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Andreucci campione: riviviamo i suoi dieci titoli italiani

Viaggio nella carriera trionfante del pluri campione italiano

Andreucci

E sono dieci. Paolo Andreucci è tornato sul trono del campionato italiano rally, aggiungendo un altro capitolo vincente alla sua straordinaria carriera. La tanto attesa e sperata doppia cifra è stata raggiunta al Rally Due Valli, ultima gara della stagione 2017. Ovvero la trentuneisma dal debutto nei rally del pilota toscano che dal lontano 1987 non ha più mollato il volante di una macchina da rally.

Una storia fatta di corse e di passione, che lo ha fatto diventare il rallysta piĂą vincente nel nostro campionato. Ma andiamo a ripercorrere tutti gli allori di Mister 10 titoli, Paolo Andreucci.

2001 – prima perla con la Focus Wrc ed Alessandro Giusti

Dopo le prime stagioni nel campionato italiano corse con vetture due ruote motrici, dalla Peugeot 306 alla Megane Maxi, Andreucci debutta con la trazione integrale nel 1999. Con la Subaru Impreza WRC S4, il primo anno tra i grandi del pilota toscano vede subito il confronto con due mostri sacri, Franco Cunico ed Andrea Aghini. Proprio quest’ultimo riusci’ a spuntarla con la sua Corolla Wrc contro la Subaru Impreza del vicentino, mentre Andreucci fu autore di due vittorie con la vettura giapponese, al Piancavallo ed al Salento. La stagione seguente ha il medesimo epilogo per Paolo, vice campione sempre con la Subaru e battuto dalla Toyota Corolla di Piero Longhi. L’annata buona però non tarda ad arrivare e nel 2001, con il passaggio alla Ford Focus Wrc, il pilota di Castelnuovo di Garfagnana si laurea campione italiano grazie a tre vittorie. Netto è il confronto con Renato Travaglia (Peugeot 206 Wrc) ed Andrea Aghini (Subaru Impreza Wrc), classificati alle sue spalle con ampio margine. La prima stagione trionfale coincide anche con le prime esperienze con Anna Andreussi alle note, la quale si alterna con Alessandro Giusti sul sedile destro della Focus gestita ai tempi dalla Euromotor Sport. Con la futura compagna, Andreucci conquista la prima di tante vittorie in quel di San Marino.

2003 – il sodalizio con Abarth è sinonimo di vittorie

Il passaggio da una World Rally Car ad una S1600, venute alla ribalta proprio in quegli anni, non è cosa da poco. Con una di quelle piccole e indiavolate trazioni anteriori, Andreucci corre la stagione 2002, trovandosi subito a suo agio con la Fiat Punto e conquistando il secondo posto in campionato dietro a Renato Travaglia. Mentre Anna Andreussi diventa la sua navigatrice, la stagione seguente ha un epilogo diverso. Protagoniste assolute sono proprio le vetture torinesi, complice l’abolizione delle Wrc dal campionato italiano. Tutto il 2003 è incentrato sul grande duello, il primo di tanti, tra Andreucci e Giandomenico Basso, dal quale ne esce vincitore proprio il toscano. Fondamentale fu la vittoria di Paolo nell’ultima gara, il Rally Adriatico.

2006 – l’era delle Super 2000 inizia nel segno di Paolo

Se le piccole Super 1600 si sono rivelate vincenti nelle loro prime stagioni, cosi’ non fu in quelle seguenti del 2004 e 2005. Il confronto con la trazione integrale delle Subaru Impreza Sti di Navarra e Longhi è infatti troppo complesso anche per due “manici” quali Andreucci e Basso. Stessa situazione ripetutasi anche l’anno seguente, con Giando emigrato nell’europeo e Paolo impotente contro le Impreza di Longhi, Cantamessa e Aghini e la Lancer di Navarra. La musica cambia però radicalmente nel 2006, anno in cui fanno la loro comparsa le vetture Super 2000. Rimasto fedele ad Abarth, Andreucci porta al titolo la Grande Punto nella stagione d’esordio, battendo il compagno di squadra Navarra e Piero Longhi (Subaru Impreza Sti). Per Paolo la stagione trionfale del 2006 è contornata da ben sette vittorie, che equivalgono al terzo titolo italiano.

Andreucci

2009 – Andreucci-Peugeot ed il “triello magico”

L’esperienza con la Grande Punto S2000 dura però una sola stagione. Nel 2007 la squadra torinese ingaggia Basso, con Andreucci che si lega alla Ralliart ed alla sua Mistubishi Lancer Evo IX. La vettura giapponese non si rivela però al livello della macchina italiana e della Peugeot 207 S2000, affidata a Luca Rossetti. Proprio il duello tra il friulano ed il pilota di Cavaso del Tomba è il leit-motiv della stagione, con Basso che la spunta vincendo il suo primo titolo italiano. Lo stesso confronto tecnico si ripete, con analogo epilogo, l’anno seguente. Questa volta con Rossetti campione davanti ad Andreucci ed alla Mitsubishi. L’esperienza di Paolo con la trazione integrale nipponica termina nel 2009, stagione nella quale è il mercato piloti a farla da padrone. Andreucci si lega infatti a Peugeot, insieme a Renato Travaglia mentre Rossetti passa ad Abarth. Sono questi tre a rendere quell’anno davvero fantastico, concluso con Andreucci, Rossetti e Travaglia a pari punti a quota 66. Con le tre vittorie a testa conquistate da Paolo e Luca, furono i quattro secondi posti del toscano contro i tre del suo rivale a garantirgli il suo quarto titolo italiano.

