Wrc: Mikkelsen e Hyundai, una stagione nell’anonimato
Il norvegese è stato protagonista di un altro weekend incolore. Da protagonista annunciatoè ormai diventato un oggetto misterioso
“Un pilota come lui non può restare senza sedile. Ha tutte le potenzialità per lottare per il titolo con un team ufficiale”. Tutte frasi che circolavano con una certa intensità nel panorama del mondiale rally, tra appassionati ed addetti ai lavori, dodici mesi or sono.
Tutto parti’ da quel famigerato annuncio di Volkswagen, con cui la casa tedesca ha ufficializzò il ritiro dal mondiale rally a fine stagione 2016. Una decisione del tutto imprevista, che provocò non pochi tormenti nei piani futuri dei piloti allora sotto contratto con il team di Wolfsburg. Sebastien Ogier, dopo lunghe trattative, si accasò alla corte di Malcolm Wilson, mentre Jari-Matti Latvala passò nelle file di Tommi Makinen, che a suo tempo esercitò non poche pressioni e volontà a riguardo del pilota finlandese. Un’opportunità che purtroppo non ebbe Andreas Mikkelsen, ultimo a portare alla vittoria la Polo Wrc ma rimasto il più spiazzato dall’abbandono della compagine tedesca. Con i sedili ufficiali tutti occupati, il norvegese visse una pausa invernale all’insegna delle voci riguaradanti un team satellite capitanato da Nasser Al Attiyah, il quale avrebbe dovuto portare in gara le Volkswagen Polo Wrc in configurazione Plus in veste provata. Come tutti sanno la complicata trattativa tra le due parti non andò in porto, lasciando ufficialmente Mikkelsen senza un sedile top nella classe regina in vista dell’imminente inizio di stagione.
Che fare quindi? Accettare la situazione o cercare un sedile di classe inferiore? A pochi giorni dal via di Montecarlo, Mikkelsen optò per accettare l’ingaggio di Skoda Motorsport, che gli offri’ una Fabia R5 ufficiale per alcuni appuntamenti del mondiale Wrc2. E l’entità dell’occasione sprecata nel vedere all’opera uno dei talenti più promettenti del panorama rallystico si capi’ subito dai primi frangenti, quando Andreas vinse domiando in lungo ed in largo a Montecarlo ed in Corsica.
Tante voci e rumors, mentre il norvegese continuava il suo “purgatorio” correndo anche in Portogallo. Si andò avanti cosi’ fino al momento tanto atteso, ovvero l’ingaggio di un team ufficiale della classe regina. Fu Citroen a a decidere di puntare su di lui per il Rally Italia Sardegna, confermandolo poi anche per la successiva Polonia complice anche lo stop forzato imposto a Meeke. Due risultati ai margini della top ten furono il bottino del norvegese, che confermò le difficoltà di adattamento della C3 sulla terra. Ma Mikkelsen il vero coniglio dal cilindro lo tirò fuori in Germania, quando condusse una gara perfetta regalando al suo team un secondo posto di importanza vitale. Se il futuro del biondo norvegese era ancora incerto nonostante i buoni risultati, ci pensò l’altra bomba di mercato a metterlo al sicuro. Contratto con Hyundai per le ultime tre gare della stagione e per le successive due stagioni. “Finalmente un altro giovane talento pronto a giocarsi il mondiale”. Un anno dopo la situazione si trovò decisamente agli antipodi, con Mikkelsen tra le file di un team ufficiale pronto finalmente a giocarsi le sue carte.
Ma otto mesi e dieci gare dopo fa sicuramente un certo effetto constatare che il driver nordico occupi la quinta posizione nel mondiale con 65 punti, ben 107 in meno rispetto al suo coequipier Thierry Neuville. La cosa che più impressiona è che dietro di lui, Dani Sordo dista solo cinque punti nonostante abbia corso solamente sei gare in questo campionato. E proprio in terra tedesca, il norvegese ha vissuto il weekend più buio in termini di prestazioni con il confronto tra i suoi compagni di squadra.
Come si spiega questo inaspettato flop? Tornando alla Germania, lo stesso Andreas ha definito la sua gara come un continuo tentativo nel cambiare il suo stile di guida per adattarsi al comportamento della i20. Non esattamente una cosa prevista, complice anche le buone gare disputate nel finale di stagione 2017 e la grande prova in terra tedesca dello scorso anno. Se l’unica sua attenuante sono i ritiri per problemi tecnici del Portogallo e della Sardegna, uniti a quelli di Montecarlo, dove Mikkelsen stava mettendo in mostra delle buone performance, Andreas ci ha messo del suo in Finlandia ed anche in Svezia. Nell’unico podio stagionale non è stato infatti immune da un errore, che ha impedito una probabile doppietta Hyundai. Insieme a tutto ciò, il nome di Mikkelsen non è mai stato tra quelli in grado di giocarsi una vittoria in questa stagione.
Fortunatamente per lui la terra tornerà tra settimane in Turchia, per quello che ha tutta l’aria di essere una sorta di ultimatum. Altro aspetto tutt’altro che secondario è infatti il titolo costruttori, nel quale Hyundai sta battagliando a denti stretti a con Ford e Toyota e dove la situazione della seconda i20 fa la sua fondamentale parte.
Inoltre, se erano in pochi quelli che avrebbero pronosticato un Mikkelsen in questa situazione di campionato a questo punto dell’anno, viene naturale pensare che il norvegese si giochi gran parte del suo futuro nelle ultime gare della stagione. Già, perchè oltre al già citato costruttori, il prossimo anno la compagine di Nandan schiererà con molte probabilità solamente tre vetture, ed una seconda guida che fa poco meglio di una terza/quarta con quattro gare in più, è tutt’altro che sinonimo di rinnovata fiducia. D’altro canto, il talento non può certo scomparire da un momento all’altro, e se consideriamo il fatto che le ultime gare sono quelle già disputate da Andreas con la i20 nel 2017, non bisogna del tutto escludere un Mikkelsen in crescita nel finale di stagione. Tifo o apprezzamenti a parte, è una cosa che ogni appassionato dovrebbe augurarsi per il bene di un mondiale che potrebbe infiammarsi ancor di più in questo rovente finale.