Monte Sant’Angelo, la perla del Gargano – Luoghi di rally
Alla scoperta della velocissima prova speciale simbolo dell'appuntamento pugliese
Non scopriamo di certo noi il fascino dell’Italia e dei suoi panorami. Quello che vogliamo da questa nuova rubrica “Luoghi di Rally” è farvi scoprire (o riscoprire) luoghi all’apparenza non troppo famosi, ma che per i rally hanno un significato importante. Posti, vicoli, curve e passaggi in cui si sono scritte pagine importanti e in cui ancora oggi (talvolta) si corre e dove ogni giorno si continua a respirare rallismo, storia e passione.
Partendo dalla Città Eterna, dove ci eravamo fermati nella scorsa puntata, facciamo rotta verso la Puglia, e nello specifico verso il Gargano. La meta di oggi è infatti la piccola cittadina di Monte Sant’Angelo, vera e propria icona e punto di riferimento per il motorsport pugliese.
Monte Sant’Angelo: la storia
La storia di Monte Sant’Angelo è principalmente legata agli eventi di carattere religioso che l’hanno contraddistinta, ma il centro abitato più alto del Gargano vanta anche una incredibile posizione panoramica, oltre ad essere sede del Parco Nazionale del Gargano. La pagina Gargano.it la descrive così:
Monte Sant’Angelo è conosciuta in tutto il mondo per la sua storia religiosa, divenendo meta d’obbligo nei pellegrinaggi micaelici. Santi, imperatori, papi, re o semplici fedeli sono giunti fin qui per inginocchiarsi davanti all’altare dell’Arcangelo Michele.
Il centro abitato è il più elevato del Gargano (843 m.) ed è situato in una mirabile posizione panoramica su uno sperone a sud del promontorio, con vista mozzafiato aperta ad ovest sul Tavoliere e a sud sul golfo di Manfredonia.
Sede del Parco Nazionale del Gargano e Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, la vita della cittadina è concentrata intorno al Santuario di San Michele Arcangelo, realizzato tra il V-VI secolo quando, secondo la tradizione, sarebbero avvenute le apparizioni dell’arcangelo in una grotta. I Longobardi, che in quel periodo dominavano nell’Italia meridionale, ne fecero il loro santuario nazionale. In breve tempo divenne un centro rinomato in tutta la Cristianità e meta obbligata, non solo per i pellegrini di tutta Europa, ma anche per i Crociati in partenza per Gerusalemme.
L’abitato ha forma allungata attorno all’asse costituito dalla via Manfredi; questa si riconnette sul lato occidentale della cittadina alla statale verso San Giovanni Rotondo e sul lato orientale ad una diramazione della statale Garganica.
Monte Sant’Angelo nei rally
A metà anni ’70 inizia però verso Monte Sant’Angelo anche un’altra tipologia di pellegrinaggio. Nel 1974 va infatti in scena la prima edizione della cronoscalata “Manfredonia-Monte Sant’Angelo”, che richiamerà grandi folle di appassionati negli anni a venire. Dall’anno successivo l’evento cambierà nome in “Salita Macchia-Monte Sant’Angelo”, ma il percorso continuerà a snodarsi sui 9 chilometri della strada provinciale 55 che collegano Macchia con la città del santuario.
Nel 1973 ha intanto visto la luce anche un altro evento di natura motoristica che però, a differenza della cronoscalata interrotta nel 1986, sarà destinato ad arrivare fino ai giorni nostri. Stiamo parlando del “Rally del Gargano”. La gara adotta subito, per una delle sue prove speciali, lo stesso percorso che la cronoscalata ha scelto per il suo palcoscenico, e la salita più famosa del Gargano, continuerà così ad essere meta di pellegrinaggio anche per gli appassionati di rally.
Da queste parti a trionfare per tre volte è stato Renato Travaglia, quando il rally valeva per il campionato italiano due ruote motrici, ma l’albo d’oro della manifestazione vanta anche altri grandi nomi del rallismo italiano: Piergiorgio Deila, Claudio De Cecco, Stefano Bizzarri, Felice Re, e tornando più indietro con gli anni, Maurizio Verini e Adartico Vudafieri.
