Intervista esclusiva a Renato Travaglia: “Voglio correre ancora, la 306 Maxi sempre nel cuore”
Abbiamo sentito un pilastro della storia italiana di questo sport, sentite cosa ci ha confidato
Chi tra di noi appassionati non ha mai sentito parlare di Renato Travaglia? Un’ autentica leggenda del rallysmo e dello sport italiano, che ha saputo costruirsi una carriera ed un palmarès di grande livello, culminato con tanti titoli italiani tra 2.0 Litri, terra ed assoluto e ben due Campionati Europei.
Davvero un onore per noi poter fare una chiacchierata con l’icona trentina che, nonostante l’ anagrafe dica 26.10.1965, si dimostra sempre freschissimo di spirito e di passione.
Chi è Renato Travaglia?
Sono un ragazzo di 52 anni con una grande passione che non si è mai sopita e con la competizione nelle vene.
Com’è nata la tua passione per i rally?
Leggendo 40 anni fa un libro sui rally trovato nella biblioteca del mio paese appena aperta, e cercando di mettere in pratica le varie tecniche di guida lette su quel libro. Comunque il libro ha solo rinforzato una passione per i motori che era già dentro di me.
Parlaci della tua carriera.
Una carriera iniziata nel 1987 partecipando al primo rally di Asiago con a fianco mia moglie come navigatrice al volante di una Opel Corsa 1.3 da 70 cavalli. Finimmo secondi di classe a 13 secondi dal primo a causa di un’uscita di strada. È stata una carriera fantastica che mi ha permesso di portare a casa 12 titoli fra italiani ed europei rally, la maggior parte con vetture Peugeot. Spero comunque che non sia finita qui visto che ho ancora molta motivazione e competitività.
Hai vinto per ben sei volte il Campionato Italiano Due Ruote Motrici, che alla fine degli anni ’90 aveva un successo sfrenato ed iscritti di altissimo livello: non pensi che manchi qualcosa del genere, anche a livello promozionale con trofei monomarca dedicati con grossi premi in palio in questo momento?
Direi che sono stati sei anni fantastici dove ho vinto gare contro tutti gli avversari del panorama italiano come Cerrato, Longhi, Fiorio, Cunico, Andreucci e soprattutto Piergiorgio Deila mio grande e veloce compagno di squadra. Poi ho incontrato anche piloti affermati nei Campionati europei come Thiry, Jean Joseph, l’amico Basso, Kresta e tanti altri. Anni bellissimi.
Mi ricordo che all’epoca c’era una grande persona competente ed appassionata che aveva avuto l’idea di quel campionato: Renzo Magnani. La stessa persona che ora ha ideato Rally Italia Talent, format di grande successo che sta coinvolgendo migliaia di giovani appassionati. Penso che ci sarebbe bisogno anche ora di persone così nella stanza dei bottoni.
Una carriera ricca di successi, ci puoi illustrare il tuo palmarès? Qual è stato il migliore momento della tua carriera? E il peggiore?
Dieci Italiani fra titoli e trofei e due titoli europei assoluti, oltre a più di sessanta vittorie assolute in gare di alto livello. Penso di aver avuto tantissimi momenti belli, quello che ricordo con piú soddisfazione è stata una vittoria a Castelfranco Veneto in una gara in bici ove erano invitati molti sportivi professionisti in varie discipline. Mi ricordo ancora di aver vinto alla media oraria di 40,5 kmh. Avevo sfatato il mito che il guidare non era considerato uno sport di fatica, invece fisicamente ero e sono molto preparato.
Tuo figlio Aronne è un vero campione ormai affermato negli USA, ci potrebbe essere per lui qualche incursione nei rally in futuro?
Aronne si sta impegnando molto negli studi, diciamo che ha partecipato e vinto due campionati nei trophy truck nel midwest USA due anni fa oltre a qualche gara di campionato italiano cross country rally grazie all’ aiuto di Andrea Debbi. Ha molta passione ma penso che prima debba finire il suo percorso di studi.
