CIRT/Storici – Intervista esclusiva a Mauro Sipsz
Chiacchierata con il famoso pilota storico in vista del Rally Nido dell'Aquila
Alla vigilia de Il Nido dell’Aquila abbiamo incontrato Mauro Sipsz, poliedrico pilota che si diletta tra Rally storici e da poco anche in quelli moderni.
Mettetevi comodi e scoprite cosa ci ha raccontato in esclusiva
Ciao Mauro, bentornato su Rallyssimo. Facciamo un passo indietro nel tempo. Torniamo al lontano 1981 quando disputasti con la Kadett il Sanremo. Che ricordi hai di quella gara e di quel debutto mondiale?
La gara era bellissima ed è stato qualcosa di indimenticabile. Per me è stata una gara scuola, dove ho imparato ad usare la macchina disputando un Rally lungo e tosto, come erano una volta. Sono quei ricordi della gioventù e di spensieratezza che ti restano nel cuore, uniti alla voglia e al desiderio di correre e di saper correre in macchina. Ricordo ancora chi mi ha aiutato, parlo di Alberto Bigo Cerrato, mi suggeriva cosa fare, come guidare, ma in generale era un altro ambiente, ci si aiutava come in un’associazione di mutuo soccorso. Nel Sanremo all’epoca ci investii tutto quello che potevo avere.
Se ti dico Coppa Luigi Feraboli e Lancia 037 cosa mi rispondi?
A pensarci mi vengono gli occhi lucidi, era la gara di casa, averla vinta per due volte e per di più con la 037, mi ha dato delle emozioni indimenticabili.
Forse questo è uno dei motivi per cui, poco tempo fa ho ripreso a correre proprio con la 037, è una vettura che mi è rimasta nel cuore, ora ho la fortuna di potermela permettere, a differenza di quando ero giovane.
Dopo diversi anni di inattività, lo scorso anno sei tornato al volante della 037 all’ Elba storico. Che differenze hai trovato da quando avevi abbandonato i Rally?
Da pilota posso dire che ho trovato poca differenza, la gara ha ancora un format come le gare di una volta, quindi è consentita l’assistenza tra una prova e l’altra, ha ancora delle prove in notturna, in più ha un chilometraggio importante con prove molto belle. Si corre in un contesto paesaggistico favoloso come ad esempio Capoliveri.
Rimettersi il casco è stato emozionante, il semaforo prima dello start, il countdown che ti fa il navigatore ti trasmette una carica di adrenalina enorme, tutto veramente molto bello.
In più ho affrontato questa gara con un caro amico, che non aveva visto mai un rally in vita sua, proprio per capire e ripartire da zero (cos’è un trasferimento, cos’è un c.o., cos’è un controllo timbro, come si fa a timbrare, come si fa a partire…), per questo ho fatto questa scelta. Se avessi corso con un navigatore professionista, avrei sicuramente avuto tutte le informazioni pronte e avrei dovuto solamente concentrarmi a guidare, ma sarebbe stato un’errore, quindi ho preferito ripartire dall’abc.
E’ stato anche un regalo al mio amico, lui aveva piacere di fare una gara e io fino a due mesi prima non ci pensavo minimamente a tornare al volante.
Al Liburna torni al successo navigato da Fabrizia Pons con la 037… cosa ci racconti?
Dalle gare successive all’Elba, ho iniziato ad impegnarmi per cercare di migliorarmi e provare a tornare ad essere competitivo. Dallo scorso Tuscan, sono tornato a correre con Monica Bregoli, la mia ex moglie.
Ci siamo messi entrambi in discussione, lei era totalmente a “digiuno” (non ci pensava minimamente di tornare a fare una gara), ed io avevo piacere di fare una bella figura. Personalmente siamo andati più forte al Tuscan, perchè c’erano dei rivali come Lucky, Bianchini, Alberto Battistolli e stare in mezzo a loro ti fa tirare fuori il 110%, al Liburna non era la stessa cosa.
A Volterra ho corso con Fabrizia, perchè Monica era via per lavoro. La scelta è arrivata dopo un confronto con la squadra, che mi ha consigliato lei. La Pons non la conoscevo personalmente, l’avevo incontrata al Tuscan perchè correva con Lucky. Quando corsi io il Sanremo, lei vinse con la Mouton su Audi 4, è il mio idolo.
In conclusione ci siamo conosciuti direttamente in campo gara, mi sono sentito una responsabilità enorme ad averla a fianco in macchina e al contempo ero preoccupato di non far figuracce, correre con lei vuol dire avere un gran pubblico, perché lei ha un seguito enorme.
Ovviamente l’unica differenza che posso aver trovato a correre con Fabrizia, è che lei è una professionista e lo fa di mestiere, mentre Monica ha un altro lavoro, quindi tutta la preparazione ante gara ci ha pensato lei, io non ho fatto altro che finire di lavorare ed arrivare alla gara.
Non solo storiche, infatti al Lucca ti abbiamo visto al volante della Skoda Fabia R5, cosa ti ha colpito di più della berlinetta ceca?
Ora vi racconto il motivo per cui a Lucca ho corso con Fabrizia su una moderna.
Premetto che non digerisco l’asfalto, ma volevo comunque fare le splendide PS del Lucca storico, così con il mio amico Alessandro Alunni Bravi abbiamo deciso di partecipare. Peccato che dopo circa 3 chilometri della nostra prova preferita ci siamo ritirati.
Come si dice sono rimasto un po’ con l’acquolina in bocca, per cui quando mi proposero di provare un Skoda, la scelta ricade sul Lucca con Fabrizia al mio fianco. Ci sentivamo un po come dei ragazzini alle prime armi, eravamo lì per provare una macchina nuova e non per combattere per la vittoria.
La macchina ovviamente è molto divertente ed in più è più “confortevole”, a differenza della 037, per affrontare le prove lunghe. Alla fine finiamo ventesimi assoluti, un successo essere arrivati alla fine e non averla demolita (ride).
Abbiamo visto su instagram la livrea della I20 R5, con cui sarai al Nido dell’Aquila, affiancato da Fabrizia Pons, prima volta su terra con una vettura moderna, emozionato?
Dopo il risultato al Rally Coppa Città di Lucca, ci siamo detti, perché non provare la R5 sulla terra? Da qui nasce l’idea di partecipare a Il Nido dell’Aquila. Sulla scelta della macchina è entrato in gioco il mio ex ingegnere Adamo che mi ha proposto la Hyundai I20.
Come evolverà il tuo 2019? Programmi per il 2020?
Intanto facciamo questa gara, per vedere a che livello siamo e se possiamo lavorarci sopra per stare con i primi, non abbiamo velleità di risultati e vogliamo prendere le misure in chiave futura. Non nego che mi piacerebbe fare il Raceday su terra con una moderna, però parto già svantaggiato per il campionato, perché devo finire le due gare del Trofeo Terra Storico, ovvero il Marche ed il Tuscan (sto puntando a vincere il titolo che per me varrebbe doppio in quanto 30 anni fa vinsi il terra in Italia).
Sarò presente al Rally Legend nella categoria RallyStar con la Stratos!
Grazie per il tempo che ci hai dedicato Mauro, ci vedremo in terra bianco azzurra.