Calendario WRC 2020 – Welcome Japan e Safari, au revoir Corsica e…Turchia
Ormai ad un passo dalla definizione completa la prossima stagione del WRC
Ci siamo, finalmente stanno per cadere i veli sul calendario 2020 del WRC. E, salvo clamorosi ribaltoni, la situazione è praticamente definita.
Escono, come da previsioni, il Tour de Corse e il Rally Turkey.
Contraddizione se si guarda al peso politico (e non solo) ed economico della Francia e della sua Federazione, che stavolta nulla ha potuto contro il peso sportivo di altre nazioni tra cui Italia e Svezia che, lavorando nel silenzio, si sono garantite un pesante triennale nel WRC.
Diverso invece l’addio del Turchia, dettato più che altro da motivi politici in primis ed economici. Questo addio dovrebbe salvare il Germania.
Al posto delle due gare Europee, entreranno il Japan WRC, gara su fondo asfaltato, e il Safari.
La gara africana, lontana parente di quella che si correva negli anni 80/90 vedrà il suo epicentro nelle strade sterrate attorno a Nairobi.
Come da tradizione la gara di apertura sarà il Rally Montecarlo, che rispetto allo scorso anno prevede nuovamente la partenza dal Principato di Monaco.
Secondo appuntamento sarà lo Svezia che potrebbe coinvolgere maggiormente la Norvegia nella gestione delle prove, in maniera da trovare più innevamento.
Dopo i due appuntamenti invernali, tripla trasferta in Sudamerica con Messico, Cile e Argentina da disputarsi nel giro di un mese e mezzo.
Ritorno in Europa, per disputare il Portogallo dove si lavora all’inserimento di altre prove storiche e il Sardegna con il possibile trasferimento del service park ad Olbia, con la possibilità di inserimento di prove nuove.
Luglio vedrà il ritorno del Safari, seguito a fine agosto dal Finlandia e successivamente dal Germania. Gran finale con lo Spagna che sarà completamente su asfalto e con il Galles che viene confermato, nonostante le tante voci che vedevano il trasferimento della gara in Nord Irlanda.
Gran finale con Giappone (su asfalto) e Australia.
Attendiamo le conferme ufficiali ma ormai i giochi sono fatti per un mondiale sempre più “mondiale”.