Tempestini dopo il Portogallo: “Portogallo che fatica. Sardegna su Citroen? Confermato!”
Chiacchierata generosissima con Simone Tempestini che, dopo un travagliato Rally di Portogallo 2018, si è concesso ai nostri microfoni raccontandoci ogni dettaglio della difficile gara lusitana disputata nella categoria WRC2. Piacevoli chiusura parlando del prossimo appuntamento in programma, il Rally Italia Sardegna.
Si inizia parlando del pregara e del mancato arrivato della Citroen C3 R5.
Premetto che il Portogallo è la gara che più mi piace del campionato del mondo, insieme alla Spagna. Quest’anno sarei dovuto partire con la Citroen C3 ma purtroppo i ragazzi non sono riusciti a fornirmi in tempo la macchina. Mi è dispiaciuto ma al tempo stesso devo ringraziarli per avermi dato modo di partecipare con una macchina che non fa parte del gruppo francese. Hanno capito che il Portogallo è una gara che mi piace, in cui ho corso molte volte e che noi ritenevamo fosse importante per cercare di fare un buon risultato in ottica WRC2.
Abbiamo deciso di correre con Ford perché è la R5 che conosco meglio di tutte insieme alla DS3. Setup e tutto il resto non sarebbero state nuove per me rispetto ad una Skoda ed insieme a questo abbiamo optato per il team con cui abbiamo vinto lo Junior per metterci nelle migliori condizioni.
E poi la gara dove niente ha girato per il verso giusto. Nonostante questo Tempestini e Itu non hanno mollato, decisi a portare la macchina sulla pedana finale nonostante tutto.
Era tutto pronto per il meglio, loro hanno preparato la macchina in maniera esemplare ma purtroppo la sfortuna ha voluto che le aspettative non fossero rispettate. Dopo un po’ di tempo che corro ho capito che ci sono cose che non si possono prevedere ed è difficile attribuirne la responsabilità a qualcuno.
Abbiamo avuti problemi elettrici, dovuti ad un pin del cablaggio che non faceva contatto come si deve. La macchina bruscamente tagliava e rimanevo senza potenza, fin dalla seconda prova del venerdì. Dalla prova successiva il problema si è aggravato: mi son praticamente fermato diverse volte, la macchina non accelerava più in pratica e dopo 4 km ho iniziato ad avere problemi con l’idroguida. Si è fermato e non ha più lavorato ed ho guidato più di 20 km. Poi, per chiudere in bellezza, ho forato a 4 km dalla fine.
Uno penserebbe questo potesse essere il massimo della sfortuna nel rally e invece, dopo che i ragazzi hanno speso del tempo per mettere a posto la macchina mettendo tutto loro stessi per cercare di mettere la macchina al top, la prima prova del giro successivo dopo circa 10 km si è bloccato l’alternatore, di conseguenza si è rotta la cinghia degli accessori quindi la pompa dell’acqua non ha più lavorato e mi son dovuto fermare per non rompere il motore.
Ci siamo ritirati e il giorno dopo avremmo voluto avere un ritmo buono nelle speciali che restavano. Al tempo stesso però mi era difficile trovare le motivazioni per dire: “ok andiamo a tutta e se si spacca qualcosa pazienza” non tanto per il rischio ma per il fatto di essere completamente fuori dalla gara e dalla possibilità di fare punti. C’erano tante macchine iscritte al WRC2 e io avevo fatto troppe speciali da ritirato e comunque l’obiettivo non era un piazzamento ma essere lì per stare sul podio o comunque in top five. Sulla primo passaggio all’Amarante, in cui avevo deciso di avere un ritmo più alto, dopo circa 6 km una pietra si è infilata tra cerchio e pinza del freno e l’ha tagliato. Ha iniziato ad uscire il liquido dei freni posteriori e, in aggiunta, non sono stato attento a gestire il ripartitore dei freni, mi si è rotta la rotellina sulla posizione dei posteriori e quindi son rimasto con pochissimi freni per il resto della prova, giusto il necessario per una frenata da trasferimento al semaforo. Difficile fare qualcosa e ho perso tanto tempo. Mi son fermato in prova per cercare di sistemare un minimo. In service abbiamo risolto e secondo giro è andato meglio, avvicinandoci di più al ritmo che avremmo voluto tenere. La domenica è stata semplicemente la fine del rally: nessun tipo di rischio e ritmo decente.
Quindi non posso di certo parlare bene di questa partecipazione al Portogallo 2018 ma resto dell’idea che sia una grandissima gara. Alcuni hanno detto che è stato troppo duro mentre a me non è sembrato molto più duro dell’altro anno. Magari si è andato più forte ed è sembrato che le macchine abbiano ceduto più facilmente ma da quando io sono andato in Portogallo la prima volta con la DS3 non le ho trovate troppo diverse. Primo passaggio sono durette, poi secondo passaggio si scavano molto e bisogna fare attenzione alle pietre.
Chiusura confermando quanto si sapeva finora: Tempestini sarà in Sardegna con la nuova Citroen C3 R5 e le ambizioni si fanno importanti.
Sardegna tutto confermato: Citroen C3 di Ph Sport. Vediamo cosa riusciamo a fare. Non ho avuto occasione di provare la macchina di recente. L’ho provata l’anno scorso con altri ammortizzatori. Faremo dei test lunedì e spero di farne altri per presentarmi al meglio, lavorare sul setup e non perdere tempo per regolazioni banali come il sedile la posizione. Poter testare è comunque cosa buona. Per me Sardegna è una gara quasi nuova, l’ho fatta nel 2014 con una Mitsubishi e non era andata per niente bene. Parecchi problemi e due superrally. Da quello che mi ricordo sono prove che mi ricordo, non so quanto sia cambiata dal 2014 ma ci lavorerò sui video degli anni scorsi per farmi un’idea ma comunque sono molto molto contento di partecipare alla tappa italiana del WRC.
Appuntamento dunque tra qualche settimana con un Simone Tempestini che punta ad un grande rilancio a bordo della Citroen.