Walter Röhrl: velocità, precisione e due titoli mondiali
Viaggio nella carriera del pilota tedesco che ha fatto innamorare i tifosi di rally
E’ stato uno dei piloti più veloci degli anni ’70 e ’80 e il primo ad aggiudicarsi due titoli mondiali. Si è fatto amare per la sua guida precisa e per la grande capacità di adattarsi a qualunque mezzo avesse tra le mani. Signore e signori oggi vi racconteremo le gesta di Walter Rohrl.
Gli inizi della carriera di Walter Röhrl
Nato a Ratisbona il 7 marzo 1947, il drive tedesco debutta nel campionato del mondo nel lontano 1973 al rally di Monte Carlo e fin da subito si dimostra uno specialista in ogni tipo di fondo. Nella stagione successiva si aggiudica il campionato europeo a bordo di una Opel Ascona battendo una agguerrita concorrenza.
In questo primo scorcio di carriera, Walter ha uno stile di guida molto spettacolare, ma con il passaggio alla Fiat 131 Abarth è costretto a modificarlo radicalmente diventando estremamente “pulito” e preciso per sfruttare al meglio la vettura. Proprio con la casa italiana, vince nel 1980 il primo iride piloti per poi ripetersi due anni dopo con la Opel Ascona 400, battendo le favoritissime Audi a trazione integrale con una gara d’anticipo.
Lancia Martini e il decollo della carriera
Nel 1983 passa alla corte del team Lancia Martini e Cesare Fiorio gli affida per sei rally la 037 ordinandogli di agguantare il maggior numero possibile di punti a favore della squadra. La stagione inizia assai bene, con la vittoria schiacciante nel Principato di Monaco ma a conquistare il campionato fu il finlandese Hannu Mikkola. Rohrl si convince una volta per tutte della superiorità delle quattro ruote motrici e così firma per il team Audi nel 1984, vincendo subito a Monte Carlo (la sua quarta vittoria nel Principato) ma in quella stagione ebbe molti problemi di affidabilità e il titolo venne conquistato dal suo compagno di squadra Stig Blomqvist dopo una lotta serrata con Markku Alen.
Famosa è l’intervista in cui racconta di come dovette imparare in fretta ad usare il piede sinistro per frenare, abitudine mai usata su una vettura a trazione posteriore e che gli consentì di avere una guida ancora più efficace e redditizia.
La stagione 1985 vede il declino definitivo dell’Audi a favore della nuova Peugeot 205 Turbo 16, tuttavia Röhrl vince un rally, quello di Sanremo strapazzando i diretti avversari con oltre sei minuti di vantaggio, ottenendo una bella rivincita morale e personale.
In seguito all’abolizione del Gruppo B partecipa e vince la più famosa cronoscalata del mondo, quella del Pikes Peak dove fa segnare il record del tracciato in 10:47,85 battuto poi l’anno successivo da Ari Vatanen per soli 63 centesimi.
La vita dopo i rally di Walter Röhrl
Una volta ritiratosi dai rally, Walter non abbandona comunque il mondo dei motori poiché dal 1988 al 1992 lavora per l’Audi come test driver e occasionalmente partecipa alle gare di TransAm (due vittorie), IMSA e GTO (solo la vittoria nella gara in cui ha partecipato) e DTM (una vittoria).Lavora anche come test-driver e uomo immagine della Porsche e partecipa volentieri anche a rally riservati alle “vecchie glorie” e a raduni storici.
Nel 2001 è inoltre uomo immagine nella campagna pubblicitaria per gli pneumatici invernali della Pirelli.
Insomma, un campione a 360° che insieme al navigatore Christian Gestdorfer ha scritto pagine indimenticabili di questo sport e lasciando un eredità pesantissima composta da ben 14 vittorie, 31 podi e 494 punti conquistati in 75 rally disputati. L’ultima vittoria ufficiale arriverà al Rally Costa Brava – Historic del 2009 a bordo di una Porsche 911 Carrera RSR 3.0, navigato da Peter Goberl. Seguiranno alcune comparsate ad eventi promozionali e show, per mantenere negli occhi degli appassionati quest’aurea magica di leggenda vera dei rally e del motorsport in generale.
Alcune frasi che hanno reso celebre Walter Röhrl
“Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina”
“Sottosterzo è quando vedi l’albero contro cui sbatti. Sovrasterzo è quando senti il colpo e non vedi l’albero.”
Di recente è comparsa una bellissima intervista a Walter che potete trovare a questo link
Segue un bel video tributo al campione tedesco: