In Svezia con un piede rotto: l’impresa sfiorata di Freddy Loix
Nel 2002 il belga fu protagonista di una gara svedese stoica, corsa in condizioni malconce ma che lo vide grande protagonista
Li chiamano extraterrestri, coloro che riescono a fare delle cose impensabili per gli esseri comuni mortali con un volante in mano, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Una visione applicabile dall’opinione pubblica maggiormente alle corse del passato, ma che non trascura assolutamente i piloti ed i rally di oggi, anzi.
Correva l’anno 2002, ed il mondiale rally era reduce da una battaglia feroce per il titolo conclusasi qualche mese prima con Richard Burns incoronato campione del mondo nel suo Rally del Galles ai danni dei duellanti Colin McRae e Tommi Makinen. Al Montecarlo edizione numero 70 la voglia di conferma del vincitore e di rivincita dei vinti era dunque alle stelle, complice i diversi cambiamenti di casacche che coinvolsero il ricchissimo scenario del mondiale di quegli anni. Burns da Subaru a Peugeot, Makinen da Mitsubishi ai rivali giapponesi della casa a sei stelle, Gronholm, Sainz e McRae confermati rispettivamente in Peugeot e Ford. Senza dimenticare quel Sebastien Loeb alle prime apparizioni nel mondiale con Citroen e la ancora incompiuta Hyundai.
GiĂ , proprio Hyundai. Un team, quello coreano di quegli anni, molto lontano dall’attuale, ed alle prime armi nella massima competizione rallystica. Il suo debutto era avvenuto un paio d’anni prima, nel 2000, con la prima evoluzione della Accent Wrc giĂ realtĂ nell’anno seguente. Lo sviluppo sulla vettura progettata da Nick Clipson proseguì anche nella sua terza stagione iridata, nella quale si presentò al via del Montecarlo 2002 forte degli ultimi aggiornamenti denominati con la sigla Wrc3. Uno sviluppo volto a migliorare i due quarti posti ottenuti come miglior risultati al Rally Australia 2000 e Rac Rally 2001, ed arricchito dalla presenza di piloti d’esperienza come Juha Kankkunen e Freddy Loix. Delle premesse sicuramente promettenti per il nuovo campionato del mondo ma che, subito nelle fasi iniziali del primo appuntamento stagionale, subirono un netto ridimensionamento. Fu infatti proprio il pilota belga, ingaggiato dopo un paio d’anni trascorsi in Mitsubishi, l’autore della prima distruzione di una scocca della nuova stagione nella terza speciale del Montecarlo. Un botto tremendo, che ridusse la sua Accent ad un ammasso di rottami e costrinse l’intervento dei medici per l’equipaggio. Risultato: piede sinistro fratturato. Un esito che, a vedere le immagini della sua vettura incidentata sembra quasi ottimista, ma che costituì comunque una bella tegola per il team Hyundai ed il suo pilota. Oltre ai zero punti arrivati dalla prima trasferta stagionale ed una vettura incidentata dopo pochi chilometri, la cosa piĂą preoccupante era indubbiamente l’imminente Rally di Svezia, distante solo due settimane dal Montecarlo ed al quale il team Hyundai si sarebbe dovuto presentare con un pilota tutt’altro che in condizione, oppure con un sostituto. Opzione che, ovviamente, non passò neanche per l’anticamera del cervello del buon Loix.
Fu così che, dopo due sole settimane e parecchie ore di fisioterapia, “Fast Freddy” non esitò a presentarsi al via del Rally Svezia armato di stampelle ed un evidente tutore ad avvolgere il piede sinistro malandato. No, il belga non era lì per fare la sua comparsa mediatica nel service park. Era li per correre e per non lasciare soli i suoi colleghi, sicuramente stupiti di fronte alle sue volontĂ . Con tali premesse divenne difficile immaginarsi una gara condotta fino in fondo al traguardo finale, figurarsi battagliare per le posizioni importanti. E invece, quasi come se l’infortunio fosse motivazione extra per sopperire anche agli evidenti limiti tecnici, Loix – eccezion fatta per un inizio un po’ a rilento – si trovò in bagarre per la top five assoluta per buona parte della gara.
A fine seconda tappa la Accent Wrc numero 18 occupa addirittura la quarta piazza assoluta, a soli 0″5 ai danni di Richard Burns e 5″3 su Kenneth Eriksson e la sua Skoda Octavia Wrc:
“La cosa importante è provare a tenere dietro Richard e Kenneth, perchĂ© questi due sembrano non avere rispetto per le persone “handicappate”.
Fu con questo velo di sarcasmo che Loix si presentò al via dell’ultima giornata di gara, che però si rivelò ben presto tutt’altro che positiva come le precedenti. Oltre a perdere la posizione ai danni del campione del mondo in carica nella prima speciale di giornata, la gara di Freddy prese infatti una brutta piega nella ss14. Le immagini della Hyundai ferma a bordo strada si diffusero rapidamente nell’assistenza, insieme al povero Loix rassegnato di fronte al problema meccanico che ha afflitto la sua vettura, seppur senza errori commessi alla guida.
Il ritiro fu un’immediata conseguenza, e negò al belga ed al team Hyundai un risultato che ebbe modo di ripetersi ben poche altre volte nel corso di quell’annata. Quello che però passò agli annali, anche se mai sufficientemente ricordato e valorizzato, fu l’impresa sfiorata di Loix nel portare a termine una gara di simili proporzioni in condizioni fisiche malconce. Una voglia ed una determinazione confermate ampiamente dalla sua variegata carriera rallystica, conclusa ben quattordici anni dopo quel Rally di Svezia 2002.