Intervista ad Alessandro Cadei “Se vuoi puoi, ma ci vogliono impegno e sacrifici!”
Abbiamo ascoltato le parole di un grande appassionato e talento incredibile
In questa bellissima intervista vi raccontiamo di un personaggio che in qualche modo sta scrivendo anche lui una piccola pagina nel grande “libro” di storia del nostro sport: Parliamo di Alessandro Cadei, pilota di Lauriano che, dopo l’incidente del 2009 dove ha perso l’ uso delle gambe, non si è dato per vinto spingendo l’ asticella delle ambizioni sempre più in alto, e…sentite cosa ci ha detto….
Chi è Alessandro Cadei?
Sono io, farò 32 anni a settembre, patito di motori da sempre, anche grazie all’ azienda di autotrasporti di famiglia, e sono un grande appassionato di rally e di tutti gli sport motoristici in generale.
Com’è nata la tua passione per i rally?
Io abito a Lauriano, in provincia di Torino, e mi sono appassionato anche perché vicino a casa mia passa una storica prova del Rally Team 971, poi perché nel mio paese c’era un ragazzo che correva, e lo seguivo, ed infine grazie anche ad un mio parente appassionato, grazie anche al quale ho intrapreso la strada del mondo dei rally, che pian piano è sempre aumentata fino a quando ho preso la licenza e sono andato a correre.
Parlaci dei momenti più belli e più brutti della tua carriera.
Più brutto potrei dire in parte l’ incidente, mentre come soddisfazioni e momenti più belli sono i fantastici risultati delle ultime gare 2017 nelle quali non ci aspettavamo di arrivare a fare certi tempi con la nostra patologia, dimostrando comunque che con sacrificio e dedizione ci si può arrivare!
Parlaci della tua patologia, il tuo bruttissimo incidente e degli immensi sforzi fatti per tornare a correre.
Io ho avuto questo bruttissimo incidente il 23 Maggio 2009, al Rally Città di Torino, a bordo di una Peugeot 207 R3T, nella prima gara del trofeo di zona, dove nella seconda prova sono rimasto senza freni ed abbiamo fatto un volo di oltre 7-8 metri fuori da un tornante, atterrando sulle quattro ruote ed insaccandoci giù per il precipizio.
Il mio navigatore, un ragazzo di Asti, ha avuto due fratture somatiche di due vertebre (e conseguenti due mesi di busto), mentre io ho avuto la peggio, con varie fratture alla colonna vertebrale, cervicale e dorsale, ma dove mi ha compromesso la vita è stata la frattura della vertebra di dodici (l’ ultima delle dorsali) dove ho riportato la rottura del midollo completa, e da lì in giù non sento e non muovo nulla, infatti nell’ incidente sono sempre stato cosciente e fin da subito mi sono accorto di non poter più muovere nulla, anche se mai avrei pensato ad una frattura del genere. In seguito mi hanno portato all’ ospedale di Torino ove sono rimasto per un mese di CTO e per nove mesi di riabilitazione.
Da lì in poi, sono andato al Mirafiori Motor Village, ove abbiamo potuto provare dei controlli con la mano e dove abbiamo potuto vedere quale sarebbe stata la soluzione maggiormente pratica per me e per la mia conversione della patente, da B a B Speciale.
Lì, mentre aspettavo che i miei compagni facessero i test, ho trovato la brochure di Albert Lovera, ed ho visto che era un pilota paraplegico, chiedendo in seguito di venire in contatto con lui per potergli parlare.
Così ho fatto, ed in seguito ci siamo visti in quel di Torino, mi ha iscritto alla FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Automobilistica Patenti Speciali), e, dopo avermi iscritto, sono passati ben quattro anni ove non mi contattavano mai.
Al quarto, infatti, mi sono messo d’ impegno, gli ho contattati, ed ho fatto un corso a Sarno dove mi hanno rilasciato un attestato con il quale abbiamo allestito la Panda Kit con i comandi, svolgendo anche la prova di uscita, nella quale in 12 secondi bisogna essere in grado di slacciarsi le cinture, staccare lo staccabatteria ed uscire con testa, tronco e fondoschiena fuori dal rollbar.
Una volta superato anche il test, hanno dato l’ ok all’ ACI ove poi mi hanno rilasciato la licenza nazionale H, dopodiché nel 2014 ho ripreso a correre, con una gara di rally in pista a Franciacorta a bordo di una Panda Gruppo A.
Sei rimasto tra i pochi a dar fiducia alla Citroen DS3 R3T, come ti trovi con la vettura Francese?
Si, sono rimasto tra i pochi utilizzatori della DS3 R3T, io la uso dal 2015 ed ultimamente mi trovo molto bene, anche perché ha il cambio al volante, molto più comodo di un sequenziale utilizzando i miei sistemi, cioè acceleratore a cerchiello sopra il volante e freno a leva.
Il paddle l’ abbiamo spostato a sinistra, cosicché io possa accelerare, cambiare e girare il volante con la stessa mano, e invece con la mano destra riusciamo a frenare comodamente.
Ho ancora una leva, a sx dal volante, che è la gestione della frizione, che però serve solo in partenza, comunque questa macchina secondo me è una auto molto prestazionale, che non bisogna abbandonare al primo impatto, soprattutto se si viene da un aspirato, in quanto non è semplice da capire.
E’ una macchina turbo, bisogna cambiare tante marce, e bisogna avere coraggio per andare forte, ma se sono riuscito io, da disabile, a fare certi risultati, non vedo perché non dovrebbero riuscirci anche i “normodotati”, perché bisogna solo impegnarsi ed avere una guida molto pulita, in questo modo infatti la macchina va davvero forte, con un assetto molto, molto stabile, ed io mi trovo molto bene.
Terra o asfalto?
Io dico asfalto, perché purtroppo sono lontano dalle zone in cui si corre su terra, anche se mi piacerebbe molto correre su questo fondo, però come tempo, distanza e tutto la vedo difficile…
Al di là dell’ asfalto invece abbiamo corso su ghiaccio all’ Ice Challenge con la DS3 R3T, davvero divertentissimo, mi trovo davvero benissimo su quel fondo.
Quali sono le vetture che più ti hanno divertito e soddisfatto in carriera?
Nonostante di auto io ne abbia usate ancora poche, direi Renault Clio Gruppo A, Citroen DS3 R3T e Peugeot 106 A5.
Cosa ne pensi della tua disabilità?
Penso che purtroppo mi sia successo, ma se vuoi puoi, e non ci si deve fermare davanti a nulla, si conoscono un sacco di persone nuove, si hanno molte nuove possibilità e se si ha la voglia ed il sacrificio si può arrivare ad essere, ad esempio con una patologia come la mia, praticamente autosufficienti, anche se mi manca guidare il camion, cosa che purtroppo da disabile non posso fare.
Abbiamo visto recentemente dei tuoi davvero ottimi risultati culminati con il fantastico decimo posto assoluto al Rally Team 971, tornerai più agguerrito che mai anche in questo 2018?
Lo spero, il problema è che arrivando a fare certi risultati è difficile mantenerli, quest’anno vorrei fare le gare della Coppa Italia della mia zona (Valli Cuneesi, Alba, Lanterna, 111 Minuti), sempre a bordo della Citroen DS3 R3T by Sportec, supportati come sempre da Santero 958 e da Gianfranco Santero, che ci danno una grande mano, e con alle note il bravissimo ed esperto Claudio Bertotto, sperando di fare degli ottimi risultati!
Grazie per la disponibilità ed un saluto da tutta la redazione di Rallyssimo.it!
Grazie a voi, un saluto a tutti!