Addio al grande Arnaldo Cavallari, padre del rally italiano
Si è spento nella notte ad Adria, all’età di 83 anni, uno dei più grandi rallysti italiani. Una persona che ha fatto la storia e dato il via alla tradizione rallystica italiana. Fu, prima pilota, poi talent scout che lo portò a scoprire niente poco di meno che il campionissimo Sandrino Munari e infine promoter del suo paese natio, il polesine, nonchè attivo imprenditore panettiere dove dedicava anima e corpo dopo le gare. Si dice sia l’inventore della Ciabatta Italiana.
Stiamo parlando del grandissimo Arnaldo Cavallari. Fu una figura fondamentale per il rally italiano. Nato il 12 luglio del 1932 a Fisseo d’Artico, si avvicina al mondo delle gare automobilistiche nei campionati universitari. Colse subito l’occasione di correre nella disciplina rallystica agli inizi degli anni ’60 quando cominciò da privato a bordo di Lancia Flaminia in modo semi-ufficiale per il Jolly Club.
Vinse il campionato italiano nel 1962, 1963 e 1964 guidando un’ Alfa Romeo) e nel 1968 e 1971 sulle Lancia. Giulietta, Giulia, Fulvia Coupé, R8 Gordini e 911 le armi delle sue battaglie su asfalto o terra. Oltre a dare spettacolo sui rally divenne campione anche nella serie Gran Turismo e conquistò una Mitropa Cup. Concluse la sua avventura a fine anni ’70 guidando i rally raid africani.
Ma la sua carriera continuò anche quando non guidava più. Divenne talent scout e la sua più grande scoperta fu quella del grandissimo Sandro Munari che, iniziando come suo co-pilota, seppe carpire ogni segreto di Cavallari e trasformarsi in una delle leggende delle più grandi leggende della scena internazionale.
Salutiamo questo fantastico pilota, ma il suo ricordo rimarrà sempre vivo per far parte della storia italiana del rally.
1 Commento
Sergio
Grande, lo dice chi ha vissuto su i suoi successi (1 Naz Cat 81) persone così ti fanno crescere meglio che tante raccomandazioni