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Abbiamo visto Ott Tanak – The Movie e ce lo siamo fatti descrivere da chi lo ha pensato e realizzato

Eero Nõgene e Kaidi Klein rivelano una produzione molto più grande di quello che si può pensare

È stato un fine settimana incredibile in Estonia! Non solo per aver assistito al primo WRC Promotional event della storia, ma anche per aver avuto l’occasione di vedere, per primi chi diffonde notizie di rally in Italia, il film sull’uomo del momento: Ott Tänak – The Movie.

Lo sapete, a Rallyssimo in quanto a esclusive non siamo secondi a nessuno, ma stavolta abbiamo voluto andare oltre, perché vedere il film non ci poteva bastare, volevamo capire e raccontarvi anche tutti i perché di questa pellicola e tutti i dietro le quinte.

A rispondere a tutte le nostre domande ci hanno pensato Eero Nõgene e Kaidi Klein, rispettivamente produttore e scrittrice del film ai quali va tutto il nostro ringraziamento per la splendida ospitalità e la disponibilità. È solo grazie a loro che siamo riusciti a comprendere a fondo il senso di tutto quello che è stato fatto.

Ovviamente la prima domanda che abbiamo fatto a Eero è quella che molti di voi hanno postato nei commenti al nostro primo articolo che ne anticipava l’uscita: Perché? Perché adesso e non quando sarà campione del mondo o quando avrà terminato la sua carriera?

Tutti noi ci auguriamo che presto Ott diventi campione del mondo, ma questo film non è una celebrazione del campione di rally, è la storia di un pilota ma anche di un uomo, dei suoi errori, del suo carattere, della sua decisione e delle persone che sono intorno a lui. A prima vista può sembrare schivo, anche non amichevole, sicuramente una persona difficile da interpretare e per questo volevamo… rivelare l’uomo che si nasconde dietro al suo sguardo impenetrabile.

Ovviamente le stesse perplessità le hanno riscontrate anche in Estonia, anche nel momento in cui si trattava di capire quale interesse ci potesse essere in questo docu-film. Pensate che prima di Ott Tänak – The Movie, il documentario più visto di tutti i tempi in Estonia aveva registrato meno di 50.000 spettatori, ed era già stato considerato un grande successo. Ecco, 50.000 era il nostro obiettivo e ad oggi [venerdì 12 luglio] siamo arrivati a oltre 98.000 spettatori, per cui abbiamo raddoppiato il nostro obiettivo!

Un risultato incredibile, in una nazione di poco più di un milione di abitanti!

Ma a capire ancora meglio i motivi di questo successo ci aiuta Kaidi che, sorridendo, ci spiega:

Non volevamo che il film fosse solo per gli appassionati di rally, che per altro in Estonia conoscono già molto bene i suoi risultati sportivi. Volevamo un film che fosse per tutti, che lasciasse qualcosa di positivo di quella che è una storia vera, anche se dura, come il suo protagonista. Aver raggiunto circa centomila spettatori è anche un risultato importante che premia gli sforzi di chi ha creduto in questa produzione, visto che il finanziamento è stato quasi completamente privato.

Ed è stata una storia dura anche da raccontare visto che per tutta la stagione 2018 la produzione ha seguito Ott e Martin su quasi tutti i campi di gara, compresi quelli oltre oceano, per un totale di 170 giorni, che hanno generato, insieme con le interviste e l’archivio, un totale di oltre 150 ore di girato.

Da queste 150 ore, è uscito fuori un primo montato di oltre 7 ore sul quale Kaidi Klein ha iniziato a lavorare di cesello per arrivare ad una durata normale, evitando così l’effetto “Corrazzata Potemkin” del ragioner Fantozzi. Proprio questa è stata, a detta di entrambi, la parte più difficile perché ogni minuto di quelle 7 ore sembrava inizialmente indispensabile!

170 giorni insieme a tutto il circus del WRC che inizialmente li ha visti come un corpo estraneo ma che poi, ci hanno raccontato i nostri, li ha accolti come parte della grande famiglia, aiutandoli nel loro lavoro semplicemente raccontando il loro rapporto con Ott, in maniera aperta e franca, appassionandosi al progetto e diventandone fan.