La Monte Sant’Angelo è sempre stata presente nella sua classica configurazione e verso di percorrenza (in salita), e con i suoi tratti veloci, i 18 tornanti, e i cambi di direzione improvvisi, è entrata nel cuore di tutti gli appassionati dell specialità. Il tutto immerso e contornato da un panorama mozzafiato che si affaccia sul golfo di Manfredonia.
Dopo la cancellazione dell’edizione 2009 il rally ha cambiato nome in “Rally Porta del Gargano”, ma ha mantenuto il fascino e la spettacolarità delle precedenti edizioni. Negli ultimi anni è stata introdotta anche una seconda prova speciale con arrivo a Monte Sant’Angelo: si sale da Mattinata, con un percorso leggermente più lungo, circa 15 chilometri, e una impostazione di prova meno veloce, ma più rallistica. La classica Macchia-Monte San’Angelo è rimasta comunque in tabella, ed è stata spesso teatro dei primi due passaggi del rally, alla sera del primo giorno di gara, aggiungendo così allo spettacolo, il fascino delle luci supplementari e dell’oscurità.
Dal cambio di nome, avvenuto nel 2011, vero mattatore della gara è stato Giuseppe Bergantino: il driver di Manfredonia, classe ’84, ha messo la propria firma in 6 edizioni delle 8 che si sono disputate, prima al volante di vetture Super 2000, e poi con vetture di classe R5, detenendo quindi il record di vittorie assolute.
Monte Sant’Angelo: il racconto di chi l’ha affrontata
Per conoscere meglio questa prova speciale e capire come affrontarla saliamo in macchina con un pilota che è stato ovviamente protagonista su queste strade: Franco Laganà. L’esperto pilota calabrese, ma barese di adozione, ha vinto per due volte il Rally del Gargano, la prima volta nel 1998 con una Ford Escort Cosworth, e la seconda dieci anni dopo con una Lancer Evo IX. Oltre ai due acuti appena citati al Rally del Gargano Franco vanta anche 6 partecipazioni e un podio da quando la corsa ha cambiato nome nel 2011.
Queste le sue parole sulla velocissima Monte Sant’Angelo:
Questa prova, che arriva a Monte Sant’Angelo da Macchia, viene dalle gare in salita. E’ nata più per questo tipo di gare in effetti, ed è poi stata adottata dai rally in seguito.E’ una prova molto molto veloce che alterna tratti rettilinei ai tornanti; ce ne sono una ventina. La strada è molto larga, praticamente dall’inizio alla fine. Ad un primo sguardo sembra una prova facile e un po’ stupida, ma in realtà nasconde delle insidie: tra un tornate e l’altro, infatti, ci sono dei punti che si assomigliano molto ed è un attimo confondersi, sbagliare, e dover quindi alzare il piede. Così facendo però si perde il ritmo, che poi è difficile recuperare, e soprattutto si perde molto tempo. Non è una prova facile come potrebbe sembrare. Bisogna rimanere sempre molto concentrati e portare sempre molta velocità fuori dalle curve che collegano i tratti veloci fra i tornanti.Quello che offre di molto bello è l’arrivo: si arriva praticamente a Monte Sant’Angelo dove c’è una specie di balconata del paese, chiamiamola così, dove ci sono sempre tantissime persone ad assistere. Lungo il percorso invece, non essendoci parcheggi, non ci sono molte zone dedicate al pubblico, e si corre per lo più fra i commissari. Forse nella parte iniziale si trova un po’ di pubblico. É comunque una prova molto affascinante ed è molto molto sentita dal pubblico visto le innumerevoli edizioni che sono state fatte. Io l’ho fatta molte volte, la prima nell’82 mi sembra, e la volta che mi sono divertito di più è stato nel ‘98 con la Escort Gruppo A. A Monte Sant’Angelo si sale anche da una seconda prova che parte da Mattinata, un po’ più lunga e forse più rallystica, più varia, con meno tornanti. Forse la preferisco ma comunque la Monte Sant’Angelo è sicuramente la più famosa.