2010 – Quinto titolo nuovamente contro Rossetti ed Abarth

Si ripete il duello Andreucci-Rossetti e, per la seconda volta consecutiva, è il pilota toscano ad avere meglio. Il sodalizio con Peugeot si rivela difficilmente battibile, con Rossetti costretto ad arrendersi per soli tre punti. Le vittorie conquistate da Paolo sono però ben quattro contro le due del pilota Abarth, al quale non bastano i sei piazzamenti a podio in stagione. Neanche Basso, tornato a tempo pieno nel CIR con Abarth, e Jan Kopecky con la Skoda Fabia riescono a fermare Ucci-Ussi. I due sono campioni italiani per la quinta volta.

2011 – Arriva la terza perla consecutiva con la 207

Per la terza stagione consecutiva il binomio Andreucci-207 si rivela pressochĂ© imbattibile. Con le prime cinque gare segnate da altrettante vittorie del pilota toscano, l’affare per il titolo è ben in cassaforte giĂ  a metĂ  stagione. A nulla serve l’unico successo di Rossetti e dell’Abarth all’Alpi Orientali. Il friulano chiude infatti a settanta punti di margine dal diretto rivale in classifica di campionato.

Andreucci

2012 – Il Settebello è servito

Fuori Abarth, dentro Skoda. La casa torinese lascia spazio alla Fabia S2000 portata in gara da Umberto Scandola e Guido D’Amore. Cosi’ come la compagine dello scorpione, neanche la vettura ceca affidata all’equipaggio veronese riesce ad interrompere l’egemonia di Peugeot ed Andreucci. Alla fine, con tre vittorie stagionali, Andreucci ed Andreussi sono campioni italiani rally per la settima volta, la quarta consecutiva al volante della 207 S2000.

2014 – Debuttano le R5, torna Basso e Andreucci vince ancora

Dopo un 2013 diviso tra la piccola Peugeot 208 R2 e la 207, Paolo abdica al trono in favore di Scandola e Skoda. Troppo sfavorevoli le gare disputate con la nuova trazione anteriore francese, e a poco servono le due vittorie conquistate con la fida 207. Il Rally Sanremo 2013 è però l’ultimo corso con la S2000, dato che dall’anno seguente debutta la 208 T16 R5. Insieme ad essa, a contendersi il titolo di campione c’è anche la nuova Fiesta affidata al rientrante Basso mentre Scandola resta fedele alla Fabia S2000. Le vetture della nuova categoria si rivelano però superiori, ma molto simili tra loro a livello di prestazioni. Andreucci e Basso concludono infatti il campionato a pari punti, con Paolo che la spunta per il maggior numero di vittorie.

2015 – Nona sinfonia con la 208 R5

Le Super 2000 lasciano man mano spazio alle piĂą veloci R5. Anche Scandola infatti, dopo aver iniziato il campionato con la Fabia aspirata, debutta a metĂ  stagione con l’omonima vettura ma in configurazione R5. La vettura ceca si rivela molto veloce, ma non troppo per impensierire lo strapotere di Peugeot e di Andreucci. Neanche Basso riesce a tenere botta e il nono titolo per Ucci-Ussi diventa una formalitĂ  al Rally del Friuli.

Andreucci

2017 – Arriva la doppia cifra

Nonostante i due titoli italiani, la 208 non si conferma però la vettura migliore del lotto. Come testimoniato dalla avvincente stagione 2016, dove a spuntarla è Giandomenico Basso e la sua Fiesta R5 della BRC. Chi si dimostra il pilota piĂą forte è però Andreucci che, dopo la disfatta 2016, torna alla carica in questa stagione. Il resto è storia recentissima. Contro Campedelli, rimasto unico alfiere Ford, e Scandola, il toscano torna campione proprio sulle strade in cui perse l’alloro dodici mesi prima. E la doppia cifra è servita.

Nell’attesa di capire i programmi futuri del pluri campione italiano è d’obbligo porgere i piĂą vivi complimenti ad Ucci-Ussi. Anche se potrebbero stare poco simpatici ad alcuni appassionati, questi due hanno scritto, e forse continueranno a farlo, la storia del nostro campionato.

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1 Commento

  • Bqb
    Posted 17 Ottobre 2017 12:42 0Likes

    Nel 2001 vince l’esordio al Ciocco.

    Esordio su integrale nl 1999 è su una Wrx al Ciocco e 1000 Miglia,solo al piancavallo la WRC.
    E poi mi son fermato a leggere..

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