Intervista a Luigi “Lucky” Battistolli: “Ho nostalgia dell’ambiente degli anni 70/80”
Oggi parliamo di un campione del rally, classe ‘49, che ha infiammato il nostro mondo negli anni 70’,80’,90’ e che sta continuando tuttora a dominare nel mondo delle storiche: Luigi ‘Lucky’ Battistolli
Nato nei dintorni di Vicenza, precisamente a Posina, nel 1949, Luigi ‘Lucky’ Battistolli è diventato ormai un simbolo di questo sport in Italia e non solo, avendo corso per oltre 40 anni in questo fantastico sport ottenendo sempre risultati incredibili trovandosi solo un ostacolo tra se ed i Rally ad altissimo livello: la gestione dell’azienda di famiglia, che ha saputo portare avanti in modo eccelso facendo diventare il Gruppo Battistolli uno tra i leader Italiani nella vigilanza privata e il trasporto valori.
Il forte pilota/imprenditore di successo vanta inoltre un palmarès davvero invidiabile: un numero di vittorie di rally che supera le 50, Campione Italiano 1976, Mitropa Cup 1979, Campione europeo FIA Historic Rally Championship 2014, e molti altri successi per un personaggio che ha scritto la storia dei rally.
La sua storia, con tanti aneddoti e curiosità, è stata redatta da lui stesso nel suo sito ufficiale www.luckybattistolli.it messo online qualche giorno fa.
E per celebrare l’occasione abbiamo rivolto qualche domanda a Luigi:
Quando è stato per lei il momento di passare dalle moderne alle auto storiche? Cosa le ha spinto a cambiare?
Tutto nato nel valutare un ambiente “porschista” che sembrava avere dato origine a un vero trofeo monomarca, in più il ricordo di una vettura che mi era rimasta nel cuore (308 Ferrari).
Le auto ”Storiche” sono davvero le auto con tutte le parti che c’erano in origine? Quali sono i componenti del tempo che sono ancora uguali? E cosa è cambiato nella meccanica?
Le vetture che io guido sono tutte vetture che rispecchiano con assoluta fedeltà le vetture del tempo, se non addirittura quelle del tempo. Le parti meccaniche possono essere sostituite con materiali più resistenti, ma devono conservare le specifiche originali, acciaio, ghisa, alluminio ecc. Inoltre non potranno mai essere, se non le Porsche (a cui dedicherei un capitolo a parte), performanti come quelle che venivano costruite dalle case (Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Michelotto/Ferrari).
C’è qualcosa che cambierebbe nel mondo dei rally storici (essendo lei anche rappresentante Aci del settore)?
Metterei i piloti nelle condizioni di correre con tutto ciò che può migliorare la loro sicurezza. E’ assurdo pensare che i piloti delle storiche passeggino. Corrono più rischi di chi guida le moderne, le auto montano gomme più costose e meno performanti (all’epoca montavano le slick), parte ciclistica (ammortizzatori, molle e sospensioni rigorosamente conformi ai tempi in cui correvano) da aggiornare. Sono auto potenti, senza elettronica. Solo le Porsche hanno avuto l’assistenza di una casa costruttrice che ha continuato fornire ai preparatori, pezzi nuovi e più sofisticati (la Casa Tedesca ha trovato un mercato, nelle storiche, molto interessante), tutte le altre vivono di un artigianato privato e costosissimo.
Sicurezza nei rally, cosa ne pensa dei recenti episodi del Rallye di Montecarlo o del tanto chiaccherato (e da lei vinto) RallyLegend?
È singolare che i piloti siano colpevolizzati di quanto può succedere per un loro errore, quando questa è una possibilità per nulla remota, anzi. I commissari a volte possono non essere sufficientemente attenti e preparati, ma in ogni caso, per la maggior parte degli incidenti, se non per tutti, gli spettatori si assumono dei rischi nella temerarietà delle posizioni che vanno ad occupare per meglio assistere alle competizioni, nonostante i divieti e le raccomandazioni dell’organizzazione e dei commissari. Quindi, a mio avviso, la responsabilità è soprattutto loro.
Tra le numerosissime auto che ha guidato, quali le hanno regalato le maggiori soddisfazioni?
Sicuramente sono molto divertenti le auto moderne, se dovessi risalirci difficilmente tornerei alle storiche. In ogni caso tutt’e le auto da me guidate mi hanno divertito e soddisfatto. Naturalmente seguendo l’evoluzione del tempo l’ultima WRC Subaru è stata “la vettura”.
Ha nostalgia dei rally del secolo scorso?
Ho nostalgia dell’ambiente degli anni 70/80, della partecipazione delle case italiane nei rally italiani, europei e mondiali, della diffusa semplicità, dell’amicizia, dell’avventura e del romanticismo dei primi anni del mio esordio.
Nel 2017 lo rivedremo ancora nel Campionato Europeo Rally Storici? Se si, con che auto? Ha altri programmi in mente?
In mente ho un sacco di cose, però mi accontenterò di vivere un nuovo anno gara per gara.
Rangers e Gruppo Battistolli, le sue aziende che oramai sono entrate nel cuore degli appassionati di questo meraviglioso sport, che cosa ci puo’ dire al riguardo?
Non so se è così. Io credo che la mia presenza, dei miei navigatori e quella dei miei amici che mi seguono, compresa la mia famiglia, possono infondere simpatia e allegria. I marchi delle mie aziende sono solo sulle mie vetture (solo rare volte su tutte le vetture di una manifestazione, seguito accordi con l’organizzazione) il cui costo sostengo personalmente.
Quali saranno ora le prospettive di crescita di suo figlio Alberto? Lo vedremo correre ancor più spesso in futuro?
Dipende da lui, dalla scuola, dai suoi sacrifici (e dalla sua bravura).
Grazie per la disponibilità, buon proseguo di stagione e un saluto da tutta la redazione di Rallyssimo.
Grazie mille a voi e continuate cosi!
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