Intervista ESCLUSIVA con Lorenzo Bertelli: “Ci sentiamo in crescita”
Con grande soddisfazione e un pizzico di emozione pubblichiamo quella che per noi più che un’intervista è la realizzazione di un sogno. Lorenzo Bertelli diventa il primo pilota a far parte del World Rally Championship ad essere intervistato in esclusiva dal nostro sito. Per tanti può sembrare poco, per noi è qualcosa di enorme e vogliamo ringraziare infinitamente il Fuckmatiè World Rally Team e Lorenzo. Spazio ora alle domande.
Ciao Lorenzo, in primis ci teniamo a ringraziarti per lo spazio concesso al nostro piccolo progetto fatto principalmente di appassionati. Sei il primo pilota del WRC che riusciamo ad intervistare e questo rappresenta tantissimo per noi che dedichiamo al rally tutto il tempo libero (e a volte anche quello non libero) a nostra disposizione. Come stai? Sistemati i problemi alla caviglia?
Sì, tutto a posto grazie.
Finisce in archivio un rally di Polonia altamente spettacolare e dal finale veramente incredibile. 12° posto in assoluta in un weekend dalle condizioni che si sono fatte sempre più complicate. Com’è andata per voi?Siete soddisfatti della gara?
È stato un weekend in crescendo, a parte l’ultimo giorno quando il nostro obiettivo era finire la gara. Tuttavia non sono contento perché il passo potenziale era migliore ma, purtroppo, le note erano un po’ lente.
La stagione è ormai al giro di boa e non sono mancate le difficoltà in queste prime gare. Il feeling con la macchina sembra migliorato, i chilometri di esperienza aumentano ma i risultati fanno fatica ad arrivare. Tracciando un bilancio di metà stagione, a che punto ti senti?
A parte Montecarlo o Sardegna (dove in quest’ultima eravamo molto più competitivi), nelle altre gare siamo stati un po’ sfortunati anche se in Messico abbiamo ottenuto un ottavo posto. Il passo è migliorato nettamente rispetto all’anno scorso, circa 1 secondo a chilometro. È vero che è il giro di boa della stagiona ma ci sentiamo in crescita.
Stagione 2016 crocevia verso la stagione 2017 che si preannuncia rivoluzionaria sia dal punto di vista regolamentare che dal punto di vista tecnico e tecnologico. Come la vivi da pilota privato? Pensi sia una buona cosa per tentare di rilanciare tutto il movimento? C’è la voglia di provare uno di questi nuovi “mostri”?
Sicuramente la voglia di provarli c’è perché affascinano.
Il punto non è essere piloti privati o meno, quelli ci sono sempre stati anche in F1 (camuffati), ma ora è essere abbastanza veloci da poterne guidare una. Secondo me la direzione è quella giusta, le migliori R5 non possono essere sotto il secondo al km dal migliore WRC come in Polonia. Si crea confusione a chi non è del settore.
In generale forse si potevano fare scelte diverse per quel che riguarda il tipo di vetture, alla fine guideremo comunque DS3, Fiesta, Polo, i20 e Yaris e ai non appassionati come lo spieghiamo?Non è accattivante. Paradossalmente si esaltavano di più quando dicevo che correvo con una Subaru (ed era solo un gruppo N)
Diamo uno sguardo al nostro paese, l’Italia, che vive un momento di grande difficoltà dal punto di vista delle gare (nuovo regolamento con chilometraggi limitati, gare spezzata in due manche e iscritti che latitano) ma resta comunque uno dei campionati nazionali più competitivi del mondo (almeno questo ci dicono le prestazioni di Andreucci e Scandola quando si sono trovati a battagliare nel WRC2). Come lo vedi il nostro CIR? Ti piacerebbe correrci almeno una volta?
Dovremmo puntare più sulla qualità e meno alla quantità. La cosa grave è che ormai le “ricognizioni libere” sono sdoganate. Se facciamo un paragone statistico per numero di piloti e gare in Italia (soprattutto tra i giovani) siamo meno competitivi di altri paesi. Fuori dall’Italia i passaggi sono solo 2, la gente non è abituata a correre con solo due passaggi e la differenza nel mondiale si vede, gli esempi sono diversi negli ultimi anni.
Fabio Andolfi soprattutto, e anche agli altri ragazzi dell’ACI Team Italia, stanno facendo benissimo. Se però non avranno modo di proseguire il loro percorso sarà tempo sprecato e sarebbe un peccato perché sono la prova che, se approcciata correttamente, in questa disciplina possiamo dire la nostra. Ah, ovviamente per poter dire ancora di più la nostra a livello mondiale manca una casa costruttrice italiana, purtroppo.
Grazie mille di nuovo e continua a crederci come il fuoco…noi saremo sempre pronti a sostenerti.
Grazie Ragazzi, vi prometto che darò sempre il massimo.
Photo: Massimo Bettiol