Il paziente inglese
Elfyn Evans ha saputo aspettare il suo momento. Ora è quel pilota tosto che Wilson ha riconosciuto prima di tutti, ancora una volta.
Non lo prendevate sul serio Elfyn. Anzi vi chiedevate di continuo come facesse lo zio Malcolm a trovargli sempre un posto, un sedile, un occasione. Siete arrivati anche ad indignarvi quando, questo inverno, Tommi Makinen ha deciso di portarselo in Toyota. D’altronde, come si poteva pensare che potesse esserci nascosto un campione sotto quel mite e pacato inglese, così poco appariscente? Eppure qualche segnale c’era stato, bello forte ma, vi siete focalizzati su altro.
RALLY ARGENTINA 2017. Dopo anni ed anni a colpi di “deve fare esperienza”, “L’elfo” si mette a martellare il cronometro fin dal venerdì ed arriva alla Power Stage di El Condor in vantaggio di 0.7 su Neuville che, fino a quel momento, sembra avviato verso la tanto sospirata vittoria del titolo mondiale (ndr. non riuscirà a vincerlo, vittima di una seconda parte di stagione disastrosa). Evans entra in prova con la convinzione dei grandi, pronto a giocarsi la prima vittoria nel mondiale rally. Una cavalcata spettacolare che si fermerà per un soffio, per 0.6 secondi lasciati su un pilone di un ponte tanto scenografico quanto maledetto. Tutti d’accordo che meritasse di vincere, nonostante i riflettori ed i meriti propendevano più sulle gomme Dmack che potevano fare la differenza sulla terra e in certe condizioni. Quindi sì, è bravo ma senza quelle gomme lì non ci sarebbe mai stato.
WALES RALLY GB 2017. Elfyn Evans e Daniel Barritt vincono la gara di casa rifilando 37 secondi e spicci a Neuville e 45 al compagno di squadra Ogier. Testa della corsa agguantata alla speciale numero due Myherin 1 e mantenuta fino alla prova ventuno Brenig 2. Una vittoria netta, perentoria, notevole. Ma anche qui forse erano le DMACK e poi il mondiale era già deciso e, forse, l’hanno lasciato vincere.
IL PASSISTA. Le stagioni successive sono figlie del “progetto Ogier” che ha catalizzato tutti gli sforzi di M-Sport per poi ritrovarsi a dover affrontare un periodo di “spending review” che ha ridotto le potenzialità e messo in luce le capacità del driver britannico di concludere le gare, senza fare guai. Un perfetto uomo squadra, l’uomo giusto quando c’è da pensare prima ai punti (e alla carrozzeria) ma senza quel quid necessario per vincere le gare.
Il passaggio in Toyota Gazoo Racing vi ha presentato un Evans completamente diverso da quello idealizzato: veloce, concreto, sfrontato. Consistente. Si era già visto a Montecarlo, dove solo uno strepitoso Neuville e il solito Ogier da Power Stage lo avevano “costretto” al gradino più basso del podio. La conferma al Rally di Svezia dove Evans – Martin hanno mostrato un lato ben più “cattivo” e “determinato” che li ha portati a conquistare una gara che nascondeva più di un’insidia.
E adesso proverete a dire che in condizioni normali non avrebbe vinto, che a chilometraggio pieno sarebbe stato risucchiato da “quei tre” che, secondo tutti, dovrebbero giocarsi il mondiale. Intanto però Evans è in testa al mondiale in coabitazione, è già salito due volte sul podio in due gare con la Yaris e ha dalla sua parte la totale assenza di pressione da parte del team che, probabilmente, lo ha preso per quelle doti di raccogli punti per il titolo costruttori. E che oggi si ritrova una nuova freccia al suo arco, da spendere gara dopo gara. Con la pazienza di chi ha saputo aspettare il suo momento che caratterizza un pilota mite, poco televisivo e dal piede che si fa sempre più pesante.
1 Commento
Sylvain
Da framese tifoso di Ogier posso dire solo BRAVI.
A loro per questo inizio di stagione perentorio, a voi per il bel articolo.