Alessandro Cadei: “Caduto all’inferno e risalito. I miei dieci anni in carrozzina”
Toccante intervista al driver piemontese
Chiudiamo gli occhi e torniamo al 23 maggio 2009 in occasione del Rally Città di Torino, prima gara del Coppa Italia di zona e valido come gara di apertura del trofeo Peugeot 207 R3T di zona. Al via ben 146 iscritti, di cui quattro iscritti al trofeo: tra essi anche Alessandro Cadei.
Perché parliamo di questo? Beh… per me non è facile parlarne soprattutto perché Alessandro, il protagonista di questa storia, è un caro amico. Ma a dieci anni da quel terribile incidente, sulla prova Lys, ho ritenuto opportuno far conoscere ai nostri lettori la sua storia.
Una vicenda che dimostra come nulla sia impossibile, che lo sport deve essere alla portata di tutti è che con la forza di volontà e mettendoci le palle (scusate la parola) anche i momenti più duri, possono dare lezioni di vita è aiutare a crescere come uomini.
Ma facciamo raccontare da Alessandro la sua storia:
Ciao ragazzi, sono passati già 10 anni dal mio bruttissimo incidente al Rally Città di Torino a bordo di una Peugeot 207 R3T. Era la prima gara del trofeo di zona e del Trofeo Peugeot, quando mancava circa un km e mezzo al fine della prova Lys (seconda prova del rally, lunga 14 km). Sono rimasto senza freni, uscendo di conseguenza di strada, e dopo un volo di oltre 7-8 metri siamo atterrati sulle quattro ruote insaccandoci giù per il precipizio.
Il mio navigatore, Diego Gherlone ha avuto due fratture somatiche di due vertebre (e conseguenti due mesi di busto), mentre io ho avuto la peggio con varie fratture alla colonna vertebrale, cervicale e dorsale, la frattura della vertebra dodici (l’ultima delle dorsali). Ho riportato la rottura del midollo completa, e da lì in giù non sento e non muovo nulla.
Durante e dopo l’incidente siamo sempre stati coscienti e fin da subito mi sono accorto di non poter più muovere nulla, anche se mai avrei pensato ad una frattura del genere. In seguito mi hanno portato in elicottero all’ ospedale di Torino dove sono rimasto per un mese di CTO e per nove mesi di riabilitazione, mesi importanti dove grazie ad un gruppo familiare non mi sono mai abbattuto, anzi è stato un passaggio importantissimo nel mio percorso di recupero.
Durante la riabilitazione, mi sono recato al Mirafiori Motor Village, dove ho potuto provare dei controlli con la mano e dove abbiamo potuto vedere quale sarebbe stata la soluzione maggiormente pratica per me e per la mia conversione della patente, da B a B Speciale.
Lì, mentre aspettavo che i miei compagni facessero i test, ho trovato la brochure di Albert Llovera, pilota di Andorra con varie presenze nel WRC, ed ho visto che era un pilota paraplegico, chiedendo in seguito di venire in contatto con lui per potergli parlare.
Così ho fatto, ed in seguito ci siamo visti in quel di Torino per un pranzo, dietro suo consiglio mi sono iscritto alla FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilistica Patenti Speciali), da li passano quattro anni di silenzio, un pò per la burocrazia, un pò perchè il lavoro mi prendeva diverso tempo.
Al quarto anno di silenzio, mi sono stancato di aspettare e li ho contattati, mi hanno mandato in Campania, più precisamente a Sarno dove mi hanno rilasciato un attestato con il quale abbiamo allestito la Panda Kit con i comandi, svolgendo anche la prova di uscita, nella quale in 12 secondi bisogna essere in grado di slacciarsi le cinture, staccare lo staccabatteria ed uscire con testa, tronco e fondoschiena fuori dal rollbar.
Una volta superato anche il test, hanno dato l’OK: finalmente potevo tornare a correre! La scelta è ricaduta sul Rally di Franciacorta, gara su pista in Lombardia, corsa con la Panda Kit Car. La gara l’abbiamo chiusa al 75° posto assoluto (2° di classe), ma poco mi importava, finalmente tornavo a correre, nel mio mondo!!
Da lì in poi mi sono tolto diverse soddisfazioni è chissà che il 2019 non possa regalarne altre…
Voglio ringraziare tutti i soccorsi di quel giorno, personale medico, elicotteri, chiunque in questi dieci anni mi sia stato vicino, è tengo a dire una cosa. Non bisogna mai mollare alle prime difficoltà, lottare e superare le difficoltà, perchè nulla è impossibile