WRC: le edizioni più significative degli ultimi 35 anni del rally di Montecarlo
Colpi di scena, vittorie schiaccianti, strategia e cuore sono gli ingredienti per rendere una gara già di per sé magica
Ci siamo! Siamo finalmente entrati nella settimana del mitico Montecarlo, il rally più famoso e importante del pianeta.
La gara monegasca anche per quest’anno aprirà la stagione iridata seppur il format presenterà variazioni e defezioni a causa della pandemia con cui stiamo facendo i conti da praticamente un anno. I protocolli sanitari impostidal Governo francese hanno messo a dura prova la macchina organizzatrice, ma ormai il peggio è alle spalle grazie al permesso ricevuto dagli enti di competenza. Sulle prove speciali sarà dunque battaglia vera, con tanti osservati speciali a partire dall’idolo locale Ogier e il belga Neuville non più accompagnato da Gilsoul.
Ma se la kermesse del Principato ha ottenuto nel tempo consensi e acquisito valore è soprattutto grazie alle lotte serrate accadute nelle passate edizioni ove strategia, piede pesante e cuore e la magia della notte hanno giocato un ruolo determinante. Andiamo dunque a rispolverare le edizioni più significative degli ultimi 35 anni.
1986: Fiorio e Toivonen rimontano Salonen e Peugeot
Nel 1986 gli spettatori hanno assistito ad una sana guerra sportiva tra Lancia e Peugeot, due marchi con lo stesso obiettivo: conquistare il tetto del mondo annientando la concorrenza.
Gli artefici? Henri Toivonen e Timo Salonen, preziosi prodotti di quella scuola finnica che non smette di sfornare talenti. La gara dell’alfiere del Leone Rampante inizia subito in discesa grazie ad una 205 T16 impeccabile, mentre non si può dire lo stesso per il rivale. Henri e Sergio infatti sono vittima di un grottesco incidente accaduto in trasferimento con una macchina del pubblico. Delta S4 semi distrutta ma ripristinata in tempo record dagli uomini dello squadrone torinese. Toivonen può dunque rimontare furiosamente giungendo all’ultima notte, quella del Turini, secondo ad una manciata di secondi dal connazionale. E proprio in questo frangente i rally scoprono ancora una volta l’astuzia e il senso innato della strategia di Cesare Fiorio e le abilità di un grande ricognitore chiamato Vittorio Caneva. Con una scelta di pneumatico perfetta e una manciata di lampadine rigorosamente gialle, Toivonen spazza via Salonen e con le prime luci dell’alba sale sul gradino più alto del podio con la sua Delta S4. Un preludio alla stagione che poteva essere, conclusasi con il disgraziato e doloroso Tour de Corse.
1997: la vittoria inaspettata di Piero Liatti
La stagione 1997 porta nel mondo dei rally una ventata di freschezza innovativa: le World Rally Car.
La FIA infatti stila un nuovo regolamento introducendo le Wrc al posto delle gloriose Gruppo A, attirando le attenzioni di parecchie case costruttrici. Tra queste vi è anche Subaru, che abbandona la Legacy per lanciare nella mischia la fantastica Impreza. I piloti prescelti dal vulcanico David Richard sono Colin McRae e Piero Liatti. Lo scozzese è per forza di cose tra i favoriti, ma un’uscita di strada lo mette definitivamente fuori dai giochi. A salire in cattedra è quindi il driver di Biella, coadiuvato dalla grande Pons. La loro Subaru è impredibile, sembrava quasi danzasse lungo le tortuose prove speciali dalle mille incognite. Staccati di quasi un minuto Carlos Sainz e Luis Moya con la Ford Escort Wrc, terzi i futuri campioni del mondo Tommi Makinen e Seppo Harjanne con la Mitsubishi Lancer Evo IV in versione Gruppo A.
Per Piero e Fabrizia una soddisfazione doppia: ad oggi infatti sono loro l’ultimo equipaggio italiano ad aggiudicarsi un rally iridato.
1999: il privato Gilles Panizzi spaventa gli squadroni ufficiali
L’edizione numero 67 del rally di Montecarlo regala emozioni e continui colpi di scena. Il fenomeno Wrc è sempre più profondo nel Circus, con l’arrivo della Toyota Corolla e della Seat Cordoba ad infiammare l’elenco iscritti, oltre ovviamente alle tante mine vaganti che corrispondono a piloti privati dal piede che pesa come un macigno.
