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L’Italia che serviva a Hyundai Motorsport…

Dopo 5 round del WRC Hyundai comanda tutte le classifiche grazie alla "cura Adamo"

Ok, sono di parte e non farò niente per nascondermi. Il risultato finale dell’Argentina ha confermato un rilancio importante per Hyundai Motorsport, catapultandola in cima a tutte le classifiche mondiali, ed è inevitabile pensare che gran parte del merito sia del “nostro” Andrea Adamo.

Se dopo Montecarlo, Svezia e Messico si iniziava a pensare che per Hyundai l’ultimo treno fosse passato nel 2018, Corsica e Argentina hanno offerto uno scenario completamente stravolto e rilanciato ogni tipo di ambizione. Dal nostro punto di osservazione non ci è possibile capire cosa sia cambiato a livello tecnico ed organizzativo all’interno del team ma è davanti agli occhi del mondo come sia cambiata l’aria nel team koreano con base europea ad Alzenau.

La macchina è quella, i piloti anche, ad eccezione di Loeb che comunque vive una stagione “a parte”. Tuttavia le immagini che passano al mondo sono di un team solido, unito, che rema nella stessa direzione e che inizia a raccogliere i frutti di un lavoro che pare essere più a livello mentale.

Non parlo solo delle due vittorie consecutive di Thierry Neuville (anche nel 2018 era stato artefice di un avvio di stagione fantastico che è poi scemato dalla prodigiosa vittoria in Sardegna). Il segnale sportivo più forte è Andreas Mikkelsen che va a podio dopo diverso tempo, proteggendo le spalle al “primo pilota” e porta quel carico di punti essenziale che è mancato troppo spesso nelle stagioni scorse. Ed insieme a lui Sordo che recita un ruolo secondario ma comunque importante in ottica costruttori.

Un senso di unità, di spirito di appartenenza portati da Andrea Adamo che è il primo a mettersi in gioco nel nome dei colori che coordina e difende. Non ce ne voglia il buon Michel Nandan ma le inquadrature dall’assistenza Hyundai oggi hanno un sapore diverso rispetto al passato. Sono vive, trasudano voglia di arrivare dove non si è mai riusciti ad arrivare prima.

La summa di questa nuova mentalità è stato tangibile negli ultimi minuti della Power Stage di El Cóndor domenica.

Andrea era in piedi con la voglia di esplodere di gioia sia per il secondo posto di Andreas che per la vittoria di Thierry. Lo stesso desiderio, la stessa voglia, la stessa gioia per ognuno dei suoi uomini. E sono questi gli atteggiamenti che spesso fanno la differenza e portano i piloti a tirare fuori quel qualcosina in più che dentro il motore non si può inserire.

Le motivazioni, lo spirito di sacrificio, il desiderio di prendere parte ad un progetto comune che mira a dimostrare al mondo di valere più di qualunque altro. È mentalità italiana al 100% che da qualche mese dirige uno dei top del mondiale rally. Se bene o male saranno cronometro e classifiche a deciderlo ma, io ne parlo ora che è ancora tutto da giocare perché non voglio che mi si dica che son salito sul carro dei vincitori, se vincitori dovessero essere a novembre.

Perché vado orgoglioso a prescindere di quel modo tutto nostro di vivere il motorsport: diretto, caldo, appassionato. Italiano.

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