Simone Campedelli:”CIR2019 di altissimo livello. Sarà la stagione del riscatto!Tornare a correre una gara mondiale è stupendo!”
Esclusiva col pilota romagnolo che ci ha svelato qualche aneddoto dopo l'unione Orange-Msport e di come vede l'annata 2019 del CIR
Abbiamo incontrato il pilota Simone Campedelli, dopo la nuova partnership tra Orange1 ed M-Sport. Il driver romagnolo, sarà affiancato anche quest’anno dalla navigatrice Tania Canton e l’equipaggio sarà alla guida di una Ford Fiesta R5 fornita dal team M-Sport.
Simone ci ha parlato di come si aspetta questo CIR 2019, ricco di novità e di altissimo livello nonostante l’uscita del pluricampione Paolo Andreucci. Uno sguardo e un consiglio anche per l’evento mondiale che andrà ad interessare il nostro Campionato Italiano.
Eccolo, in esclusiva per noi, Simone Campedelli:
Nuova stagione, nuovo assetto tecnico, nuovi avversari e nuovi stimoli. Che stagione sarà quella 2019?
E’ un 2019 che si preannuncia bellissimo in quanto credo di avere la mia più grande opportunità di carriera avuta finora. Devo mettere a frutto tutto il lavoro svolto da dicembre 2017 ad oggi. Abbiamo preparato molto bene la stagione. Abbiamo tanta voglia di riscatto e cercare di ottenere i risultati che lo scorso anno non sono arrivati. Siamo motivati e vogliamo mettere a frutto il duro lavoro di 14 mesi che stiamo portando avanti.
Al nostro fianco c’è il team campione del mondo. Cosa mai avvenuta in Italia. Siamo nuovamente con Ford e Orange1 ci ha dato ancora fiducia. Gli avversari di quest’anno sono di grande livello e si preannuncia quindi un CIR di altissimo spessore e caratura.
Nell’ambiente non si parla altro che della questione “ufficiale” e “non ufficiale”. Qual è il tuo punto di vista sulla vicenda?
La questione è divertente. I tempi sono cambiati. Coi social è difficile perchè tutti possono parlare. Il concetto di ufficiale è cambiato. Bisogna essere bravi imprenditori di sè stessi e un pilota non è più solo pilota ma anche manager di sè stesso. Un professionista oggi è quello che può vivere facendo il mestiere più bello al mondo, ovvero il pilota di rally per me. Io dal 2015 ho la fortuna di riuscire a farlo e quindi mi reputo un privilegiato. Poi che sia ufficiale o privato l’aggettivo non mi interessa.
Essere ufficiali secondo me significa poter collaborare con un costruttore che potrà apportare modifiche all’auto e far parte di un gruppo di sviluppo di materiali e pneumatici, prodotto fondamentale per la riuscita di una vettura competitiva. Mi aspetto da Ford Italia un coinvolgimento sempre più progressivo durante la stagione.
Durante l’inverno si è parlato di tante opzioni per te, con un po’ tutti i marchi avvicinati al tuo nome. Quanto c’è di vero nelle voci che ti volevano vicinissimo a Citroen?
Con Citroen ho tanti bellissimi ricordi. Ho vinto 15 gare su 16 e tutti i tornei a cui ho preso parte con la casa francese. La famiglia Fabbri ha un ottima stima in me, hanno sempre stimato il mio lavoro, ma a questa non è seguita una vera e propria offerta di ingaggio. In questo momento non mi interessa vendermi, in Orange1 sto benissimo e Donazzan ha esaudito tutte le mie richieste tecniche ed economiche e quindi sono felice lì dove sto.
Nomi da urlo per il CIR quest’anno e anche una casella vuota a nome Andreucci. Quanto mancherà Paolo al nostro campionato nazionale?
Visti i nomi del CIR 2019, a livello di competitività, si alzerà parecchio l’asticella. Un pilota mondiale come Breen porterà tanta velocità, si andrà più forte di sicuro. Basso e Rossetti sono piloti esperti con diverse gare europee alle spalle. Quel che si perde è il blasone. Il ritiro di Andreucci è una perdita per il CIR. E’ stato il pilota più forte della storia del campionato italiano rally. E’ un po’ come quando il WRC ha perso Loeb.
Paolo ci mancherà. Per me è sempre stato un esempio, ha vinto il suo primo CIR a 32 anni, quindi mi dà grande spinta. Ha lottato tanto per conquistare tutti i suoi trofei. E’ un grande esempio come uomo sportivo e come pilota. Per me è stato un grandissimo rivale e penso un po’ anche io per lui.
In Sardegna ve la vedrete coi protagonisti del mondiale, pur dovendo pensare al campionato. Esperienza tutta da vivere o pensiero di cui avreste fatto volentieri a meno?
Correre il Sardegna sarà un’esperienza bellissima e in più farla a bordo di una R5 sarà il top. Dovrò fare molta attenzione perchè saremo in lotta per il campionato quindi non dovremo solo guardare i tempi cronometrici. Tornare a correre nel contesto mondiale è una figata! Spero che anche il regolamento di gara che verrà stipulato per il CIR sarà uguale a quello del WRC perchè poi partire in coda può generare svantaggi, ritardi. Sono però entusiasta e non vedo l’ora!
Grazie del tempo dedicatoci e in bocca al lupo per il CIR2019.