Ma come si svolge un rally a porte chiuse?
Domande senza risposta e un futuro sempre meno "a prova di appassionato"
La notizia circola ormai da qualche giorno ed ha sollevato un grande polverone tra tutti gli appassionati: il Rally del Casentino sarĂ a “porte chiuse”.
Quella che doveva essere la prima gara post lockdown in Italia, si trasforma in un “caso” internazionale che costringe l’organizzatore dell’Ircup a pregare i tanti appassionati di “restare a casa per il bene del nostro sport”. Non solo assistenza, podio e riordini negati alla gente ma, anche le prove speciali. Una linea conservativa rigida, per allinearsi con gli altri sport, seppur i rally siano di natura completamente diversa.
Il 4 e 5 luglio vedremo (speriamo almeno da remoto) uno spettacolo privo di chi di quello spettacolo gode. Saremo costretti a farcene una ragione ma, è davvero difficile immaginarsi come sarà . Perché i rally sono gare che abbracciano la gente e non viceversa. E allora vengono spontanee domande (senza mettersi a fare paragoni con quanto già visto in più contesti) che possono avere il sapore della provocazione ma non si discostano di troppo dalla realtà .
Come dovranno comportarsi le persone che vivono lungo il percorso delle ps? Se un pastore avesse le pecore in un campo lungo una prova, sta lavorando o seguendo la gara? Se una persona venisse trovata isolata, perfettamente sola e senza alcun tipo di assembramento con altre, quale regola starebbe infrangendo? E quali sarebbero le conseguenze, la cancellazione della prova? Chi controlla che le persone non ci siano per svariati chilometri in mezzo al bosco?
Impensabile credere che avremo qualche risposta. Si spera nel buonsenso della gente, ormai abituata a ‘far parte” del mondo dei rally con il naso perennemente tappato per evitare la puzza continua di contraddizioni e cambiamenti inspiegabili. Situazioni che vanno oltre la logica e che sfidano la normale natura del motorsport, fatta di organizzatori, partecipanti, sponsor e pubblico. D’altronde, la salita cancellata a Predappio ha messo in chiaro come ogni singola gara lotti sul filo del rasoio fino all’ultimo istante e, per sostenere le gare, è necessario adeguarsi e mandare giĂą anche questo boccone amaro.
Proveremo a vedere che gara diventerĂ , anche solo per capire che ne sarĂ di tutte quelle successive che guardano al Casentino come ad una prova del nove. Sperando di poter dire che ne valeva la pena.
2 Comments
Max
Come si può pensare se un rally senza pubblico?
Già erano sofferenti prima questa è la condanna a morte, siamo un popolo di caproni governati da un branco di incapaci e pure delinquenti
Mauro
I rally a porte chiuse? Grande danno per il nostro sport. Posso capire l’emergenza sanitaria, che è una cosa al quale non scherzare, però in prova speciale che problemi ci sono ad andare a vedere il rally? Se non si può mantenere il distanziamento sociale si usa la mascherina. Posso capire le assistenze ed i riordini che si può avere assembramento quasi sicuramente, ma in P.S. NOOOOO! Così il rally rischia di MORIRE:::!!!!