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CiWrc, Manuel Sossella: “Motivato per il rientro al Mille Miglia. Ringrazio la Gp Racing e gli sponsor per la fiducia”

Dopo aver rinunciato al recente Isola d’Elba sarà certamente della partita all’imminente Mille Miglia, andando ad arricchire un elenco iscritti davvero interessante. Dopo aver vinto il titolo nel 2015, Manuel Sossella rientra prepotentemente nel circus del CiWrc con la bellissima Ford Fiesta Wrc della Gp Racing. La gara bresciana inizierà venerdì e si concluderà sabato sera, dopo aver percorso prove leggendarie come la Cavallino e la Livemmo e ben 118 kilometri totali.

Manuel, com’è nata la collaborazione con la Gp Racing?

La collaborazione è nata grazie soprattutto al volere dell’amico Paolo Porro, che ringrazio davvero tanto. Senza i suoi sforzi e quello degli sponsor che ci assisteranno durante questa stagione, difficilmente avrei potuto correre su una Wrc. Abbiamo svolto una sessione di test recentemente e le sensazioni sono state buone. Inoltre la Fiesta la conosco bene perché l’ho usata già parecchie volte.

Quali obiettivi ti poni per la stagione?

Sicuramente fare del mio meglio per non rendere vani gli sforzi di chi mi permette di prendere il via. Quest’anno il CiWrc sarà un campionato molto combattuto per via dei numerosi piloti veloci iscritti e delle vetture di ultima generazione, rendendo il tutto più stimolante ma allo stesso tempo complicato per la vittoria finale.

Quanto peserà in ottica campionato la tua assenza all’Isola d’Elba?

Gli avversari partono già con un gruzzolo di punti conquistati e con la possibilità di gestire al meglio lo scarto. Negli ultimi anni chi ha saltato la gara d’esordio ha vinto il titolo, dunque mi auguro che codesta regola si verifichi anche quest’anno (sorride, ndr). Scherzi a parte, la nostra assenza in toscana ci obbliga a partire subito forte per colmare il prima possibile il gap.

Chi temi maggiormente?

Stefano Albertini. È un pilota a mio avviso completo e davvero veloce. Aveva la stoffa per raggiungere una carriera da professionista, ma a causa di motivi anche extra-rallystici non è riuscito in ciò.

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Ti vedremo in gare spot al di fuori del campionato?

Mi piacerebbe molto, ma tutto dipende dal budget e dagli sponsor che gestiscono la stagione. Quindi è tutto ancora molto prematuro per sbilanciarsi.

Hai avuto negli ultimi anni la possibilità di utilizzare macchine di ultimissima generazione, ma quale fra tutte ti ha lasciato quel qualcosa in più?

Ho avuto la fortuna di provare quasi tutte le ultime Wrc nate, ma quella che mi ha lasciato il ricordo più bello è la Impreza s14 con cui vinsi il titolo nella IrCup. Sono sempre stato un amante delle Subaru dunque guidare tale vettura significava per me l’apoteosi, se poi aggiungiamo il fatto che me l’affidò una cara persona purtroppo scomparsa il valore è doppio. Anche la i20 Wrc mi ha impressionato molto al Taro dello scorso anno, ma per andare forte per davvero bisognava effettuare molte sessioni di test perché ha un telaio molto particolare, tant’è che la squadra ufficiale optò per una i20 a quattro porte.

Si vocifera che tra qualche stagione possano essere disponibile anche per i gentleman drivers come te le Wrc Plus. Ti alletta l’idea?

Assolutamente si, penso sia il sogno di ogni pilota e appassionato provare vetture del genere. Ma anche stavolta bisogna fare i conti con i costi esorbitanti che hanno queste nuove Wrc, ma qualora avessi l’occasione non ci penserei due volte a mettermi al volante.

In Italia i giovani faticano sempre più ad emergere. Quale credi sia la causa principale?

La mancanza di budget credo sia la causa più plausibile. Oggi abbiamo Andolfi che ci sta provando, ieri avrebbero potuto sfondare Stefano Albertini o Giuseppe Testa, ma la mancanza di una federazione alle spalle rende tutto più complesso. L’assenza di un costruttore italiano? Certo, ma di questo non voglio parlare perché scriverei un libro. Altra causa secondo me è il fatto di essere impazienti con i giovani. Non si può pretendere che alla prima gara siano già competitivi e siano in lizza per la vittoria contro piloti con più esperienza. Le cosiddette “scoppole” servono a fare crescere e non sono certamente una vergogna perché fa parte del processo formativo di un pilota. Questo è ciò che anni fa mi insegnò non un persona qualunque ma un campione come Franco Cunico.

 

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