E se tra Colin e la Fabia fosse stato amore a lieto fine?
Lo scozzese è sempre stato associato al blu profondo della Subaru: ma oltre alla Casa delle Pleiadi, anche in Boemia ha lasciato un segno...
Due ruote alzate in mezzo alle ‘steppe’ della brughiera inglese: probabilmente in tanti se lo ricordano così l’ultimo atto di un McRae che solamente pochi mesi dopo precipiterà con un elicottero dando addio alle migliaia di fans ai quattro angoli del pianeta. Ci si ricorda anche della Fabia: i paddles del cambio davanti e dietro alla corona del volante in metallo anodizzato colorato, una delle forse più belle e minimali livree del WRC, un sound differente da tutte le altre auto di quelli anni.
Nuove armi dalla Boemia
Ci si ricorda questo. Ma c’è dell’altro? Secondo Autosport sì. Skoda Auto è nel Mondiale dal 1999: con la Octavia racimola poco; un podio di Armin Schwarz al Safari 2001 è tutto quello che arriva ai céchi. Fino al 2003 la monovolume viene utilizzata, allorchè si prepra la nuova arma di Mlada Bodeslav: la compatta Fabia deve essere la vettura del riscatto. Volumi simili alla Peugeot 206, alettone raffinato ed un management (con alle spalle il gruppo Volkswagen) imbarcatosi in questa avventura con obbiettivi ambiziosi.
‘Piacere sono Colin, mi manda Nicky’
Ma il 2004 e l’inizio del 2005 sono avari di utili piazzamenti: in Repubblica Ceca meditano di far cadere qualche testa, fino a quando un ex-navigatore inglese, ora coinvolto come conduttore televisivo, inizia a chiacchierare sotto i tendoni biancoverdi tra una assistenza ed un riordino. Si materializza così per Nicky Grist un ritorno in grande stile con lo ‘Scozzese Volante’. Il programma è molto contenuto: solo due appuntamenti, la gara di casa in Galles e la corsa agli antipodi in Australia; poco ma pur sempre meglio di niente: i regolamenti dal 2004 prevedono solo due equipaggi marcanti punti per il campionato Costruttori e Colin dopo l’annata 2003 era stato lasciato a piedi da Citroen, tenendo il ‘Cannibale’ Loeb e ‘El Matador’ Sainz. McRae si consola con una Dakar ed una 24 Ore di Le Mans, ma le PS sono altra cosa.
La notizia sortisce l’effetto sperato: il popolo del rally fantastica ed impazzisce nel sapere di poter tornare a vedere di nuovo “McRae-Grist” in un elenco iscritti. La partenza è del tutto rispettabile: un 7° posto tra le foreste del Cymru non è da buttare considerando il debutto; purtroppo la prestazione viene offuscata dal buio della morte del navigatore di Markko Martin, Michael Park. Ma è in Australia che viene il bello.
Una assistenza maledetta
Essendo a mezzo servizio, Colin può mettere le ruote in PS dopo che i primi della classe gli puliscono le ‘rotaie’ dalle famigerate sferette di bauxite, l’atipico sterrato nel bush di Perth: risultato? Prima tappa sul podio, a 1.4″ da Francois Duval. Ammetterà che
Questa mattina siamo stati avvantaggiati dall’ordine di partenza
Un eucalipto stoppa la corsa della Xsara di Loeb; un canguro la Subaru di Petter Solberg. Duval primo, Colin secondo a 27.1″: ora tutto è possibile;
Come velocità pura, credo che Francois abbia un altro passo
dirà con una franchezza insolita dal suo carattere. Intanto nel tendone a fianco, la frizione di Schwarz alza bandiera bianca: quella montata sulla vettura 12, invece, sembra ancora in ordine. Con il senno di poi mai decisione fu più scellerata. A due PS dalla fine McRae ritorna terzo ma a solo 6.9″ da Rovanpera: le Michelin della Skoda sono in predicato di essere più adatte delle Pirelli calzate dalla Mitsubishi sulle speciali rimaste, più pulite nel secondo passaggio.
Con solo 20′ a disposizione, ora il team decide di cambiare la frizione; meccanici di tutti gli altri accorrono ad aiutare la squadra: si erano resi conto che il tempo non era abbastanza. Fuori tempo massimo, senteziano le regole. E’ ritiro.
È stato uno dei momenti più incredibili della mia carriera. C’erano uomini adulti che piangevano per tutto il parco assistenza quando ci siamo ritirati; non ho mai visto niente del genere. Senza dubbio, è stato uno dei momenti più belli della carriera di Colin
avrà a dire Nicky Grist anni dopo.
E chissà cosa avrebbe portato una ventiseiesima vittoria per lo scozzese…
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