Thibaut “Titi” Poizot: il pilota della gente

Non è una questione di tempi per Thibaut “Titi” Poizot. Forse un po’ allo start, quando il conto alla rovescia si fa sempre più stretto e la frizione della Renault Clio RS R3T sta per mollare. Poi la questione è un’altra, la questione ha a che fare con gli occhi, i nervi e il cuore della gente. E  forse sarà proprio per questo che ai francesi, abituati ai pluricampioni, questa cosa strappa giusto qualche sorriso e poco altro.

Diverso è invece per il resto del mondo. Per chi non canta la marsigliese, il momento in cui sta per arrivare Titi Poizot è quasi un rituale. Le WRC sono passate da un po’, le R5 hanno retto male il confronto diretto con le regine dei rally e tra le piccoline si spera sempre in qualche sussulto degno di nota. Poi arriva quell’urlo, quel lacerante lamento della Clio che chiede disperatamente una marcia più alta. Osservi l’orizzonte, ti aspetti il muso giallo della piccola Clio e invece ti ritrovi a leggere numero e nomi stampati sul fianco.

Sì perché se Titi si accorge di un gruppo di appassionati che lo aspetta non riesce a fare a meno di metterla su un fianco. Poco importa se poi c’è da riprenderla senza la trazione di tutte e quattro le ruote. La gente vuole il fianco e il fianco puntualmente gli viene consegnato un po’ sulle mani e il resto sul cuore. Come se quella macchina fosse alimentata con le grida di gioia delle persone che hanno appena visto quello che gli avevano raccontato e speravano di poter vedere dal vivo.

E allora “Allez Titi”, continua a mostrarci il fianco e a fregartene del cronometro, che di piloti col muso ne esistono già a sufficienza.