Il Sanremo delle occasioni prese (e di quelle perse)….
Mentre brilla l'aspetto sportivo, divide ancora una volta la copertura media per il CIR
Dell’aspetto sportivo del Rally Sanremo 2019 resta ben poco di non detto. Abbiamo ancora tutti davanti agli occhi la bellissima battaglia tra Campedelli e Breen, con il primo artefice di un venerdì in un cui ha oggettivamente fatto “un altro mestiere” ed il secondo autore di un’ultima prova in totale attacco come forse solo certe “guide mondiali” possono. Occasione persa da uno e presa dall’altro ma che comunque lasciano nella bocca degli appassionati il dolce sapore di una battaglia veramente epica.
In questi primi due appuntamenti il CIR sta mantenendo tutte le premesse fatte durante l’inverno. Tanti protagonisti, tante emozioni, qualche bella innovazione e un contesto che ha tutti i requisiti della grande occasione di rilancio. Un’occasione che ha bisogno di essere raccolta nel migliore dei modi se veramente l’intenzione è quella di rilanciare i rally tra la gente, farli arrivare nelle case, per riportare linfa vitale (ed investitori) allo sport minore per eccellenza in Italia.
Lo hanno capito i ragazzi di Primocanale Motori che non hanno fatto niente di speciale che non fosse comprendere che c’era uno spettacolo sulle vicine strade liguri. Uno spettacolo per cui valeva la pena fare degli sforzi extra per andare a raggiungere le tante persone in giro per l’Italia (e non solo) a cui si alzano i peli sulle braccia a sentir dire “Rally di Sanremo”.
Un lavoro mirato, preciso, sapientemente guidato da chi mastica rally da anni e conosce cosa la gente vuole quando si parla di sport a quattro ruote su strada. E allora dirette social fin dallo shakedown e i protagonisti della gara dentro i dispositivi di ogni appassionato per due giorni. Certo, con qualche sbavatura figlia di chi si è prestato all’occasione ma con tanta di quella voglia di far bene da finire per essere bonariamente perdonati anche dal pubblico più purista. Un servizio vero, fatto per la gente, e non il classico voler cavalcare l’onda spinti dalla vicinanza con l’evento. Un servizio apprezzato che ha permesso di far conoscere a livello nazionale una realtà locale. Più che giustamente e nel miglior dei modi.
La dimostrazione che sicuramente servono delle risorse per poter raccontare i rally come si deve ma prima di queste servono le idee, la voglia e la conoscenza del pubblico con chi si avrà a che fare per almeno un paio di giorni.
Tutto ciò manca a chi l’occasione di un CIR 2019 più fresco del passato non riesce proprio a vederla ed offre soluzioni posticce, preconfenzionate, fredde e lontane anni luce da quel che le persone vogliono e cercano. Perché oggi lo standard per un appassionato di rally si chiama WRC All Live, ossia quattro giorni no stop di prove in diretta, cameracar, notizie in tempo reale e chi più ne ha più ne metta. Fare meno diventa facilmente una colpa, parlare di risorse limitate una scusa.
Nessuno abbia il coraggio di lamentarsi davanti alle proteste degli appassionati che si trovano di fronte ad un palinsesto che non tiene conto di un ordine invertito delle vetture allo start. Tagliare anche solo un pilota di spicco ad un appassionato di rally significa ignorare ogni sua emozione di quell’ora abbondante di attesa. Significa togliergli un momento di piacere. Significa mancargli di rispetto. Significa perderlo probabilmente per sempre.
E non è lui ad essere pretenzioso (anche se si potrebbe erroneamente pensare che non sta pagando per quel che vede). Sei tu che hai tra le mani l’occasione di dare qualcosa di importante alla gente per tenertela vicina ma preferisci restare seduto a quel che fai da sempre perché il tuo nome già lo conoscono tutti, ti basta così e “comunque vada sarà un successo”.