TERra chiama Abruzzo
Ad un mese esatto dalla gara, analizziamone i tanti significa che la caratterizzano
Manca un mese esatto al Rally d’Abruzzo ed inizia a salire la curiosità per questo evento storico che mancava da qualche anno. Una gara nuova sul panorama nazionale ed internazionale che ha deciso di percorrere la strada controcorrente rispetto al panorama rallystico italiano. Sì, perché mentre la maggior parte dei rally italiani va alla ricerca di superfici sempre più asfaltate, l’organizzazione del rally all’ombra del Gran Sasso ha optato per un ritorno alle origini: la terra. Un fondo che nasconde (ma non troppo) tanti significati che proveremo a sviscerare.
Terra vuol dire ritornare all’essenza
Teramo e dintorni è zona in cui pulsa forte un cuore rallysta, partendo da quello che fu il Rally d’Abruzzo e arrivando fino ai più recenti Rally di Teramo – Rally del Gran Sasso. Zona fertile in cui è nato il desiderio di “piantare” un nuovo progetto che incontrasse i desideri di tanti appassionati (tifosi ma, soprattutto, piloti) che chiedono a gran voce il ritorno alle gare su sterrato. Perché sfidarsi sulla terra ha un sapore diverso, riporta all’essenza e la ragione per cui sono nati i rally. Provate a chiedere ad un profano cosa si immagina di un rally? Al 99,9% vi risponderà che immagina una macchina di traverso che alza un’affascinante nuvola di polvere. Ritrovare questo spirito è offrire una grande occasione internazionale in più al nostro paese che, oggi, vanta due gare vere su terra nel CIR, un campionato ad hoc per i terraioli, una serie come Raceday e qualche altro evento spot che , in questi anni, hanno cercato di dare il 200% per mantenere questo tratto distintivo imprescindibile del nostro sport.
Terra vuol dire TER (Tour European Rally Series)
Transilvania, Antibes Cote d’Azur, Ypres, Vinho de Madeira, Valais: altroché serie B dei rally. Mettere il proprio nome in mezzo ad una serie di eventi di questo tipo non è roba per tutti. Farsi affidare il principale evento su terra, in mezzo a tanta tradizione asfaltistica, è prendersi una grande responsabilità e, al contempo, dimostrare di voler fare subito sul serio. Un segnale fortissimo a tutto il movimento nazionale e non solo. Il palcoscenico c’è eccome, ora toccherà agli attori prendersi la briga di dimostrare di valerlo.
Terra vuol dire territorio
Spingere gli appassionati nell’Abruzzo più vero e verace è una sfida. Non tutti credono nelle capacità di un rally di muovere una “microeconomia”, nonostante sia stato provato e riprovato in più situazioni quanto un rally possa impattare sul tessuto economico di una zona ospitante. Spingere la gara verso quelle strade bianche significa spingere persone verso zone meno battute, offrendo un impulso ulteriore ad un processo di ripartenza necessario e tanto desiderato. Un’esperienza nuova per gli appassionati e per gli equipaggi che si troveranno immersi finalmente una novità, sia in termini sportivi che in termini paesaggistici. E sappiamo bene quanto bisogno ci sia di novità nei rally in Italia.
Insomma gli ingredienti per una grande occasione di rally paiono esserci tutti, apparecchiati su un tavolo di terra che tanto ci piace e che non vediamo l’ora di assaggiare.