Intervista ad Andrea Dalmazzini: "Mi piacerebbe disputare il campionato italiano terra oltre al grande Raceday"

Dopo un avvio di stagione da protagonista al Ronde Valtiberina abbiamo contattato Andrea Dalmazzini per farci raccontare le sensazioni di questa prima gara e di questo 2017 di gare. Una chiacchierata a tutto tondo su di lui e sulle sue sensazioni in macchina, ricordando con piacere il mito di Pucci Grossi. Ma spazio alle domande.

Come è stato correre domenica al Valtiberina su quel fondo insidioso?Soddisfatto della gara?

Mi è piaciuto molto, la gara è una delle mie preferite, e io su quel fondo non mi trovo male. Non avevi pressioni di avversari vicni dopo la prima prova quindi mi sono goduto la gara pensando a divertirmi e a non commettere errori, perché poi dietro a me avevo piloti molto forti che avrebbero potuto recuperarmi subito, non potevo permettermi un minimo errore.

Chi è il tuo idolo rallystico a cui ti ispiri?

Renato Travaglia e Pucci Grossi, è anche grazie a loro se mi sono avvicinato ai rally.

Cosa ne pensi delle “differenze” tra i vecchi rally e i moderni?

Penso che una volta tutto era più facile, non nel senso di guida o di prove che forse li era ancora più difficile, ma era molto piu facile avvicinarsi a questo mondo e correre.

Quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo del rally?

Ho iniziato correndo nel cross country, dopo aver vinto il campionato italiano non c’erano più grandi sbocchi, purtroppo perché mi piace molto come specialità. Quindi ho deciso di provare a passare ai rally, solamente su terra e con macchine a trazione integrale visto che arrivavo dal cross country ho scelto la cosa che ci si poteva assomigliare di più e che mi divertiva.

Hai una passione che si sente da lontano ma allo stesso tempo usi la testa e non vuoi strafare anzi migliorare, qual è l’obiettivo più ambito a cui aspiri?

Non ho ambizioni particolari, certo, conquistare un titolo mi piacerebbe molto, con il tempo spero, mi impegnero per fare del mio meglio.

Cosa consigli ai giovani che vorrebbero intraprendere questo sport?

Di partire a correre su terra, e di curare la tecnica di guida, la velocita verra in seguito.

Cosa ti aspetti dalla prossima gara, il Liburna, nonché ultima del Raceday?

Cercherò di fare del mio meglio e di portare a casa punti preziosi. è una gara che mi piace molto, ed è anche stata la mia prima gara assoluta di rally nell’ aprile 2015, dove ricordo Pucci Grossi che mi dava consigli insieme a Francesco Fanari, dove si instauro un ottimo rapporto tra di noi nonostante siamo sempre rivali sulle prove speciali.

Progetti per il 2017 appena iniziato?

Non lo so ancora con precisione, ma mi piacerebbe disputare il campionato italiano terra, poi il sempre grande Raceday che lo reputo un campionato veramente bellissimo.

Nel 2015 hai disputato il Sardegna grazie alla vittoria nel RIT, ora ha distanza di due anni cosa ti ha trasmesso l’esperienza di una gara iridata e ti piacerebbe ricorrerla?

Una gara molto bella ed emozionante, era come essere delle star di Hollywood, un grande pubblico e tutti che ci conoscevano attraverso RIT. Io non ero abituato ad utilizzare auto a due ruote motrici quindi ero un po in difficoltà, ma del resto l’abbiamo presa come una gara premio da gustarci e da raccogliere esperienza.

Visto che punti così tanto sulla terra, hai in mente di fare il CIRT o di fare una serie a livello internazionale in futuro? E se intendi correre anche su asfalto?

Sì, mi piacerebbe fare il cirt, non mi piace correre su asfalto, potrei forse fare se ci fosse la possibilità il rally di Modena su asfalto, ma solo perché è il rally di casa.

La macchina che preferisci, preferiresti o che hai preferito?