Bajardo, la salita “vivente” del Sanremo – Luoghi di Rally
Andiamo a rivivere uno dei tanti luoghi che hanno scritto la storia dei rally
Non scopriamo di certo noi il fascino dell’Italia e dei suoi panorami. Quello che vogliamo da questa nuova rubrica “Luoghi di Rally” è farvi scoprire (o riscoprire) luoghi all’apparenza non troppo famosi ma che per i rally hanno un significato importante. Posti, vicoli, curve e passaggi in cui si sono scritte pagine importanti e in cui ancora oggi (talvolta) si corre e dove ogni giorno si continua a respirare rallismo, storia e passione.
Se nella prima puntata si è parlato di Chiusdino, questa sera è la volta di Bajardo. Un piccolo borgo medievale situato nell’entroterra della Riviera dei Fiori caratterizzato dal profumo delle erbe aromatiche, delle olive e del sottobosco. La vista è pressochè mozzafiato, donando scorci di costa marittima francese e delle Alpi. Un paese che per i più potrebbe risultare insignificante, ma che per gli appassionati di rally riporta alla mente quanto di meglio ha offerto il Sanremo iridato.
Bajardo: la storia
E’ un comune italiano di 333 abitanti della provincia di Imperia in cui non manca davvero nulla, dalla Posta ad ottimi ristoranti tipici.
Così ce la presenta Wikipedia:
Paese montano della valle Armea situato, in linea d’aria, 11 km a nord del comune di Osoedaletti, circa 10 km da Sanremo e posizionato su uno dei crinali delle montagne delle Alpi Marittime dell’entroterra all’apice della val Nervia. Il territorio del comune risulta compreso tra i 332 e i 1.627 metri sul livello del mare. L’escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 1.295 metri.
Le origini del toponimo Bajardo – la cui prima forma primitiva Baaldus si è poi trasformata nei secoli con i termini Bayaldo e infine Bajardo – sono ancora oggi incerti per la mancanza di documentazioni e fonti certe; vi sono, tuttavia, numerose interpretazioni e derivazioni. La prima attestazione del nome – e, di conseguenza, del borgo – è certificata intorno all’anno mille nel cartulario di san Vittore di Marsiglia.
Il territorio baiardese fu abitato sin dai tempi preistorici, nel particolare al periodo del Mesolitico, epoca alla quale risalgono le sepolture a tumulo di Pian del Re; fu un importante luogo di culto per i druidi (sacerdoti celti) e dei Liguri Euburati. I Romani giunsero ad incontrare le varie popolazioni del luogo nel III secolo a.C. e provvidero innanzitutto a trasformare l’originario scrigno druidico in una fortezza, tutt’ora parzialmente visibile. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente anche questa zona del ponente ligure vide l’invasione dei Barbari e la dominazione dei Bizantini nel VI secolo. Il re Rotari dei Longobardi nel 643 occupò il territorio e ancora Carlo Magno re dei Franchi nella seconda metà dell’VIII secolo. Con la dissoluzione dell’impero carolingio tutta questa zona fu inserita nella Marca Arduinica – istituita dal re Berengario II d’Italia nel 950 – e sotto la giurisdizione del Comitato di Ventimiglia. Tra i secoli IX e X subì il ripetuto saccheggio da parte dei Saraceni.
Il 23 febbraio 1887 il sisma che colpì il ponente ligure provocò la semi-distruzione del paese vecchio e il crollo del tetto della chiesa parrocchiale di San Nicolò per un totale stimato di 220 vittime. Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità montana Intemelia.
Bajardo nei rally
Una salita tecnica e visibile ininterrottamente per centinaia di metri composta da tornanti rotondi e da curve tanto tecniche quanto lente, capace di radunare un numero esorbitante di pubblico assiepato in ogni dove.
Ecco il percorso della prova speciale nella stagione 1989, grazie al sito www.rally-maps.com. In quell’anno i concorrenti del rally di Sanremo la percorsero due volte (p.s 27/33), partendo dalla cittadina di Perinaldo e concludendo il tratto cronometrato proprio sul mitico tornante destro che porta al paese di Bajardo.
