La nostra intervista a Kris Meeke
Il forte pilota di Dungannon ci parla della sua prossima avventura alla Dakar e di molto altro
Kris Meeke è un pilota che non ha certo bisogno di presentazioni, semplicemente o lo si ama o lo si odia. In ogni caso, è comunque uno dei piloti che più è mancato nel 2020 e noi di Rallyssimo lo volevamo sentire da tempo, per cui, appena abbiamo saputo della sua prossima partecipazione alla Dakar 2021, non abbiamo messo tempo in mezzo.
Ciao Kris, grazie per averci concesso un po’ del tuo tempo. Immagino che tu sia a casa in preparazione della Dakar 2021 alla quale parteciperai insieme a PH Sport con un SSV T3 Zephyr; come è nata questa avventura?
Ciao Federico, si sono a casa ad Andorra e qui, nonostante tutto, abbiamo un bellissimo autunno!
Già quest’anno ero stato in Arabia Saudita alla Dakar, seppur non come partecipante, ma, facendo un passo indietro, io ho sempre avuto una grande passione per questo tipo di eventi di off road endurance, ho sempre seguito la Dakar e, anche se sono un po’ troppo giovane per aver apprezzato Ari Vatanen come pilota di rally, ho invece ben fisse nella mia mente le immagini delle sue vittorie con la Peugeot alla Dakar.
Ho fatto spesso gare di enduro, nel 2012, per esempio, ho partecipato anche alla Baja 1000 con una Honda CRF: 41 ore non stop sulla moto da solo, ma ho fatto gare di 24 ore in Galles, sempre in moto, e spesso anche con gli amici mi piace andare a guidare su terreni difficili.
Direi che questo tipo di avventure sono sempre state nella mia mente. Onestamente non mi sarei mai aspettato che la mia carriera nei rally sarebbe arrivata ai livelli che ho raggiunto (ndr. sorride), è qualcosa che è successo in maniera “organica”, ma nella mia testa ho sempre pensato che un giorno avrei corso la Dakar.
L’anno scorso, quando ho avuto l’occasione di andare in Arabia, l’ho presa al volo e questo non ha fatto altro che aumentare la mia voglia di partecipare. È un’avventura incredibile: lasciare il bivacco la mattina alle 5 del mattino, 200km di trasferimento, poi 600km di prova speciale e altri 200km per raggiungere il prossimo bivacco, giorno dopo giorno! Io sono rimasto fino al giorno di riposo a Riyad, ma già dopo il quarto giorno pensavo di essere in Arabia da 2 mesi! Questo ti riporta veramente indietro a un vecchio modo di correre e mi appassiona moltissimo.
Nel 2020 ho viaggiato con il team OT3 come navigatore di riserva del mio amico e vicino di casa Cyril Despres. Infatti Mike Horn, il suo navigatore, era bloccato dal ghiaccio al Polo Nord e non sapeva se sarebbe arrivato in tempo. Quando Cyril me lo ha chiesto ho detto subito di sì, ma per fortuna all’ultimo momento la barca di Mike si è liberata dai ghiacci e lui è ha viaggiato direttamente dal Polo Nord fino in Arabia Saudita!
Entrando nel merito del veicolo che guiderai, cosa ci puoi dire dello Zephyr (costruito sulla base del Can-Am Maverick X3)?
Onestamente ad inizio anno, quando ho iniziato a pensare di correre questa edizione, il mio cuore mi diceva che avrei dovuto cercare un veicolo di classe T1, magari una Toyota o una Mini di X-Raid, ma come sai nel 2020 tutto è complicato e quando è arrivato il lockdown tutto si è fermato per molto tempo. Poi Bernard (Piallat n.d.r.) di PH Sport, con cui ho un rapporto fantastico dai tempi del WRC, mi ha chiesto di provare lo Zephyr e allora sono andato a Dubai per una 3 giorni di test, alla fine dei quali abbiamo raggiunto un accordo per correre questa edizione in classe T3 con lo Zephyr.
Il mio cuore continua a dirmi che sarebbe fantastico correre con un T1 con i top drivers, ma la testa mi dice che è meglio un veicolo T3 per la mia prima esperienza alla Dakar.
Anche perché se prendi per esempio una Toyota Hi-Lux, hai una macchina che pesa 2 tonnellate e mezzo ma con le sospensioni che hanno meno escursione di una WRC! Io trovo molto strano correre la Dakar con una macchina con meno corsa delle sospensioni di una auto da rally. L’altra alternativa è la Mini, che ha ottime sospensioni nella versione buggy, ma solo 2 ruote motrici, che non è il massimo sulle dune.
Quindi la cosa più intelligente, secondo me, è iniziare ad adattarmi a questo tipo di corsa con un veicolo come lo Zephyr che ha il vantaggio delle 4 ruote motrici, ma anche un ottima escursione delle sospensioni.