Rally Sanremo 2001, una gara per te magica, archiviata con un favoloso quinto posto assoluto in mezzo a nomi quali Delecour, Sainz, Loeb, Auriol, McRae etc… e finendo dietro di solo 1’32” rispetto al vincitore Panizzi. Cosa ti è rimasto di quella gara?
Ero quarto ma sull’ultima prova la squadra mi ha rallentato perchè c’era nebbia e mi ha superato Sainz.
Grande gara dove ho pagato lo scotto di non conoscere le gomme con la mousse antiforatura, infatti a fine prima tappa avevo perso circa un minuto e dieci, nelle successive due circa venti secondi. Non ho vinto alcune prove per dei decimi di secondo, peccato.
Considerando che c’erano 26 piloti ufficiali, direi che non è stato un brutto risultato.
Ultimamente sei stato coinvolto spesso nei progetti di Suzuki Italia, come quello della Swift R1 o della Baleno R1: Pensi che a livello promozionale e di crescita/costo siano dei trofei validi quelli creati dalla sede italiana della casa di Hamamatsu?
Direi validissimi, vetture molto affidabili con dei costi di gestione veramente molto bassi e premi davvero interessanti.
Mi sento di consigliarli a chi ha voglia di cominciare nel mondo dei rally, io ho cominciato così, e adesso arriva la nuova Swift RS R1!
Terra o asfalto?
Dopo essere stato considerato per molto tempo “re dell’asfalto” oggi preferisco la terra.
Perchè secondo te non abbiamo Italiani su di una WRC Plus? Non manca un pò la voglia e l’ impegno di confrontarsi all’ estero da parte dei giovani piloti di oggi?
Manca sicuramente una casa automobilistica nazionale nel mondiale Rally, poi sicuramente correre all’estero forma un vero pilota.
Quali rally preferisci di quelli che hai disputato nella tua carriera? Quale gara ti è più rimasta nel cuore?
Ho fatto tante gare con tanti bei ricordi, attualmente preferirei correre su terra.
Rally Italia Talent, questa nuova avventura che intraprendi ormai da qualche anno, che ne pensi?
Come ho detto prima penso sia una grande opportunità di soddisfare un sogno a basso costo. E’ anche un’occasione per condividere la passione dei motori con dei veri campioni, e tutto questo è possibile grazie alla grande e straordinaria intuizione di Renzo Magnani che riesce a coinvolgere anche sponsor importanti.
2002 e 2005, due Campionati Europei vinti in modo diverso, su un auto diversa, raccontaci queste esperienze.
Due anni fantastici, ricordo che nel 2005 con la Renault Clio super 1600 dell’Autorel, squadra privata, abbiamo vinto contro le squadre ufficiali di Renault, Abarth e Citroen. Un aneddoto: le altre squadre usavano benzine da competizione, noi per ridurre i costi benzina fatta al distributore…
Come ti spieghi questo fenomeno dell’ “astensione dalla terra” che avviene nei giovani italiani da qualche anno a questa parte?
Non me lo spiego, personalmente non avrei dubbi.
Quali sono le vetture che più ti hanno divertito e soddisfatto in carriera?
Direi che la 306 maxi ha lasciato il segno.
Descrivi i “rally” in cinque parole.
Adrenalina ed endorfine a volontà.
Ti rivedremo in futuro in gara? Se sì, quando?
Se ci saranno i presupposti, perchè no. Nel frattempo mi mantengo in forma!
Grazie infinite per la disponibilità ed un saluto da tutta la redazione di Rallyssimo.it.
Grazie a voi ed un saluto a tutti!
2 Comments
Giovanni
Grande pilota e grande uomo Renato Travaglia
Giulio
Un bel articolo completo su Travaglia. Ma nemmeno nominato colui che lo ha accompagnato per la maggiore nelle vittorie in gara