Dopo l’edizione del 2003, il Sanremo perde la validità iridata e viene assorbito dunque dal CIR. La scena internazionale però non tarda a ritornare, grazie all’introduzione della gara ligure prima nell’IRC e poi nell’ERC. Suggestiva la prova stagione del 2013, ove la tradizionale salita di Bajardo viene percorsa ancora due volte. Lungo la p.s.2 le vetture partivano nuovamente da Perinaldo per fermare il cronometro a Bajardo, mentre la p.s.4 “Ronde” partiva da San Romolo, passava da Bajardo, giungeva al famoso Passo Ghimbegna e terminava a Badalucco. Ben 55 km da percorrere interamente di notte… con l’inutilità di sottolineare l’emozione nel vedere i fasci di luce sprigionati dalle fanalerie supplementari che squarciavano il buio e scaldavano il cuore dei tifosi appostati ovunque.
A dir poco spettacolari i passaggi dei protagonisti dell’IRC che, in unione a quelli nostrani del CIR, diedero vita ad una delle edizioni più combattute tra le più recenti edizioni.
Emozionante analizzare anche con gli occhi del pilota il brivido che si prova a sfrecciare lungo gli uliveti, di notte e a velocità elevata, lungo quella salita che ha fatto la storia dei rallismo italiano e mondiale.
La salita di Bajardo raccontata da chi l’ha affrontata
Abbiamo chiesto al grande Andrea Dallavilla cosa volesse dire percorrere la celebre salita che conduce al piccolo paese dell’entroterra.
La salita che porta a Bajardo non è particolarmente difficile. E’ tutta esposta al sole e pulita per l’assenza di tagli significativi. Non essendo velocissima, è importante trovare un buon ritmo e un passo deciso. A causa delle molte curve simili, è di rilevante importanza la nota al fine di sfruttare meglio la chiusura o l’apertura della curva.
Questo essenzialmente ti permette di fare la differenza e di segnare un tempo ottimo piuttosto che mediocre. Mi ricordo che nel tratto finale era presente molta più gente rispetto alle zone centrali perchè si poteva parcheggiare lungo il viale alberato e scendere a piedi, componendo un vero e proprio muro di gente.
Per noi piloti non era semplicissimo perchè gli spazi si riducevano vistosamente ma, allo stesso tempo, era affascinate la visione dall’abitacolo di così tanti appassionati che erano lì solo ed esclusivamente per noi. Essendo la parte finale della prova speciale, ci si poteva permettere di lasciare qualche decimo di secondo in più spazzolando nei tornanti: era una forma di saluto e ringraziamento verso i tifosi.
Celica o Impreza? Su quella strada direi che la Toyota era più performante della Subaru perchè consentiva di usare una marcia alta per via dell’ottima coppia motore, permettendomi di farla scorrere maggiormente in curva. Concludendo, la salita di Bajardo è stata una cartolina pazzesca che chi ha avuto la fortuna di viverla, non la potrà scordare mai.
Bajardo oggi
Dalla stagione 2018 la salita di Bajardo non è più stata parte integrante del percorso inerente al rally di Sanremo. La causa è tanto semplice quanto discutibile: la macchina organizzativa ha preferito virare su altre strade, per soddisfare le richieste dei regolamenti stilati dalla Federazione.
Ciò non omette però la storia scritta da un passato d’oro dei rally e non oscura la bellezza indescrivibile del suo borgo medievale e il calore di un paese che offre al turista una cucina speciale e una vista suggestiva.
E ora vi proponiamo una visione dall’alto del tratto stradale in questione, sperando di farvi tornare alla mente aneddoti e sensazioni che avete provato in quei frangenti.
Se hai qualche immagine, video o aneddoto legato a Bajardo segnalacelo nei commenti o sui social e saremo felici di integrare questo articolo!