Henning Solberg e lo spirito dei rally d’altri tempi

È un personaggio atipico dei rally moderni, un elemento genuino che fa tanto bene ad un mondo che troppo spesso si lascia prendere dalla voglia di polemica. È Henning Solberg che anche in questo Rally di Svezia non ha smesso di vivere questo sport con lo spirito che più piace ai tifosi.

Lo show di Henning inizia dalle ricognizioni, momento sempre molto rigido da parte di ogni equipaggio. Mentre tutti i big si presentavano con la consueta flotta di auto “alla moda”, il fratello del più celebre Petter ha optato per la soluzione comoda in formato famiglia.

Ma non finisce qui, anzi.

Sulla speciale numero 9, la prima del giorno tre, Henning cappotta la sua Skoda Fabia R5. Un botto a velocità sostenuta che non ha fermato la voglia di vedere la fine della gara. Henning non molla e riprende la strada con l’auto danneggiata e il parabrezza distrutto.

Tre prove speciali a passo d’uomo mentre fuori impazzava la polemica per la troppa velocità delle vetture sulla PS9 e la successiva cancellazione della PS12. Una polemica che non ha minimamente sfiorato Henning che aveva in testa solo il traguardo. Come vuole lo spirito del rally, quello vero.

E nello stesso spirito, durante il Service Park, Henning piazza l’ultimo e definitivo colpo in un weekend da vero eroe. Ed è lui stesso a spiegare di cosa si tratti al termine della PS13:

Devo ringraziare Alexey Lukyanuk. Non avevamo un parabrezza di riserva ed è stato lui a prestarcelo direttamente dalla sua auto per le ricognizioni. Ed era una macchina a noleggio infatti stiamo viaggiando con l’adesivo Europcar ancora attaccato.

Strappa un sorriso d’ammirazione e la voglia di non smettere di desiderare altri 10, 100, 1000 Henning Solberg. Che ci siano per il bene del pubblico, dello sport e della passione vera, quella che viaggia al di sopra di ogni polemica.

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