La mia prima volta
Ebbene sì, sono una ragazza appassionata di Rally. Fin da piccola mi son sempre piaciute le auto, la velocità, l’adrenalina, l’emozione che provi mentre ti sfrecciano a bordo strada è unica. Son cresciuta con l’Adriatico di fianco casa e non mi son persa una gara fin quando non è stato spostato a Cingoli. Per qualche anno avevo archiviato la questione Rally per vari motivi. Una sera del 2015 al ristorante dove lavoro venne a cena C. Federighi con suo padre. Un invito a seguirli in speciale, un nuovo incontro l’anno successivo e tutto riacceso come prima.
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Nei mesi successivi, parlando Davide Gasperoni mio carissimo amico, dissi che mi sarebbe piaciuto provare a salire in una macchina da rally e magari prendere la licenza da navigatrice. Mi propose di andare a Corinaldo domenica 11 settembre, disse che ci sarebbe stato una specie di “Taxi Rally”, un’occasione niente male per provare davvero per salire sulla sua 106. Un po’ dubbiosa ma allo stesso tempo curiosa, decisi di andare.
Arrivo a destinazione e faccio un giro, sento salutarmi da qualcuno e ricambio il saluto senza rendermi conto che mi stava salutando uno dei miei idoli: Paolo Diana.
Mi preparo per salire con Davide sulla sua piccola bestiolina, che guidata da lui non è poi così piccola. Si parte, a tutto gas! Attaccata al sedile, il frastuono della macchina, dei sassi che schizzavano sulla lamiera dell’auto… finalmente su una macchina da rally guidata da uno spericolato ma altrettanto capace. Non avevo paura per niente anzi ero così euforica che quei tre km (se non ricordo male) finirono subito.
Mi lascia al “parco assistenza”, torno a piedi alla linea di partenza e noto che su quel piccolo pezzo di asfalto allo start erano rimasti i segni dei pneumatici della nostra partenza. WOW!Dopo qualche istante me li fa notare anche Lorenzo uno degli organizzatori della giornata nonché fondatore di Epic Rally Tribe, iniziammo a parlare. Lorenzo è una persona “magica”, uno che mette la passione prima di ogni cosa e crede fino in fondo a quello che fa e nella famiglia “Epic Rally Tribe” che ha creato insieme ad altre persone speciali.
Gli raccontai la mia passione per questo magnifico sport. Era ora di pranzo e ci ritrovammo tutti al Parco Assistenza, tra chiacchiere e risate il tempo passò velocissimo… Finito di mangiare andai da Lorenzo e chiesi se era possibile fare un giro su una macchina da rally davvero seria, visto che a breve dovevo rientrare per andare al lavoro e purtroppo non sarei riuscita a rimanere fino al fine giornata. Lorenzo col suo solito cuore, si alzò e parlò un secondo con lui, Paolo Diana. Stavo letteralmente volando.
Iniziammo con indossare il casco (gentilmente prestato da Conti D.), il team impazzisce per accorciare le cinture alla mia “statura”. Ovviamente il sedile in altezza non era possibile regolarlo e di conseguenza fuori non avrei visto granché. Mi siedo, mi imbragano, jack nel casco per l’interfono (una figata pazzesca!), accensione e via verso lo start… ero già al settimo cielo, muta dall’emozione. Mentre aspettavamo il nostro turno alla partenza parlammo di come mi fosse nata la passione per le auto. Persona disponibilissima e molto alla mano.
Sentivo che non avrei avuto paura. Quando accelerò mi sentii spingere nel sedile, non come con il 106 del mattino, molto di più. L’emozione quasi da togliere il fiato e non vedere quasi nulla rendeva tutto ancora più intrigante. Nessuna distrazione visiva, solo sensazioni e gli occhi puntati sui suoi piedi. Semplicità e destrezza di piedi e mani. Mi concentrai ad ascoltare i giri del motore e ogni suo singolo cambiamento.
Arrivati a fine prova, Paolo mi chiese se andava tutto bene e che cosa avevo provato nel giro di andata, risposi semplicemente che non doveva preoccuparsi della mia presenza, che ero tranquillissima e avevo aspettato quel momento fin da piccola. Mi avvisò che in salita avrebbe spinto ancora di più e quando eravamo in sesta piena mi chiese se mi rendessi conto a che velocità stavamo andando. Da ignorante e inesperta non ne avevo idea, eravamo circa a 160km/h disse!
Rimasi stupita da quanto potesse spingere quella macchina su quel fondo sterrato, così imprevedibile e divertente. Verso lo stop mi confessò che i suoi naviga erano stati tutti uomini, solo una volta una donna. Gli chiesi il motivo di questa scelta e mi disse che con una donna affianco non si sentiva libero di spingere e rischiare come con un uomo, come se volesse proteggerla. Qualcosa di inconscio, istintivo. Mi sentii una piacevole eccezione. Esperienza che sogno di ripetere il prima possibile magari non solo come semplice passeggera ma come navigatrice.
Tutto questo per raccontarvi la mia prima volta su una macchina da rally vera e dirvi come ho conosciuto Epic Rally Tribe, un gruppo di ragazzi con la passione per il rally che scorre nelle vene e di cui sono fiera di far parte.