Quando siamo stati nel sud della Francia a fare altri test ed abbiamo usato delle strade sulle quali non riusciresti ad usare un’auto da rally, sono rimasto letteralmente impressionato. È semplicemente incredibile quello che può fare lo Zephyr con i suoi oltre 60 centimetri di escursione delle sospensioni. Pensa che ho dovuto in qualche modo ritarare i miei occhi e la mia testa perché in certi tratti con una WRC avrei dovuto alzare il piede mentre con lo Zephyr non serve.
Come detto io penso che questo sia il miglior modo per iniziare con la Dakar per me e magari vedere se posso progredire e aprirmi una strada per il futuro in questo tipo di competizioni.
Parliamo del futuro allora, ma del 2021 in ottica rally. Hai dei programmi o delle idee per il prossimo anno?
In realtà avevo delle idee anche per quest’anno (sorride), ma poi questo pazzo 2020 ha cancellato tutto! Ho fatto un po’ di sessioni di test con Skoda, e mi è piaciuto molto lavorare in questo ambiente “factory”, molto professionale. Il team è veramente buono e dopo aver riassaporato il piacere della guida abbiamo parlato di fare qualcosa insieme, ma poi è stato impossibile fare piani con la pandemia in corso. Per cui, anche per il 2021, non saprei ancora cosa dirti. Sicuramente non ho perso la passione e se arrivasse un’offerta che ha senso la valuterei e sarei interessato.
Magari con la C3 WRC del team Saintéloc, potrebbe essere un’idea, visto che la macchina la conosci come pochi altri?
Vedremo (ndr. sorride ancora). La prima cosa che mi viene da pensare è che devono omologare l’auto per il campionato e già questo è un procedimento complesso e costoso. Poi comunque fare il WRC come team privato non è davvero una cosa semplice, lo so bene. Non so davvero, mi sono trovato molto bene con Skoda quest’anno per il breve periodo che sono stato con loro, vedremo cosa porterà il futuro.
Per il momento sono completamente concentrato sulla Dakar e non mi dispiacerebbe prendere parte ad altri eventi come l’Abu Dhabi Desert Challenge o il Silk Way Rally, che è un’avventura incredibile. Ecco direi che al momento la mia priorità è il cross country, ma se ci fosse un’opportunità di correre nei rally la valuterei positivamente, ma al momento niente è definito.
Sempre a proposito del futuro, quale è la tua opinione, da pilota, da addetto ai lavori e da ingegnere, dell’avvento dell’ibrido nel WRC nel 2022? Pensi che porterà nuovi costruttori e nuovi team a competere nel mondiale?
Io penso che tra molti anni, quando guarderemo indietro a questo periodo, definiremo le WRC plus come le gruppo B del ventunesimo secolo. A tutti noi appassionati vengono gli occhi lucidi quando pensiamo al periodo delle Gruppo B, delle Audi 4, delle Peugeot 205 T16. È stata un’era incredibile e quando, tra qualche anno, guarderemo alle auto nate dalla regolamentazione del 2017, ci sembrerà una cosa simile. E io mi sento veramente un privilegiato per aver guidato queste auto: 400 cavalli, un’importante aerodinamica, le più veloci e le più sicure mai costruite, almeno con il motore a combustione interna!
La mia più grande paura per il WRC è che non venga scelta la strada giusta, e questa è una sfida per tutto il motorsport. Scegliere la strada giusta è molto difficile e la mia paura è che abbiano scelto la strada dell’ibrido troppo tardi. Citroen, nel 2007 o 2008, già aveva presentato un concept di C4 WRC ibrida (Citroen C4 WRC HYmotion4 ndr) e questa tecnologia doveva essere nel WRC 10 anni fa! Toyota produce veicoli ibridi di serie da più di 20 anni. Per cui introdurre adesso l’ibrido nel WRC, per me è semplicemente troppo tardi (scuote la testa).
Cosa altro posso dire? Attirerà nuovi costruttori? Non penso. Abbiamo già visto che Boris Johnson, il primo ministro britannico, nei giorni scorsi ha annunciato che dal 2030 sarà vietata la vendita di veicoli a combustibile fossile in tutta la Gran Bretagna. Sono solo 9 anni da oggi, e solo per un breve periodo continueranno ad essere vendute le auto ibride. Allora mi chiedo se un costruttore vorrà investire un sacco di soldi nella promozione di un veicolo ibrido che tra qualche anno sarà già obsoleto.
Pensando poi a quello che sono i rally del WRC, si tratta di una gara di 3 giorni in giro per la nazione. Certo il format è già molto più compatto di come era negli anni 80/90, adesso è uno sprint, ma comunque anche in questo formato, correre con auto al 100% elettriche non è pensabile. Dovresti avere auto che pesano 2 tonnellate e mezzo.
