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Tempo

2 MIN

L’abbraccio dei rally al mondo

Perché unire il Pianeta con uno sport è possibile

Oggi immagino di far parte di un mondo, quello dei rally, in cui non esistono motivazioni di business. Un mondo ideale dove tutto viene fatto per ragioni romantiche e per i sentimenti di chi, come me, investe il proprio tempo nell’amore di uno sport. Penso che, in un mondo ipotetico come quello che sto cercando di disegnare, il calendario WRC sarebbe esattamente quello che è stato annunciato ieri e ci leggo un significato talmente bello da non sembrarmi vero.

La tradizione che apre, l’America che riscalda, l’Europa che consolida, l’Africa che affascina, l’Oceania che sfida e l’Asia che decide. Quattordici nazioni e sei continenti, un abbraccio intero al mondo attraverso quello spettacolo affascinante, non sempre facile da spiegare ai profani ma che finisce per far innamorare.

Certo, qualche rinuncia dispiace ma, che qualcuno possa far posto a qualcun’altro è inevitabile. In alcuni casi, si tratta solo di un arrivederci per prendersi del tempo necessario a migliorare format sicuramente belli ma che iniziavano a sapere di vecchio.

Sappiamo ancora prima di iniziare che ci saranno problemi, che ci saranno gare con pochi iscritti e che alcune sfide raccolte sono tanto affascinanti quanto rischiose. Le preoccupazioni son sempre loro: costi, logistica, sicurezza e rispetto dei tempi che, nei rally, sono l’unica condizione inderogabile. Preoccupazioni lecite ma motivazioni meno significative rispetto al messaggio universale che “racconta” un simile calendario.

Si può tentare di unire il mondo attraverso uno sport. E mai come in questo momento storico c’è bisogno di unione.

Stesse emozioni, stessi colori, stessi suoni per tutti e dappertutto, indistintamente. Nessun primo, secondo o terzo mondo. Una condizione ideale di uguaglianza. Qualcosa di talmente bello, e per certi versi unico, che offre un orgoglio tutto nuovo nel far parte di questo mondo.

Non è più sentirsi diversi rispetto a chi sbraita dietro ad un pallone e nemmeno sentirsi più speciali di chi partecipa ad uno spettacolo motoristico seduto su una tribuna di un circuito.

È far parte del mondo, con il desiderio di scoprirne un pezzetto in più almeno una volta al mese. Attraverso le battaglie col cronometro di sempre ma con lo sfondo che cambia ogni volta in modo nuovo ed inaspettato. Un’occasione irripetibile di provare ad allargare le frontiere della passione, della mente e del cuore.

Una prospettiva che conosco da sempre ma a cui oggi sorrido ancora di più.

Perché mi sento parte del mondo e del mondo dei rally e godo nel sapere che il mio mondo voglia provare a farne parte altrettanto.

 

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