Wrc: le idee di Mahonen dividono il Circus
Opinioni differenti riguardo alle proposte del direttore Fia
La pietra scagliata da Jarmo Mahonen, direttore rally Fia, ha provocato le prime ed inevitabili reazioni all’interno dell’ambiente del mondiale rally. Il finlandese, direttore da cinque anni ma che lascerà il suo incarico a fine anno, ha espresso la sua volontà di rendere le prove speciali non più lunghe di 10 chilometri, meno trasferimenti ed eventi che rendano maggiormente partecipe il parco assistenza.
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Come auspicabile, questa presa di posizione di Mahonen ha diviso le opinioni di team manager e piloti. Primo ad opporsi è stato Michel Nandan, capo di Hyundai Motorsport il quale ha dichiarato:
Ogni rally deve essere diverso ed avere ognuno la sua particolarità. Capisco che per gli organizzatori è difficile proporre prove lunghe da 30 o 40 chilometri, ma anche fare solo prove inferiori a dieci chilometri non sarebbe una buona cosa per il nostro sport. Se vuoi una disciplina breve, c’è il Rallycross o i circuiti. Sono d’accordo che i rally debbano adattarsi alla società attuale e che tornare al passato è impossibile, ma dobbiamo mantenere il dna di questo sport. Ovviamente non dico che bisognerebbe cancellare le prove corte, ma è opportuno farle insieme alle stage da 20, 30 ed oltre chilometri.
Il pensiero del boss Hyundai è stato accolto bene o male in modo unanime da tutti i team manager del mondiale, ed anche di un pilota rimasto però anonimo. L’eccezione più marcata è rappresentata dal pensiero di Tommi Makinen, boss del Toyota Gazoo Racing Team, che si è espresso cosi’ sulla delicata faccenda:
Queste macchine sono più simili a delle vetture da corsa, non penso siano del tutto adatte per resistere a tappe lunghe come quelle del Messico. Inoltre, prove più corte vorrebbe dire più copertura social per il nostro sport ed un maggior coinvolgimento generale.
Più ampia invece l’analisi del promoter del Wrc, Oliver Ciesla. Ecco le sue parole:
Quello che abbiamo provato a fare negli ultimi anni è dare una certa regolarità per aiutare i fan a riconoscere il format del mondiale rally. Se non segui in determinato schema, non hai alcuna possibilità che i media seguano il tuo sport. L’intervallo di attenzione dei giovani è tra gli otto ed i quattordici minuti; dove vogliamo andare con prove lunghe 80 chilometri? Lo sport deve adattarsi a quello che esigono le nuove generazioni, e per questo è necessario costruire una struttura intelligente. Se non lo faremo, falliremo.
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2 Comments
Lancia Delta S4
Concordo perfettamente col pensiero di Michel Nandan, capo di Hyundai Motorsport.
Fra l’altro credo che i detrattori del WRC attuale stiano prendendo come capro espiatoio questa PS di 80 km del Rally del Messico, che è un fatto unico nel campionato, per portare acqua al mulino di far diventare i Rally del Mondiale come delle corsette sprint. In tutti gli altri Rally del WRC le PS non vanno al di là dei 30-40 Km.
Scolari Maurizio
Ognuno ha le proprie idee, ma se devono snaturare il rally per la propria idea non lo trovo corretto, lasciamo il più bello sport come è sempre stato,parere opinabile ma è come la vedo io.