Per le gare in circuito, tipo formula o rallycross, è molto più semplice perché è tutto confinato in uno spazio limitato, ma il WRC è in uno stato decisamente precario. Io penso che, per esempio, Toyota sia tornata nel WRC per promuovere il brand GR, perché per molti anni non hanno avuto una serie di modelli sportivi. In pratica dopo molti anni di macchine ibride, sono tornati per promuovere il loro brand sportivo. Questa è una cosa molto bella per ogni appassionato di auto come me ed è quindi come se fossero tornati un po’ indietro nel tempo.
Ma quale è il futuro? per me non è l’ibrido.
Il futuro per me è l’elettrico e l’idrogeno. Certo la tecnologia basata sull’idrogeno non è ancora matura, ma magari in un prossimo futuro lo sarà. Certamente questo è un momento complicato per prendere decisioni e io non avrei scelto di spingere l’ibrido. La mia opinione è che avrebbero dovuto adottare una soluzione ad interim, qualcosa di molto semplice, da utilizzare fino al momento in cui non sarà chiara la strada da intraprendere.
Nei prossimi 5 o 10 anni, tutto è destinato a cambiare molto velocemente e il WRC, che, non dimentichiamolo, è una piattaforma di marketing per case automobilistiche, potrebbe diventare irrilevante con l’ibrido, anche se spero con il cuore di sbagliarmi.
Quindi, se ho capito bene, tu saresti più per un periodo di transizione, con una regolamentazione tesa a semplificare. Insomma, saresti a favore delle cosiddette R5 plus?
Si esatto, è esattamente la mia idea. Immagina di avere una R5 plus, con una flangia più grande sulla turbina e un kit aerodinamico più aggressivo e poi immagina di poter vendere questo kit a tutti i possessori di una R5. In ogni gara del WRC avresti 100 auto iscritte nella classe maggiore! Gli Ogier, i Neuville, i Tanak gli Evans, saranno sempre in cima alle classifiche, perché sono i migliori piloti del mondo, ma pensa ai piloti locali che potrebbero avere l’opportunità di misurarsi in qualche modo ad armi pari con loro!
Questo farebbe diventare il WRC molto popolare, farebbe entrare più case automobilistiche e potrebbe garantire alla federazione il tempo necessario per capire che strada prendere.
Un ultima domanda, che devo farti anche se sicuramente non sono il primo a farlo: Puoi parlarmi della power stage del Messico 2017?
(Kris sorride, mi mostra un diorama della sua C3 che piomba su una Passat parcheggiata e poi si mette le mani nei capelli)
Sicuramente è stato un incredibile shock quando è successo, ma se guardi il camera car, non mi sono nemmeno accorto di aver colpito l’auto parcheggiata. Ho attraversato i cespugli sono finito nel campo, appena ho capito che la macchina era ok, il primo istinto è stato solo quello di cercare il modo di tornare in strada. Tutte le macchine erano parcheggiate a sinistra e allora ho pensato che da li si poteva risalire sulla strada. Purtroppo ho quasi subito realizzato che i messicani non parcheggiano molto ordinatamente e la strada era bloccata, allora ho tirato il freno a mano e sono passato da un piccolo spazio dove c’era un barbecue. Da li ho visto un piccolo sentiero di circa 20cm che portava sulla strada, ho provato e in qualche modo sono ritornato sulla sede stradale, con il fine prova a poche centinaia di metri.
In quel momento non riuscivo a realizzare quanto tempo ero stato fuori strada, ho passato il fine prova senza avere la minima idea di quella che era la mia posizione. Onestamente non mi sono sentito certo orgoglioso di quello che avevo fatto. Dopo un po’ di tempo ho realizzato che alla fine avevo vinto il rally comunque, ma assolutamente non pensavo certo che quello fosse il miglior modo di vincere un rally. Ammetto che è diventata anche una delle vittorie più rocambolesche del WRC ma, ok, è “Kris Meeke”, per cui è andata così!
Vuoi mandare un messaggio agli appassionati Italiani?
“Grazie a tutti” (in italiano). Davvero, ho sempre avuto un grande supporto dagli appassionati italiani, forse perché in Italia Colin McRae era molto amato ed essendo stato il mio mentore, rivedono un po’ lo stile di Colin nella mia guida e sono sempre stati fantastici con me. Poi sono legato all’Italia dal Rally di Sanremo, che per me è una gara veramente speciale e che spero di poter correre ancora.
E noi speriamo di veder correre te non solo sulle strade del Sanremo! Per il momento facciamo un grandissimo in bocca al lupo a Kris per la sua avventura saudita, che potrete seguire qui su rallyssimo.it
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