Tra questi vi è anche Gilles Panizzi, iscritto con una Subaru Impreza versione S4 ’98. Il pilota di Mentone conosce bene le strade grazie ai trascorsi con la terrificante Peugeot 306 Maxi, e proprio nel 1999 decide di provarci con una vettura al top. E quando Gilles decide di provarci, l’asfalto diventa il suo terreno di caccia. Conclude infatti la prima tappa al comando di 6 secondi scarsi sul campione in carica Makinen e staccando la Impreza evoluta by Prodrive di Kankkunen. La seguente tappa non sarà invece idilliaca come la seconda. Una penalità di venti secondi e i tempi monstre dei rivali relegano The Wizard of Tarmac ad un buonissimo secondo posto assoluto, salvo poi gettare tutto alle ortiche con la rovinosa uscita di strada nella temibile ma iconica ps 11 “Sospel – La Bollene 2”. E Ralliart ringrazia tirando un sospiro di sollievo…
2002: Loeb effettua un cambio gomme proibito, Makinen vince il suo ultimo Monte
Con l’arrivo del nuovo millennio anche la Citroen decide di tuffarsi nell’avventura Wrc. La vettura prescelta è la Xsara, già vincitrice nel 1999 nel campionato iridato in versione Kit Car con il compianto Philippe Bugalski.
Guy Frequelin scommette su un ragazzino francese di belle speranze chiamato Sébastien Loeb, cresciuto nel team Junior con la Saxo S1600. E in effetti la scelta non si rivela così azzardata. Seb e Daniel ripetono l’exploit del Sanremo 2001, conclusosi con il secondo posto assoluto, e sbaragliano con una facilità disarmante una concorrenza nutrita e molto più veterana di lui. Ma la doccia fredda arriva quando ormai il sipario sembra calato definitivamente. I commissari di gara annunciano una penalità di 2 minuti nei confronti del transalpino, reo di aver effettuato un cambio gomma in una zona proibita. Una mazzata pesantissima che consegna di fatto la vittoria a Tommi Makinen, passato alla Subaru dopo aver concluso il proficuo rapporto con i Tre Diamanti con cui ha incassato quattro titoli iridati. Terzi Sainz e Moya con la Focus griffata M-Sport.
2003: Nasce l’era Loeb. E intanto Citroen fa tripletta
A distanza di 365 giorni Sébastien Loeb nutre ancora dentro di sé quella rabbia agonistica. Il francese vuole dimostrare a tutto il mondo il suo talento e di meritare un posto nell’albo d’oro della gara più prestigiosa del lotto. L’impresa gli riesce eccome regolando senza troppi grattacapi i compagni di squadra McRae e Sainz, rispettivamente secondo e terzo nella classifica finale dell’edizione numero 71. Un dream team pazzesco quello di Citroen Racing, ma che fallirà l’obiettivo del titolo Piloti andato nelle mani del norvegese Petter Solberg.
2006: finalmente Marcus Gronholm, ma che rimonta Loeb!
La stagione 2006 ha portato un periodo di transizione nel circus WRC. Peugeot e Skoda abbandonano ufficialmente, così come Citroen che delega il team belga Kronos di far correre le Xsara Wrc di Loeb e Pons in forma “privata”. Una tattica per sviluppare senza pressioni la C4 WRC in vista del 2007.
Wilson fiuta il colpaccio e ingaggia prontamente Marcus Gronholm, appiedato e bramoso di rivincita dopo una duplice annata turbinosa con la Peugeot 307 Wrc. Il finnico parte con un buon ritmo, seppur accorto, e conclude la prima giornata in testa. Loeb invece ripartirà con il Super Rally a causa di un’uscita di strada nella ps 6, con la Xsara che vola fuori strada e si incaglia in una scarpata.
E da questo momento in poi gli spettatori avranno da divertirsi. Seb vola letteralmente e dal 28° posto rimonta fino alla piazza d’onore. Gronholm invece gestisce l’abissale vantaggio e centra finalmente la sua prima vittoria nel Principato. Conclude il podio Toni Gardemeister con la 307 WRC gestita dal team italiano Astra, capitanato da una vecchia conoscenza dei rally nostrani: Mauro Pregliasco.
2013: Loeb vince la battaglia dei Sebastien
Il 2012 si era aperto con il passaggio di Ogier nell’ambiziosa Volkswagen e si era concluso con il nono titolo iridato consecutivo di Loeb.
