Markko Martin sul suo ritorno in Estonia: “Sono contento di averlo fatto”
L'estone ha corso la gara di casa correndo per la prima volta con una Wrc Plus
Di ritorni al volante in questi ultimi tempi ne abbiamo vissuti parecchi. Da Sebastien Loeb, a Petter Solberg passando per Marcus Gronholm, anche un altro asso del volante dei primi anni duemila del mondiale rally è tornato in abitacolo: Markko Martin.
L’ex pilota M-Sport e Peugeot ha infatti corso al recente Rally Estonia, gara promoter per il Wrc e che ha visto al via anche tutti i team ufficiali attualmente impegnati nel campionato del mondo. Difficile quindi trovare un occasione migliore per rimettersi alla prova ed assaggiare per la prima volta una Wrc in configurazione Plus. Un’esperienza molto diversa rispetto alla guida delle vetture della classe regina di una quindicina di anni fa, come ha confermato lo stesso Martin dopo la gara conclusa al sesto posto con una Fiesta Wrc+:
E’ stato stancante, il primo giorno mi sentivo come disorientato. Con il passare del tempo ti dimentichi di quanto sia faticoso guidare macchine di questo tipo. Non facevo un rally vero e proprio da quasi dieci anni, quindi è stato interessante tornare. Alla fine posso dire di essere contento di averlo fatto; non conoscevo queste nuove macchine, ed è stato proprio questo la ragione che mi ha spinto a provarci.
Da subito smentita la possibilità di una sua ulteriore comparsa in qualche rally nell’immediato futuro, Martin ha evidenziato la differenza alla guida tra una Plus e le Wrc che l’estone era abituato a guidare nel fiore della sua carriera, ed in particolare un aspetto fondamentale: l’aerodinamica. Evidenziato come fattore di maggior rilievo in confronto alle World Rally Car di precedente generazione, alettoni e alette varie non hanno lasciato indifferente neanche il pilota estone:
E’ stato un po’ snervante all’inizio non sapere su quanto grip potevo contare, ma alla fine sono rimasto sorpreso da cosa siano in grado di fare questi mezzi. Nelle curve da sesta marcia puoi tenere giù e l’effetto aerodinamico ti porterà dentro in curva: tu sei seduto e giri solo il volante. E’ molto diverso dalle auto che ero abituato a guidare, con le quali in questi frangenti ricordo di dover mollare, frenare ed impostare la curva.
Provocazione, dunque, verso una generazione di vetture più facili da guidare per i piloti odierni?
In ogni epoca i piloti hanno sfruttato quello che avevano a disposizione e lo hanno portato al massimo. Questo è quello che ho fatto anche io e che fanno i piloti al giorno d’oggi. Hai un pacchetto tecnico e cerchi di tirarne fuori il meglio, sono solo target diversi.
Come sempre interessante dunque constatare l’opinione di un grande del passato, tornato al volante (seppure una tantum) per riaffiorare piacevoli ricordi nell’animo degli appassionati.