Jost Capito segreti e futuro del Motorsport Director.
Continuano le interviste ai protagonisti del WRC di quest’anno. Dopo aver pubblicato quelle ai 3 piloti Volkswagen, oggi è il turno del Motorsport Director della casa di Wolfsburg.
Di seguito l’intervista pubblicata da automoto.it:
Jost, dicono che hai un carisma straordinario…
«Chi, io?».
Sì, È vero? Quale è il segreto?
«Io credo che quando una persona ha 50 anni di esperienza nel Motorsport, vuol dire che, mezzo secolo fa quando ha iniziato, si muoveva in un ambiente e con metodi molto familiari. Si correva con mio padre, mio fratello, e mia madre era lì anche lei, a supportarci e a darci una mano. Si faceva l’Enduro e si viaggiava con un furgone in giro per l’Europa, si viveva insieme. Credo che aver vissuto il motorsport come una famiglia è una cosa che ho conservato e che è ben presente anche nella mia attività di oggi. Credo di condurre il mio Team come una famiglia, e credo che questo sia uno dei “segreti” per cui siamo una Squadra di successo».
Si dice che tutte le persone del Team, dal primo ingegnere all’ultimo dei meccanici, vengano considerate, e trattate di conseguenza, alla stessa identica stregua.
«Dicono così? Hanno ragione! Il motivo sta nel fatto che il successo arriva solo se tutte, dico tutte le persone che compongono la Squadra fanno perfettamente il loro lavoro, e se tutte sono ugualmente motivate. Se anche soltanto lo “chef” fa male il suo lavoro, tutti hanno problemi di stomaco e non riescono a svolgere bene il loro compito. Stiamo parlando di un lavoro importantissimo, tutti lo devono fare con la massima serietà, e non ci possono essere differenze».
Perché Vokswagen ha scelto Jost Capito? Perché era già stato un vincente, o perché aveva già visto questo carisma?
«Non lo so. Credo più semplicemente che qualche personaggio di Volkswagen, che veniva da Porsche, mi abbia voluto di nuovo anche in questo posto».
Cos’è più difficile da gestire o da fare, quelle cose che si possono odiare?
«Non saprei, ci sono cose difficili che in realtà sono semplici, e al contrario cose facili che diventano difficili, ma in ogni caso non ce n’è una sola che io odi. Anzi, odiare è un termine che non conosco».
Carisma e padre di famiglia, dunque. Hai un “figlio” prediletto?
«Piloti e Navigatori. Tutti i nostri 6, tra Piloti e Navigatori, hanno il loro carattere e personalità diverse. In questo caso devi trattare ciascuno di loro in maniera diversa. Un po’ come se fossero dei bambini. Chiunque abbia più di un bambino sa che ciascuno è diverso dall’altro, perché ciascuno ha le sue particolari aspettative. Se hai dei bambini li ami tutti allo stesso modo, ma li tratti in modo diverso perché sono diversi. Così mi comporto io con i miei sei ragazzi».
Parliamo un po’ in generale del WRC. Sei soddisfatto del campionato, a prescindere dai risultati che state ottenendo?
«Sì, direi che sono soddisfatto. Il WRC è una delle discipline del Motorsport dove si compete ai livelli tecnologici e sportivi più alti. Questo è reso possibile dalla bontà dei regolamenti e dal fatto che gli ingegneri sono liberi di esprimersi al meglio. Si parte da vetture di serie, e si ha bisogno anche degli ingegneri della produzione. C’è una grande superficie di scambio reale, dunque, tra i risultati delle competizioni e quelli della produzione di serie. Se parti da una buona macchina di serie, con un buon lavoro otterrai una buona macchina da corsa, anche perché i regolamenti non consentono troppe sofisticazioni progettuali, di utilizzo di materiali e, per esempio, di elettronica. Vuol dire offrire molto spazio agli ingegneri più bravi per fare la differenza. Questa è forse la ragione più importante per cui noi amiamo questo ambiente agonistico, e quella per cui ci sono milioni di appassionati e altre Marche, sempre più numerose, che si impegnano. Citroen c’è, Hyundai c’è, adesso arriverà anche Toyota. È un bell’ambiente. Per tutti è la piattaforma ideale per mettere in mostra la qualità del proprio prodotto e la capacità dei propri ingegneri».
Guardando al futuro. La nuova macchina conforme al regolamento 2017 è ancora una bozza. A che punto siete?
«Lavoriamo già sulla Polo R 2017. Ma non è ancora una 2017, quanto piuttosto una 2015 con quelle modifiche 2017 che possiamo introdurre in questo momento. Lavoriamo su una serie di test progressivi nei quali vengono provate soluzioni mirate. Il processo di realizzazione della Macchina 2017 segue un criterio di avanzamento step by step che porterà fino alla realizzazione della vettura definitiva, radicalmente diversa dall’attuale».
E il regolamento 2017 ti sembra una buona cosa?
«Io direi di sì. È assolutamente la cosa giusta che si doveva fare. Non è una rivoluzione, ma un’importante evoluzione. Per sei anni abbiamo visto macchine che sono il prodotto di uno stesso regolamento, e ora, così come accade nella produzione di serie, siamo arrivati al momento di introdurre un’evoluzione.
Le macchine di oggi sono assolutamente sicure, e c’è la possibilità ora di ottenere nuove performances con la stessa sicurezza. Ci saranno macchine più larghe, un po’ più ricercate, anche esteticamente, più aerodinamiche e più performanti. Penso che sia la cosa giusta, e penso che gli appassionati vogliano vedere questa evoluzione. La filosofia di base dei nuovo regolamenti resta la stessa di quello attuali».
Veniamo alla domanda più “importante”. Siete “accusati”, intendo Tu, i tuoi Piloti, la Polo R WRC e Volkswagen, di avere un “Winning System” troppo performante, con il dominio del quale state appiattendo il WRC, e “uccidendo” il Mondiale. Cos’hai da dire a tua “discolpa”?
«Che non sono assolutamente d’accordo, che mi dissocio completamente da questa “accusa”. Credo invece che, realmente, accada esattamente il contrario. Il Rally è sempre stato bello, ma sicuramente non è mai stato così eccitante come lo è oggi. Volkswagen ha portato molto al WRC, in termini di tecnologia e di sportività. Non abbiamo nessun “ordine di scuderia”, per esempio. Tutti i Piloti possono vincere. Non è la Macchina che fa la differenza, ma solo la bravura dei Piloti e non c’è niente di più bello di quando è la personalità dello sportivo a fare la differenza, in tutti gli Sport.Il Rally è sempre stato bello, ma sicuramente non è mai stato così eccitante come lo è oggi. Il fatto poi di lavorare a stretto contatto con gli ingegneri della produzione è un altro fatto molto importante. Spesso riceviamo ordini dagli ingegneri della Fabbrica. Ci chiedono di provare delle soluzioni nuove, e noi possiamo lavorare molto rapidamente con i nostri test sulle verifiche che ci sottopongono. Sono anche queste soluzioni, basate sulla competitività e sulla consistenza dell’attività sportiva, che proiettano il Marchio in avanti».
Ogni tanto, durante il lavoro al parco assistenza, abbiamo notato che arrivano dei pezzi coperti da una cappa blu, che viene tolta solo sotto la macchina un attimo prima che il pezzo vada al suo posto. Questo vuol dire che avete delle soluzioni segrete, o semplicemente che volete preservarle… dall’umidità?
«Beh, abbiamo i nostri pezzi segreti…».