Gli aneddoti intorno al film sarebbero potuti continuare per molto tempo, anche grazie alla sincera simpatia dei nostri padroni di casa, ma l’orario della proiezione era ormai arrivato e quindi siamo entrati in sala, ancora più curiosi di sapere cosa ci stesse aspettando.

Non sono un critico cinematografico, non potrei raccontarvi del “montaggio cronologico” o dell’“occhio della madre” [cit.], ma quello che vi posso dire è che è un film forte, che mi ha colpito come un paio di sberle.

Non è una persona semplice Ott, non sembra a vederlo da fuori e non lo è nemmeno per le persone che gli stanno vicino. Ma, come moltissimi grandi atleti, la sua caparbietà viene da lontano.

Le parole del padre suonano come lame nel momento in cui dice che, mentre gli altri bambini d’estate andavano al lago, lui chiamava suo figlio a lavorare in officina, dove per altro stava tutti i giorni quando non era a scuola dall’età di 3 anni. Anche il padre è stato un pilota e già all’epoca preparava auto da corsa e questo, come spesso accade, ha acceso il fuoco della passione del giovane Tänak che, ben prima dei 18 anni, aveva già iniziato a gareggiare (e vincere) alcune piccole gare locali.

Ben presto passa ai rally veri e propri con una vecchia Golf II tutta gialla e con il suo stile funambolico si guadagna i suoi primi supporter (il club storico di tifosi di Tänak, ancora esistente, si chiama appunto il club giallo, in onore a quella Golf).

Tuttavia le risorse sono limitate e Ivar, il padre di Ott, è tutt’altro che morbido con il figlio. Durante il film questo argomento viene toccato più volte perché i primi anni sono molto difficili: correre costa in tutto il mondo e l’Estonia non fa eccezione.

All’interno del film hanno un ruolo centrale le interviste con Malcom Wilson, che rivelano molto del rapporto tra i due e di quanto fermamente Wilson creda in Ott, cosi tanto da concedergli una seconda possibilità nel 2014, seconda possibilità che, come dice il boss di M-Sport, non gli avrebbe mai dato se non avesse visto così tanto potenziale.

Facendo un passo indietro, il 2013 è un momento molto forte nel film: Tänak è appiedato, è fuori dai giochi dopo un numero incredibile di errori, ed è tornato a lavorare nell’officina del padre. Jari-Matti Latvala racconta di averlo visto in quell’anno in un rally spettacolo in Estonia dove lui partecipava con una storica, ma anziché avere la tuta da pilota indossava la tuta da meccanico: ormai era un ex pilota (per altro nei filmati d’epoca Ott sembra essere il fantasma di se stesso).

Il film poi continua su due binari, da un lato le varie gare del 2018, dall’altro i flashback sui punti chiave della sua carriera, del suo carattere e del suo rapporto, difficile, con il team e i vari navigatori (Martin Järveoja per esempio confessa che, nonostante passino 250 giorni l’anno insieme, non si possono considerare effettivamente amici).

Il film finisce con la fine della stagione 2018, quindi non bene per Tänak, ma, incredibilmente, le emozioni che ho provato uscendo non sono state quelle, negative, di un pilota che ha appena perso il campionato, bensi quelle positive di un uomo che ha combattuto, ha perso molte volte ma si è sempre rialzato ed è andato avanti, arrivando sempre più in alto.

Un pilota che quando infila il casco e stringe le cinture cancella dalla sua mente qualsiasi altra opzione che non sia la vittoria, ma anche una persona difficile e piena di difetti e quindi “vera”, come noi.

Come avrete capito, è una pellicola emozionante, ma che ha una semplicità di lettura che la rendono adatta a tutti, non solo agli appassionati. So che a molti di voi piacerebbe, ne sono sicuro, e per questo ho implorato Kaidi e Eero di farlo arrivare (doppiato o sottotitolato) anche in Italia. Speriamo che mi ascoltino!

AGGIORNAMENTO: il film è ora visibile in streaming, anche in lingua italiana, al link: www.tanakmovie.com

p.s. Piccolo spoiler: la nonna di Ott che lo segue sul tablet e si segna tempi e mescole delle gomme sue e degli altri piloti vale da sola il prezzo del biglietto.

Eccovi alcune immagini gentilmente concesse dalla produzione:

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