La nuova stagione, destino vuole, ha messo di fronte proprio i due galletti francesi tra cui non scorre proprio buon sangue. Sulle prove speciali d’oltralpe ne esce una sana battaglia agonistica, con Citroen e Volkswagen che si sfidano fino all’ultimo tornante. A spuntarla è l’alsaziano con la Ds3 Wrc. Una vittoria schiacciante e mai stata in discussione e che regola la Polo R Wrc numero 8 di 1’30”, dopo tre tappe caratterizzate da abbondanti precipitazioni nevose e una scelta di gomme più azzardata di una Roulette. Terzo lo spagnolo Dani Sordo con la terza Double Chevron.
2014: Bryan Bouffier sfiora una vittoria roboante
La Volkswagen Polo R Wrc é ormai la vettura da battere, senza ombra di dubbio. Se poi la si affida a Sébastien Ogier il compito per la concorrenza risulta ancora più arduo. Ma non se di nome fai Bryan Bouffier.
Il francese è ormai un esperto conoscitore della gara transalpina e decide di presentarsi ai nastri di partenza a bordo di una Ford Fiesta Wrc marchiata M-Sport, ma da assoluto privato. L’edizione numero 82 spolvera dunque un protagonista inatteso, capace di calarsi nella parte con estrema naturalezza e concludere la prima tappa addirittura al comando dinanzi ai plotoni ufficiali.
Ma alle volte cuore e testa non bastano e Ogier si dimostra il campione che tutti conoscono, capace di rimontare e superare con un distacco sonoro il comunque bravissimo Bouffier, che sfiora con un dito il bis nel Principato dopo il gradino più alto del podio conquistato anni prima con la Peugeot 207 S2000 di Peugeot Sport.
Terzo Kris Meeke, passato alla Citroen come prima guida.
2017: Ogier riporta in paradiso M-Sport
Nella stagione 2017 il circus WRC mostra l’ultimo step evolutivo del nostro sport: le World Rally Car Plus
Aerodinamiche simili alle WTCC e motori di quasi 400 cv di potenza sprigionata in estrema sicurezza attirano non poco l’attenzione dell’opinione pubblica. Ad infiammare il tutto ci pensa poi il passaggio di Ogier in M-Sport dopo l’incredibile ritiro della casa di Wolfsburg.
Il pilota di Gap, malgrado un’innocua uscita di strada che gli fa perdere una manciata di secondi, trova fin da subito un gran feeling con la Fiesta e centra l’ennesima vittoria nel rally che vale una stagione intera. Piazza d’onore per l’ex compagno di team Latvala, ingaggiato dalla Toyota che propone la Yaris Wrc. Un ritorno coi fiocchi quello del costruttore dagli occhi a mandorla, ritiratosi nel 1999 per approdare senza troppa fortuna in Formula 1.
Terzo un grande Ott Tanak con la seconda Fiesta ufficiale. L’estone rimane con soli tre cilindri funzionanti nella Power Stage ma, piuttosto che alzare bandiera bianca, compie un gesto eroico e salva almeno il terzo posto. Iconiche le lacrime di gioia di Malcolm Wilson nel suo paddock: il giusto premio per un uomo di cui i rally ancora oggi hanno dannatamente bisogno.
2020: il grosso spavento per Tanak e la prima volta di Neuville
L’ultima edizione del rally monegasco sancisce la vittoria di Thierry Neuville e della i20 Wrc.
Il belga entra finalmente nell’albo d’oro della gara dopo averci provato a lungo e lo fa dopo un weekend pressoché perfetto, con tanto di scratch anche nella Power Stage della domenica. Per Hyundai invece un weekend dai due volti a causa del grande spavento per il bruttissimo incidente in cui è incappato Ott Tanak. L’estone esce di strada ad una velocità pazzesca nella p.s.4 e compie un volo di centinaia di metri, ma fortunatamente sia lui che il suo codiver escono illesi. Un vero miracolo!
Concludono il podio le Toyota di Ogier e Evans, alla prima uscita con la Yaris Wrc. I due drivers tornano compagni di squadra dopo il roseo biennio trascorso in M-Sport e dimostrano fin da subito un ottimo feeling con la macchina nipponica.
Fuori dal podio ma prestazione tutta in crescendo per il finnico Lappi a bordo della Ford Fiesta Wrc, appiedato in seguito al ritiro a fine 2019 di Citroen e approdato quindi alla corte di Malcolm Wilson.
Insomma, un rally che ha sempre tanto da raccontare e che gelosamente conserva nel tempo quel fascino irraggiungibile per qualunque altro evento motoristico.
Immagine Copertina: Petr Fitz-Ewrc.cz